Francesco: “La pace nasce quando si decide di perdonare”
Il Papa riceve in Vaticano il Presidente dell’Ungheria e un gruppo di fedeli ungheresi a un anno dal Viaggio Apostolico: “Grazie per aver accolto i profughi ucraini”
Città del Vaticano – La pace “inizia davanti alla porta di casa mia quando, prima di uscire, decido se voglio vivere quel giorno come un uomo o una donna di pace, cioè di vivere in pace con gli altri. La pace nasce quando decido di perdonare, anche se è difficile, e questo riempie il cuore di gioia”. A un anno dal Viaggio Apostolico in Ungheria, Papa Francesco ha ricevuto in Vaticano il Presidente della Repubblica ungherese, Tamás Sulyok, e un gruppo di pellegrini provenienti dal medesimo stato europeo.
L’incontro col Capo di Stato, svoltosi nel Palazzo Apostolico, in forma privata, è durato circa una ventina di minuti. Tra i temi al centro del colloquio la famiglia, i giovani, i cristiani perseguitati e, ovviamente, la situazione del conflitto in Ucraina.
Nel tradizionale scambio di doni, il Papa ha regalato a Sulyok una scultura in bronzo dal titolo “Dialogo tra generazioni” e due volumi: il messaggio per la Pace di quest’anno e il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020, a cura della LEV.
Da parte sua, il Presidente Ungherese ha lasciato al Santo Padre delle uova decorate a mano per la Pasqua, opera di un artigianato ungherese, una copia degli Ammonimenti, dedicati da Santo Stefano d’Ungheria al figlio Enrico, una tovaglia d’altare decorata a mano e una copia della Cronaca Illustrata, volume di storia ungherese di epoca medievale.
Il presidente ungherese ha quindi incontrato, come da protocollo, il cardinal Parolin, Segretario di Stato, e mons. Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali. “Nel corso del cordiale incontro in Segreteria di Stato – si legge in una nota diffusa dalla Santa Sede -, sono state rilevate le buone relazioni bilaterali e si è espresso apprezzamento per l’impegno della Chiesa cattolica allo sviluppo della società ungherese. Sono quindi stati affrontati alcuni temi di comune interesse, con speciale riferimento alla famiglia, ai giovani, e all’attenzione per le comunità cristiane più vulnerabili nel
mondo. Nel prosieguo della conversazione ci si è soffermati sul conflitto in Ucraina, con particolare riferimento alle sue conseguenze umanitarie e agli sforzi per favorire la pace”.
E proprio la pace è il tema al centro del discorso che il Pontefice rivolge ai fedeli ungheresi, circa 1200, ricevuti nell’Aula Paolo VI. Francesco ha parlato anche di accoglienza: “Non dimenticare questo: lo stile di Dio è tenerezza, vicinanza e compassione”, ringraziando i presenti per aver aperto “il cuore verso i profughi ucraini che hanno lasciato il loro Paese a causa della guerra. E apprezzo anche i vostri sforzi di integrare coloro che vivono nelle periferie della società”. Francesco ha poi lanciato un appello ricordando i grandi martiri ungheresi: “Questi esempi vi spingano ad avere gli stessi atteggiamenti verso coloro che sono affidati alle vostre cure”. (foto © Vatican Media)
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