9 giugno: Sant’Efrem, diacono e dottore della Chiesa
La Chiesa ricorda oggi Efrem il Siro: teologo e scrittore, è fra i più antichi scrittori di lingua siriaca e il più importante fra essi
Sant’Efrem, diacono e dottore della Chiesa, che dapprima in patria a Nisibi esercitò il ministero della predicazione e dell’insegnamento della sacra dottrina, poi, rifugiatosi a Edessa nell’Osroene con i suoi discepoli dopo l’invasione di Nisibi da parte dei Persiani, pose le fondamenta di una scuola teologica. Esercitò il suo ministero con la parola e con gli scritti e rifulse a tal punto per austerità di vita e dottrina da meritare per l’eleganza degli inni da lui composti l’appellativo di cetra dello Spirito Santo. (dal Martirologio)
La Chiesa ricorda oggi Efrem il Siro: teologo e scrittore, è fra i più antichi scrittori di lingua siriaca e il più importante fra essi. Visse buona parte della vita nella città natale ma fu esiliato a Edessa (oggi nella provincia di Sanliurfa, in Turchia), dove morì nel 373.
Viene venerato come santo dai cristiani del mondo intero, ma in particolare dalla Chiesa ortodossa siriaca e dalla Chiesa cattolica sira. Venne riconosciuto come dottore della Chiesa cattolica nel 1920 da papa Benedetto XV nella sua enciclica Principi Apostolorum Petro del 5 ottobre.
Efrem ha scritto moltissimi inni, poesie e omelie in versi e commentari biblici in prosa. Questi ultimi sono opere di teologia pratica, per l’edificazione della Chiesa, scritti in un momento di grande incertezza attorno alla fede. Furono così famosi e apprezzati che venivano persino usati nella liturgia come testi di Scrittura ispirata assieme al Pastore di Erma e alle Epistole di Papa Clemente I. Per secoli dopo la sua morte, autori cristiani scrissero centinaia di opere pseudo-epigrafiche su di lui. Gli scritti di Efrem testimoniano una fede cristiana ancora primitiva ma vibrante, poco influenzata dal pensiero occidentale e più vicina al modo di pensare orientale.
Altri Santi che la Chiesa commemora il 9 giugno
Santi Primo e Feliciano, martiri – A Roma al quindicesimo miglio della via Nomentana, santi Primo e Feliciano, martiri. (dal Martirologio)
San Diomede, martire – A Nicea in Bitinia, nell’odierna Turchia, san Diomede, martire. (dal Martirologio)
San Vincenzo, martire – A Vernemet nel territorio di Agen nell’Aquitania, in Francia, san Vincenzo, martire, che si dice abbia consumato il proprio martirio per Cristo durante la celebrazione di una festa pagana in onore del sole. (dal Martirologio)
San Massimiano, vescovo – A Siracusa, san Massimiano, vescovo, del quale il papa san Gregorio Magno fa spesso menzione. (dal Martirologio)
San Columba o Colum Cille, sacerdote e abate – Nell’isola di Iona in Scozia, san Columba o Colum Cille, sacerdote e abate, che, nato in Irlanda e istruito nei precetti della vita monastica, nella sua terra e infine a Iona fondò dei monasteri rinomati per osservanza della disciplina di vita e cultura letteraria, finché, carico di anni, ormai in attesa della fine, davanti all’altare riposò nel Signore. (dal Martirologio)
San Riccardo, vescovo – Ad Andria in Puglia, san Riccardo, vescovo, che, inglese d’origine e celebre per la sua virtù, accolse con onore le reliquie dei santi Erasmo e Ponziano. (dal Martirologio)
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