Intelligenza artificiale: che cos’è la Rome Call for AI Ethics

Papa Francesco interverrà al G7 per promuovere la carta vaticana sull’algoretica: ecco di cosa si tratta

Città del Vaticano – Papa Francesco realizza un altro primato. Per la prima volta un Pontefice parteciperà ai lavori del G7 che si svolgeranno in Puglia a giugno. Ad annunciarlo è stata la premier italiana, Giorgia Meloni, precisando che l’intervento del Santo Padre si inserirà nella sessione “Outreach”, aperta cioè anche ai Paesi invitati, e non solo ai membri del G7. Di cosa parlerà Bergoglio ai leader politici? Di Intelligenza Artificiale, come precisato dalla premier Meloni.

“Il nostro impegno – afferma Meloni – è quello di sviluppare meccanismi di governance per garantire che l’intelligenza artificiale sia incentrata sull’uomo e controllata dall’uomo ovvero che mantenga al centro la persona e abbia la persona come suo ultimo fine. È una sfida che nessuno di noi può pensare di affrontare da solo e io credo che sia fondamentale valorizzare il meglio della riflessione etica e intellettuale che in questo ambito si sta sviluppando. Penso ad esempio al cammino avviato dalla Santa Sede nel 2020 con la Rome call for AI Ethics, un percorso che porta a dare applicazione concreta al concetto di algoretica ovvero dare un’etica agli algoritmi. La Presidenza italiana del G7 intende valorizzare questo percorso promosso dalla Santa Sede, portarlo all’attenzione degli altri leader in occasione del Vertice in Puglia”.

Ma che cos’è la Rome call for AI Ethics?  Si tratta di un documento (clicca qui) ideato e promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita, e in seguito dalla Fondazione RenAIssance (istituita da Papa Francesco appositamente per la sua divulgazione) che chiede un approccio etico all’intelligenza artificiale.

Sottoscritta in prima battuta da Microsoft, IBM, FAO e dall’allora Ministero dell’Innovazione del Governo italiano il 28 febbraio 2020, la Rome Call ha conosciuto negli anni un grande seguito di pubblico. L’idea alla base della Rome Call è quella di promuovere un senso di responsabilità condivisa tra organizzazioni internazionali, governi, istituzioni e settore privato nel tentativo di creare un futuro in cui ogni individuo possa beneficiare dei progressi della tecnologia, e affinché il progresso tecnologico garantisca il rispetto della dignità di ogni individuo e della nostra casa comune. Investendo in una nuova algoretica, i firmatari si impegnano a seguire quanto dettato dai principi della Rome Call in termini di trasparenza, inclusione, responsabilità, imparzialità, affidabilità, sicurezza e privacy. Nelle scorse ore, a firma la carta vaticana è stato anche il ceo di Cisco, Chuck Robbins.

Una firma importante che padre Paolo Benanti, professore straordinario di Etica delle tecnologie presso la Pontificia Università Gregoriana, direttore scientifico della Fondazione RenAIssance nonché membro dell’Advisory Body on Artificial Intelligence della Nazioni Unite, ha così commentato: “Uno degli elementi fondamentali per affrontare le trasformazioni dell’AI è l’abilitazione delle sue capacità, che stanno rapidamente avanzando e stanno trasformando molti settori. Per abilitare le capacità di AI in modo etico, è necessario agire in più direzioni: sviluppare data set di grandi dimensioni, di alta qualità e imparziali per addestrare i modelli di IA; dare accesso alle infrastrutture informatiche; costruire competenze di AI; stabilire quadri di governance per gestire lo sviluppo dell’AI; e che i sistemi di AI siano trasparenti, responsabili e allineati con i valori umani. La firma odierna di Cisco della Rome Call for AI Ethics rappresenta un passo avanti in questo processo, grazie all’impegno di Cisco nel pensare secondo una prospettiva top-down, nella governance proattiva e nella mitigazione dei rischi, nonché in un’ampia prospettiva sull’impatto trasformativo dell’AI nei settori industriali e nella società”.

Al tema dell’intelligenza artificiale, Papa Francesco aveva dedicato anche il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2024 (leggi qui), incalzando i leader politici e gli scienziati a “usare il progresso della scienza e della tecnologia come via verso la pace”.

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