Il sogno di Papa Francesco: far tornare il sorriso ai bimbi che vivono la guerra

Il Pontefice: “Quando vengono qui a Roma bambini dell’Ucraina, questi non sorridono. La guerra fa questo: fa perdere il sorriso dei bambini”

Città del Vaticano – “I bambini giocano, anche sotto le bombe, nei Paesi in guerra. Quando vediamo le fotografie di questi Paesi, ci sono bambini che giocano. Ma una cosa che mi colpisce, quando vengono qui a Roma bambini dell’Ucraina che sono trasferiti qui e vivono qui, questi bambini non sorridono: hanno perso il sorriso. La guerra fa questo: fa perdere il sorriso dei bambini”. C’è quindi bisogno di lavorare affinché “loro riprendano la capacità di sorridere!”.

A dirlo è Papa Francesco, che questa mattina ha incontrato, nella Sala del Concistoro, nel Palazzo Apostolico, i partecipanti al Capitolo Generale dei Fratelli dell’Istruzione Cristiana., il cui carisma è quello dell’evangelizzazione dei bambini e dei giovani attraverso l’educazione.

Religiosi, dunque, che, come ricorda il Pontefice, operano “in regioni del mondo dove imperversano la povertà, la disoccupazione dei giovani, crisi sociali di ogni genere. In un mondo in continuo cambiamento, vi ponete generosamente al servizio dei giovani, attenti alle loro aspirazioni e nello stesso tempo sempre rivolti a Cristo, regola suprema della vostra vita. La vostra vocazione vi spinge ad andare là dove altri non vanno, in periferia, verso le persone che formano la categoria dei rifiutati, dei feriti dalla vita e delle vittime”. Si tratta di giovani ma anche di bambini, persone che “hanno anch’essi dei sogni, ma oggi, per tanti motivi, sono sogni frantumati. Possiate aiutarli a rivivere i loro sogni, a credere in essi e a realizzarli!”. Da qui l’appello a lavorare affinché anche i bimbi che vivono la guerra tornino a sorridere.

Infine, incoraggia i presenti “a tenere lontano dalla vita ogni spirito di orgoglio, di chiusura, di divisione e di pettegolezzo. Il pettegolezzo fa tanto male alle comunità religiose. Un bel proposito per un religioso e una religiosa sarebbe mordersi la lingua ogni volta che viene voglia di sparlare dell’altro. Sarebbe un bel proposito, no?”.

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