La “Madre eroica” e la sovietizzazione
Russia, 15 agosto 2022, viene riabilitata l’onorificenza di “Madre eroica“. La medaglia fu introdotta da Stalin nel 1944 e soppressa dalla Federazione Russa nel 1991. Prevede un premio in denaro di un milione di rubli (circa 16500 euro oggi) alle madri dopo che il loro decimo figlio ha raggiunto un anno di età. Una disperata politica dinnanzi a un calo demografico che perdura da decenni.
Questa è una scelta ben precisa del presidente russo Vladimir Putin. Non si tratta della sola reintroduzione di una forte politica di crescita demografica, ma anche di una mirata scelta di linguaggio. Infatti, la misura staliniana fu sì soppressa nel 1991, ma già reintrodotta nel 2008 con il nome di “Ordine della Gloria dei Genitori” (prevista per famiglie con 7 o più figli). Allora perché riesumare un nome ed una misura di stampo sovietico, se non per assumere una forma ad esso annessa e provare a riportare quelle “repubbliche separatiste” sotto la sfera di influenza russa?
La politica del Cremlino è chiara: “not in my backyard”. Le operazioni russe di ridefinizione delle sfere di influenza geopolitica sono mirate al riaffermarsi della Federazione Russa come potenza militare e politica di rilievo, così da ridurre la presenza occidentale nelle zone ad essa limitrofe. Per questo scopo è necessario proporsi come punto di riferimento in tre campi chiave: militare, economico e culturale.
Per soddisfare tutti e tre i punti è necessario avere un’ampia popolazione, necessità che non si sposa bene con il notevole calo demografico russo degli ultimi anni. Basti pensare alla diminuzione di natalità del 6.3 per cento nella prima metà del 2022 rispetto ai periodi precedenti.
La reintroduzione di questo forte strumento di politica demografica è quindi finalizzato ad incrementare la popolazione per fini di: organico militare, stimolazione economica e diffusione culturale. Però la scelta della forma con cui tali obiettivi vengono raggiunti è altrettanto importante. Il fatto che si sia scelto di reintrodurre una misura di incentivo alla natalità nella stessa forma usata durante l’Unione Sovietica, indica una chiara volontà russa di riaffermarsi come potenza culturale, proponendo sia il loro modello di politica autocratica che di rigore sociale.