8 agosto: San Domenico di Guzman, sacerdote

La Chiesa commemora oggi il Santo fondatore spagnolo dell’Ordine dei Frati Predicatori

Memoria di San Domenico, sacerdote, che, canonico di Osma, umile ministro della predicazione nelle regioni sconvolte dall’eresia albigese, visse per sua scelta nella più misera povertà, parlando continuamente con Dio o di Dio. Desideroso di trovare un nuovo modo di propagare la fede, fondò l’Ordine dei Predicatori, al fine di ripristinare nella Chiesa la forma di vita degli Apostoli, e raccomandò ai suoi confratelli di servire il prossimo con la preghiera, lo studio e il ministero della parola. La sua morte avvenne a Bologna il 6 agosto. (dal Martirologio)

Domenico ricevette la prima istruzione da uno zio arciprete che lo iniziò alle verità della fede e ai rudimenti della cultura. A quindici anni fu mandato a Palencia, la più antica università spagnola, per frequentare i corsi regolari (arti liberali e teologia).

Qui, acquisita una solida cultura biblica e teologica, entrò nel 1196 tra i canonici regolari del duomo di Osma, fondati una cinquantina d’anni prima e osservanti la regola agostiniana, e fu ordinato sacerdote. In questo periodo grande influsso ebbero su di lui il vescovo di Osma Martin de Basan e soprattutto il priore del capitolo, Diego Acebes, che, morto il vescovo Martin, ne fu successore alla guida della diocesi.

Nel 1201 Domenico accompagnò il vescovo Diego in una delicata missione diplomatica in Danimarca. Il contatto con le popolazione della Francia meridionale in balìa dell’eresia albigese e l’entusiasmo delle cristianità nordiche per le grandi imprese missionarie verso l’Est li appassionarono per la causa missionaria.

Nel 1206, di ritorno da una seconda missione diplomatica in Danimarca, passano da Roma dove chiedono a papa Innocenzo III l’autorizzazione per andare ad evangelizzare i pagani Cumani. Il papa, constatata la loro energia e ammirando il loro fervore missionario li consigliò invece di collaborare con i missionari cistercensi che nella Linguadoca tentavano di arginare l’avanzata dell’eresia catara.

In quello stesso anno Domenico e il vescovo Diego si recarono a Citeaux soggiornandovi qualche settimana, quindi raggiunsero Montpellier dove si unirono ai legati cistercensi. L’attività missionaria dei due, uniti ai legati cistercensi, si espresse soprattutto con la predicazione e il tentativo di riforma degli ecclesiastici. Presto però Diego dovette tornare nella sua diocesi dove morì inaspettatamente agli inizi del 1207.

L’opera di Domenico continuò anche dopo l’esaurimento della legazione cistercense; la sua attività di apostolato era imperniata su dibattiti pubblici, colloqui personali, trattative, predicazione, opera di persuasione, preghiera e penitenza. I frutti più evidenti di questa missione iniziò a raccoglierli con l’istituzione di una comunità religiosa femminile formata da nobili donne che si erano convertite. La comunità sarebbe diventata nel 1211 l’abbazia di Sainte-Marie de Prouille.

Nel 1212 il vescovo di Tolosa Folco decise di appoggiare con più decisione Domenico: lo nominò predicatore per la sua diocesi e approvò la richiesta di istituzione di una congregazione diocesana di predicatori “al fine di estirpare la corruzione dell’eresia, di bandire i vizi, di insegnare la regola di fede e di inculcare nella gente retti costumi” (dalla carta di approvazione). Il primo nucleo di predicatori era costituito da otto persone, compreso Domenico, e si stabilì presso la chiesa di San Romano a Tolosa, osservando la regola agostiniana e seguendo le consuetudini dei Premonstratensi. Di fatto si trattava di una comunità canonicale.

Nel 1215, in occasione di un viaggio a Roma per partecipare al Concilio Laterano IV, Domenico e Folco proposero al papa Innocenzo III la costituzione di un nuovo ordine monastico dedicato alla predicazione. La bolla Religiosam vitam di approvazione arrivò con la firma di Onorio III il 22 dicembre 1216. Nacque così l’Ordine dei Predicatori.

Dal 1217 i “Predicatori” si sparsero per l’Europa, a cominciare da Parigi e Bologna, sedi, allora, di prestigiose Università. Nel 1220 e nel 1221 si tennero a Bologna i primi due Capitoli che definirono i regolamenti e precisarono la struttura amministrativa dell’Ordine.

Gli elementi fondamentali della missione dei Predicatori sarebbero stati la predicazione, lo studio, la povertà, la vita comune, la diffusione del cristianesimo presso i non credenti; i conventi vennero divisi in otto provincie: Roma, Lombardia, Provenza, Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Ungheria.

San Domenico morì a Bologna il 6 agosto 1221, nel convento da lui istituito e che oggi prende il nome di Convento di San Domenico. Sepolto inizialmente nell’altare della chiesa del convento di San Niccolò delle Vigne “sotto i piedi dei suoi frati (il piccolo edificio, oggi scomparso, si erigeva nel sito dell’attuale Basilica di San Domenico), il 24 maggio 1233 la sua salma fu esumata e trasferita dal beato Giordano di Sassonia in una cassa di cipresso, racchiusa in un semplice sarcofago marmoreo, e traslata dietro l’altare di una cappella laterale della navata sinistra della nuova basilica in corso di costruzione.

Il beato Giovanni da Vercelli, sesto Maestro Generale, commissionò a Nicolò Pisano una splendida arca marmorea e il 5 giugno 1267 vi depose le spoglie del Santo. Papa Gregorio IX lo canonizzò il 13 luglio 1234.

Altri Santi che la Chiesa commemora l’8 agosto

Santi Secondo, Carpóforo, Vittorino e Severiano, martiri – Ad Albano al quindicesimo miglio della via Appia, santi Secondo, Carpóforo, Vittorino e Severiano, martiri. (dal Martirologio)

Santi Ciriaco, Largo, Crescenziano, Memmia, Giuliana e Smaragdo, martiri – A Roma al settimo miglio della via Ostiense, santi Ciriaco, Largo, Crescenziano, Memmia, Giuliana e Smaragdo, martiri. (dal Martirologio)

San Marino, martire – A Tarso in Cilicia, nell’odierna Turchia, passione di san Marino, anziano nativo di Ainvarza, che fu decapitato sotto l’imperatore Diocleziano e il governatore Lisia e il suo corpo, per ordine del prefetto, dato in pasto alle fiere. (dal Martirologio)

Sant’Eusebio, vescovo – A Milano, sant’Eusebio, vescovo, che lavorò assiduamente per la retta fede e ricostruì la cattedrale distrutta dagli Unni. (dal Martirologio)

San Severo, sacerdote – A Vienne nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Severo, sacerdote. (dal Martirologio)

San Mummolo, abate di Fleury – A Bordeaux in Aquitania, sempre in Francia, san Mummolo, abate di Fleury. (dal Martirologio)

Sant’Emiliano, vescovo – A Cizico in Ellesponto, nell’odierna Turchia, sant’Emiliano, vescovo, che molto patì da parte dell’imperatore Leone per il culto delle sacre immagini e morì, infine, in esilio. (dal Martirologio)

Sant’Altmanno, vescovo di Passau – Nel monastero di Göttweig nel territorio dell’odierna Austria, sant’Altmanno, vescovo di Passau, che fondò numerose case di chierici sotto la regola di sant’Agostino, rinnovò la disciplina del clero e morì in esilio, scacciato dalla sua sede per aver difeso la libertà della Chiesa contro l’imperatore Enrico IV. (dal Martirologio)

San Famiano, eremita – A Gallese presso Viterbo, san Famiano, eremita, che, nativo di Colonia, distribuì i suoi beni ai poveri e, dopo sacri pellegrinaggi compiuti vestendo l’abito cistercense, morì in questo luogo. (dal Martirologio)

San Paolo Ke Tingzhou, martire – Nel territorio di Xixiaodun presso Xinhexian nella provincia dello Hebei in Cina, san Paolo Ke Tingzhou, martire, che, capo dei cristiani del luogo, durante la persecuzione scatenata dai fautori della setta dei Boxer, scarnificato pezzo dopo pezzo, fu per gli altri straordinario esempio di fermezza. (dal Martirologio)

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