Don Peppe Diana, “luce nelle tenebre di una violenza vigliacca”

Il 19 marzo di 30 anni fa l’omicidio, da parte della camorra, del parroco di Casal di Principe. Il cardinal Zuppi: “Ricordare don Peppino ci aiuta a capire che non si può servire Dio e mammona”

Città del Vaticano – Di seguito riportiamo la lettera inviata dal cardinal Matteo Zuppi, Presidente della CEI, a mons. Angelo Spinillo, vescovo di Aversa, in occasione del 30° anniversario dell’omicidio, ad opera della camorre, di don Giuseppe Diana, parroco anti-mafia di Casal di Principe assassinato mentre si preparava a celebrare messa nel giorno del suo onomastico.

Caro Monsignore,
desidero esprimere la mia vicinanza alla celebrazione in ricordo di don Peppino Diana. Era davvero un custode, come San Giuseppe di cui portava il nome e che per spregio proprio nel giorno della sua memoria è stato ucciso. Un uomo di Dio, un testimone semplice e coraggioso, appassionato del suo Signore e per questo senza compromessi con chi offende l’umanità e Dio. La sua testimonianza, chiara e senza nessuna ambiguità, è luce nelle tenebre di una violenza che è solo vigliacca, che arma le mani e i cuori e che cresce sempre nell’indifferenza.

Ricordare don Peppino ci aiuta a capire che non si può servire Dio e mammona. E di questo ringrazio voi che avete conservato la sua memoria. Don Peppino è una luce di speranza. Il suo sacrificio è il seme caduto a terra per la viltà di un assassino e del sistema di morte che si portava dentro e lo accecava. Il seme continua a dare frutto: l’amore per i poveri, l’attenzione ai fragili, la giustizia nei comportamenti, l’onesta che non accetta opportunismi, rendere il mondo migliore di come lo abbiamo trovato, come ricorda la legge scout che ha amato.

Grazie mons. Spinillo per la memoria e sentite tu e tutta la tua Chiesa – che ricordo con tanto affetto per la mia visita e che porto nel cuore – la vicinanza della Chiesa italiana, madre fiera di un figlio che ha amato Gesù e il prossimo più delle sue paure e convenienze. E per questo non resta solo e ci fa sentire meno soli, perché niente ci può separare dall’amore di Cristo. Il male uccide il corpo ma non l’amore. Un abbraccio e un impegno di pace.

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