9 agosto: Santa Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, vergine e martire

La Chiesa commemora oggi una mistica convertitasi al cattolicesimo dall’ebraismo: fu arrestata dai nazisti e rinchiusa nel campo di concentramento di Auschwitz, dove trovò la morte

Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith) Stein, vergine dell’Ordine delle Carmelitane Scalze e martire, che, nata ed educata nella religione ebraica, dopo avere per alcuni anni tra grandi difficoltà insegnato filosofia, intraprese con il battesimo una vita nuova in Cristo, proseguendola sotto il velo delle vergini consacrate, finché sotto un empio regime contrario alla dignità umana e cristiana fu gettata in carcere lontana dalla sua terra e nel campo di sterminio di Auschwitz vicino a Cracovia in Polonia fu uccisa in una camera a gas. (dal Martirologio)

Edith Stein nacque a Breslavia (allora città tedesca, oggi città polacca di Wrocław) il 12 ottobre 1891, ultima di 10 figli in una famiglia ebraica ortodossa.

Nel 1904 divenne atea. Studiò tedesco, filosofia, psicologia e storia alle Università di Breslavia, Gottinga e Friburgo. All’Università di Gottinga divenne studentessa di Edmund Husserl e lo seguì come assistente all’Università di Friburgo in Brisgovia.

Nel 1916 ottenne il dottorato in filosofia con una dissertazione sotto la guida di Husserl Zum Problem der Einfühlung (“Sul Problema dell’Empatia”), dopodiché diventò membro della facoltà a Friburgo.

Nonostante avesse già avuto contatti con il cattolicesimo, fu solo dopo aver letto l’autobiografia della mistica Santa Teresa d’Avila, durante una vacanza nel 1921, che abbandonò formalmente l’ebraismo e si convertì.

Battezzata il 1º gennaio 1922 a Bad Bergzabern, rinunciò al suo posto di assistente di Husserl per andare ad insegnare presso una scuola domenicana per ragazze a Speyer (1922-1932). Durante questo periodo tradusse il De veritate di san Tommaso d’Aquino in tedesco e familiarizzò con il pensiero filosofico cattolico in generale. Nel 1932 divenne lettore all’Istituto di Pedagogia a Münster, ma le leggi razziali del governo nazista la obbligarono a dimettersi nel 1933.

Il 12 aprile 1933, alcune settimane dopo l’insediamento di Hitler al cancellierato, Edith Stein scrisse, invano, a Roma per chiedere a papa Pio XI e al suo Segretario di Stato – il cardinale Pacelli, già nunzio apostolico in Germania e futuro Pio XII – di non tacere più e di denunciare le prime persecuzioni contro gli ebrei.

Entrò nel convento Carmelitano a Colonia nel 1934 e prese il nome di Teresa Benedetta della Croce. Lì scrisse il suo libro metafisico Endliches und ewiges Sein (“Essere finito ed essere eterno”) con l’obiettivo di conciliare le filosofie di Tommaso d’Aquino e del suo maestro Edmund Husserl. Per fuggire alla minaccia nazista, il suo ordine la trasferì al convento Carmelitano di Echt nei Paesi Bassi. Lì scrisse la Kreuzeswissenschaft. Studie über Johannes vom Kreuz (La Scienza della Croce: Studio su Giovanni della Croce).

Non era al sicuro neanche in Olanda: domenica 26 luglio 1942 la Conferenza dei vescovi olandesi fece leggere in tutte le chiese del paese la lettera pastorale Viviamo in un tempo di grande sofferenza, datata al 20 luglio, contro le discriminazioni antiebraiche e le deportazioni.

In risposta ad essa, Adolf Hitler ordinò l’arresto dei convertiti ebraici (che fino a quel momento erano stati risparmiati). Edith e sua sorella Rosa, pure lei convertita, furono catturate ed internate presso il campo di transito di Westerbork, prima di essere trasportate al campo di concentramento di Auschwitz, dove furono uccise nelle camere a gas il 9 agosto 1942.

Con la sua beatificazione nel Duomo di Colonia da parte di Giovanni Paolo II, il 1º maggio 1987, la Chiesa Cattolica volle onorare, per esprimerlo con le parole dello stesso Pontefice, “una Figlia d’Israele, che durante le persecuzioni dei nazisti è rimasta unita con fede ed amore al Signore Crocifisso, Gesù Cristo, quale cattolica ed al suo popolo quale ebrea”.

La decisa volontà di Giovanni Paolo II – che in gioventù era appartenuto a quella componente del cattolicesimo polacco che aveva ereditato dalla dominazione austriaca di Cracovia le tradizioni di tolleranza asburgica verso la minoranza ebraica, e che indicò sempre lo sterminio antisemita come un abisso dell’umanità – sormontò anche l’ostacolo canonico a dichiararla santa, cioè la ricerca di un miracolo compiuto in vita ovvero la dichiarazione del martirio per la fede.

Con l’affermazione che la persecuzione subita nel campo di sterminio – che portò alla sua morte – era patita per la sua testimonianza della fede (affermazione dalle conseguenze teoriche assai ampie, sulla natura anticristiana del nazismo e sul fatto che si può affermare la fede cattolica anche rifiutando di sottrarsi ad una persecuzione razziale), Edith Stein fu canonizzata dallo stesso Giovanni Paolo II l’11 ottobre 1998 e nominata compatrona d’Europa.

Altri Santi che la Chiesa commemora il 9 agosto

San Romano, martire – A Roma nel cimitero di san Lorenzo sulla via Tiburtina, san Romano, martire. (dal Martirologio)

San Nateo, vescovo e abate – Nel monastero di Achonry in Irlanda, san Nateo, vescovo e abate. (dal Martirologio)

San Fedlimino, vescovo – A Kilmore sempre in Irlanda, san Fedlimino, vescovo. (dal Martirologio)

Santi martiri di Costantinopoli – A Costantinopoli, commemorazione dei santi martiri, che si narra siano stati uccisi per aver difeso un’antica immagine del Salvatore collocata sulla Porta di Bronzo, che doveva essere distrutta per ordine dell’imperatore Leone l’Isaurico. (dal Martirologio)

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