James Webb e Hubble insieme per la Galassia Fantasma
Sono state rilasciate delle nuove immagine dal James Webb, ma questa volta vengono usate anche quelle dell’Hubble per ottenere una migliore risoluzione su una banda spettrale più ampia. Grazie alla sua quasi perfetta rotazione a 90 gradi sulla linea di vista, possiamo ammirare la cosiddetta “Galassia Fantasma” (M74 o NGC628) in tutto il suo splendore. È proprio questa caratteristica che la rende così interessante, infatti ci permette di studiare al meglio la struttura delle galassie a spirale.
M74 appartiene ad una particolare classe di galassie a spirale nota come “spirale grand design”, il che significa che l’architettura dei suoi bracci è ben organizzata e ha una struttura particolarmente definita e prominente, a differenza della struttura irregolare vista in alcune galassie a spirale.
La galassia era già stata osservata dal telescopio spaziale Hubble, ma solo grazie alle ultime analisi sui dati provenienti dal James Web è stato possibile apprezzare e caratterizzare tutti quegli immensi filamenti di gas interni che risultavano oscurati per l’Hubble. La mancanza di gas nella regione nucleare fornisce anche una visuale non oscurata dell’ammasso nucleare al centro della galassia.
Webb ha osservato M74 con il suo strumento per il medio-infrarosso (MIRI) per studiare le prime fasi della formazione stellare nell’Gruppo locale, ovvero quella parte di universo con una distanza massima di circa 10 milioni di anni luce da noi (80 galassie). Queste osservazioni fanno parte di un più ampio sforzo, la collaborazione PHANGS, che ha come obbiettivo il tracciamento di 19 galassie vicine attive nell’infrarosso. Quelle galassie sono già state osservate utilizzando il telescopio spaziale Hubble e vari osservatori terrestri.
L’aggiunta delle osservazioni cristalline del Webb a lunghezze d’onda maggiori consentirà agli astronomi di: individuare le regioni di formazione stellare nelle galassie, misurare accuratamente le masse e l’età degli ammassi stellari e ottenere informazioni sulla natura dei piccoli granelli di polvere che si spostano nello spazio interstellare.
Le osservazioni di M74 dell’Hubble hanno rivelato quelle aree particolarmente luminose di formazione stellare note come regioni HII, composte da idrogeno ionizzato. La nitida visione del James Webb alle lunghezze d’onda dell’infrarosso completa quella dell’Hubble, sensibile nell’ultravioletto e nel visibile. Il loro uso combinato ci permette di ottenere una visione enormemente approfondita degli oggetti astronomici, così da poterci offrire delle sensazionali scoperte.