Luna 25: la Russia non torna sulla Luna
Il 10 agosto del 2023, dal Cosmodromo di Vostochny nell’est della Russia, è stato effettuato il lancio di un razzo Soyuzb che trasportava con sé Luna 25, inaugurando la prima missione lunare russa in quasi cinque decenni. Questo nuovo progetto ambizioso si proponeva di raggiungere il polo sud della Luna, un’area ancora largamente inesplorata e colma di potenziali scoperte. Perché parliamo al passato? Beh, il 19 agosto si è schiantata sulla Luna dopo aver perso il controllo.
L’evento aveva attirato l’attenzione di esperti e appassionati di spazio provenienti da tutto il mondo, poiché avrebbe potuto non solo aggiungere nuove informazioni alla nostra comprensione della Luna, ma anche rivoluzionare la nostra prospettiva sull’esplorazione spaziale e sulle risorse che il nostro satellite naturale potrebbe mettere a disposizione.
Perché il Polo Sud lunare?
La scelta di concentrarsi sul polo sud lunare è stata dettata da ragioni concrete. Gli studi orbitali indicano da tempo la presenza di notevoli quantità di ghiaccio d’acqua nelle regioni polari della Luna. L’importanza di questa scoperta è sottolineata da esperti come Simeon Barber, rinomato scienziato planetario dell’Open University di Milton Keynes nel Regno Unito, il quale afferma che “forti concentrazioni di ghiaccio” sono presumibilmente presenti in questa area.
Il ghiaccio d’acqua rappresenta una risorsa di inestimabile valore nello spazio, in quanto può essere convertito in idrogeno e ossigeno, sostanze essenziali per la produzione di acqua, aria respirabile e persino carburante per razzi. Luna 25 era dotata di un sofisticato braccio robotico progettato per scavare nel cratere Boguslawsky, fino a una profondità di 50 centimetri, al fine di individuare tracce di ghiaccio. Questa operazione voleva svelare risorse preziose e gettare nuova luce sulla storia dell’acqua nel nostro sistema solare.
Un rinnovato interesse per l’esplorazione lunare
Da notare che Luna 25 non era l’unica missione con l’obiettivo di raggiungere il polo sud lunare. Anche l’India, attraverso la sua missione Chandrayaan-3, ha preso di mira questa regione e vi è atterrata con successo questo 23 agosto, e già ha fornito immagini straordinarie della superficie lunare. Inoltre, la Cina pianifica l’invio di un rover nel 2026, mentre il programma Artemis della NASA, volto a riportare gli esseri umani sulla Luna, prevede un’attenzione speciale al polo sud.
Questo rinnovato interesse nella conquista del polo sud lunare va oltre le opportunità scientifiche e tecniche; vi sono anche motivazioni geopolitiche in gioco. Il lancio di Luna 25 avrebbe rappresentato un importante punto di svolta per la Russia. Il suo obiettivo, oltre a quello di segnare un ritorno all’esplorazione lunare, era anche quello di rappresentare un passo avanti nel consolidamento della “sovranità spaziale” russa, dimostrando la capacità del paese di agire autonomamente nello spazio. Beh, non ci sono riusciti. Non ci vuole un genio per capire che da soli non si va lontano.
Tutto questo solleva domande sul futuro della cooperazione internazionale nello spazio. Le tensioni geopolitiche, come il conflitto in Ucraina, hanno avuto impatti sulla collaborazione tra nazioni nello spazio. Ad esempio, la cooperazione tra Russia ed Europa è stata interrotta bruscamente, influenzando i piani di missioni come Luna 25 e Luna 27, rivolgendo le attenzioni della terra degli Zar ad oriente, verso la Cina. Questa nuova collaborazione in ambito spaziale tra Russia e Cina mira alla costruzione di una base lunare.
L’importanza della missione
Un atterraggio di successo di Luna 25 avrebbe segnato un momento storico significativo. Dopo il 1976, solo la Cina è riuscita a effettuare un atterraggio sulla Luna nel 2013 ed ora anche l’India nel 2023. L’emozione suscitata da questo evento è ben espressa da Margaret Landis, scienziata planetaria dell’Università del Colorado a Boulder, che sperava di vedere finalmente un nuovo atterraggio. Questa sua speranza è andata letteralmente in frantumi per poi rivitalizzarsi con l’atterraggio della sonda indiana di pochi giorni fa.
In un comunicato di Roscosmos si legge: “l’apparecchio si è spostato in un’orbita imprevedibile e ha cessato di esistere a seguito di una collisione con la superficie della luna“. Mentre sabato 19 agosto, la medesima agenzia ha dichiarato di aver perso il contatto con Luna-25 dopo che si era verificata una “situazione anomala” in cui il veicolo spaziale aveva avuto difficoltà nella fase di pre-atterraggio. Abbiamo appreso così del fallimento di questa speranzosa missione.
Il contesto spaziale, assieme a quello della ricerca, era sempre stato lodato per riuscire a superare le divisioni terrestri e unire le nazioni verso obiettivi comuni. Evidentemente ci si è convinti che oggi siamo in un epoca di conflitto, ed un conflitto non focalizzato sulle armi tradizionali, quindi l’accesso alle nuove tecnologie si è riconfermata come la risorsa più preziosa che una nazione possa avere per non essere sopraffatta.
Nonostante le sfide geopolitiche, l’idea di una collaborazione internazionale nel campo dell’esplorazione spaziale conserva sempre il suo potenziale di trasformare l’atteggiamento delle nazioni e di trovare un terreno comune, anche quando sembra che le divisioni sulla Terra siano insormontabili. Vediamo di concretizzare quel «anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi» di cui si parlava durante la Guerra fredda.