7 agosto: San Gaetano da Thiene, sacerdote
La Chiesa commemora oggi il cofondatore dell’Ordine dei Chierici Regolari Teatini, detto il Santo della Provvidenza
San Gaetano da Thiene, sacerdote, che a Napoli si dedicò a pie opere di carità, in particolare adoperandosi per i malati incurabili, promosse associazioni per la formazione religiosa dei laici e istituì i Chierici regolari per il rinnovamento della Chiesa, rimettendo ai suoi discepoli il dovere di osservare l’antico stile di vita degli Apostoli. (dal Martirologio)
La Chiesa ricorda oggi il cofondatore dell’Ordine dei Chierici Regolari Teatini; nel 1671 è stato proclamato santo da papa Clemente X, ed è detto il Santo della Provvidenza.
Nacque nel 1480 dal conte Gasparo e da Maria da Porto: gli venne imposto il nome di Gaetano in onore di un suo zio, canonico e professore all’Università di Padova, che era nativo di Gaeta. Perse presto il padre (morto nel 1492) e la sua educazione venne curata dalla madre.
Studiò diritto all’Università di Padova e il 17 luglio 1504 conseguì la laurea in utroque iure. Nello stesso anno entrò nello stato clericale ricevendo la tonsura da Pietro Dandolo, vescovo di Vicenza: il suo desiderio di divenire sacerdote venne, però, ostacolato dalla madre che, avendo già perso due figli maschi, vedeva in lui la speranza di proseguire la stirpe.
Pur iscritto nell’albo degli avvocati, Gaetano non esercitò mai tale professione. Nel 1505 fece erigere la chiesa di Santa Maria Maddalena a Rampazzo, tutt’ora esistente.
Nel 1507 si stabilì a Roma, dove prese dimora assieme al futuro cardinale Giovanni Battista Pallavicini, vescovo di Cavaillon, presso la chiesa di San Simone ai Coronari. Ebbe i benefici di Santa Maria di Malo e Santa Maria di Bressanvido. Presso la Curia Romana ricoprì gli incarichi di scrittore delle lettere pontificie e protonotario apostolico ed ebbe un ruolo notevole nel riportare la pace tra la Santa Sede e la Repubblica di Venezia dopo la guerra della Lega di Cambrai: si guadagnò la benevolenza di papa Giulio II, che in un breve si rivolse a Gaetano come a un “…figlio diletto e nostro famigliare”.
A Roma Gaetano si ascrisse all’Oratorio del Divino Amore e partecipò attivamente alle riunioni presso la chiesa di Santa Dorotea e presso l’ospedale di San Giacomo degli Incurabili. Ottenuta una particolare dispensa da papa Leone X, tra il 27 e il 29 settembre 1516 ricevette gli ordini minori e il diaconato e il 30 settembre successivo, in occasione della festa di san Girolamo (patrono del suo casato), venne ordinato sacerdote da Francesco Bertoli, vescovo di Milopotamo, nella cappella privata del presule. Gaetano celebrò la sua prima messa solo nell’Epifania del 1517.
Gaetano fece ritorno a Vicenza nel 1519: entrò nella compagnia dei Santi Clemente e Girolamo e ristrutturò l’ospedale della Misericordia, che fece aggregare all’ospedale di San Giacomo; trasferitosi a Verona, si aggregò alla compagnia del Santissimo Corpo di Cristo e fondò un nuovo ospedale degli incurabili.
Tornò a Roma nel 1527: assieme a Gian Pietro Carafa (il futuro papa Paolo IV), Bonifacio de’ Colli e Paolo Consiglieri, suoi compagni all’Oratorio del Divino Amore, decise di formare una nuova fraternità di sacerdoti con il fine di riformare il clero e di restaurare la regola primitiva di vita apostolica; papa Clemente VII, con il breve Exponi nobis (24 giugno 1524) permise loro di prendere i voti e condurre vita fraterna in comunità e il 14 settembre successivo, nella basilica di San Pietro, Gaetano e i suoi compagni fecero la loro professione nelle mani del vescovo di Caserta Giovan Battista Boncianni, delegato papale[4].
Pur non essendo questo il loro proposito, Gaetano e i compagni andarono a costituire un nuovo ordine religioso, il primo degli ordini di chierici regolari sorti durante il periodo della Controriforma: essendo il Carafa vescovo di Chieti (in latino Teate), i membri dell’ordine vennero detti teatini.
Gaetano e i suoi ormai dodici compagni subirono la prigionia durante il sacco di Roma: riuscirono a rifugiarsi a Venezia, presso la chiesa di San Nicola dei Tolentini, e il 14 settembre 1527 Gaetano venne eletto preposito generale dell’ordine.
Nel 1533, assieme a Giovanni Marinoni, si recò a Napoli per fondarvi una casa dell’ordine: il viceré Pedro de Toledo, nel 1538, concesse loro la basilica di San Paolo Maggiore. A Napoli Gaetano curò la formazione dei sacerdoti impegnati nel locale ospedale degli Incurabili, fu correttore della compagnia dei Bianchi, diresse il monastero delle monache domenicane della Sapienza (fondato da Maria Carafa, sorella di Gian Pietro), guidò Maria Lorenza Longo nella fondazione delle Clarisse, contrastò la diffusione delle dottrine eterodosse introdotte in città da Bernardino Ochino, Pier Martire Vermigli e Juan de Valdés[5].
Tra il 1540 e il 1543 fu preposito della comunità teatina di Venezia, poi tornò a Napoli, dove si spense nel 1547. Le procedure per la beatificazione di Gaetano di Thiene vennero avviate agli inizi del XVII secolo e si conclusero a opera di papa Urbano VIII, che lo elevò all’onore degli altari l’8 ottobre 1629.
Venne proclamato santo, previo decreto del 12 novembre 1670, da papa Clemente X il 12 aprile 1671. Nella stessa cerimonia vennero proclamati santi anche Rosa da Lima, Luigi Bertrando, Francesco Borgia e Filippo Benizi.
È invocato come il “Santo della Provvidenza”. In occasione del IV centenario della sua nascita papa Pio XII sintetizzò la sua spiritualità definendolo “acceso apostolo del divino Amore e campione insigne dell’umana carità”.
È patrono e titolare delle congregazioni delle Povere Figlie di San Gaetano, delle Suore della Provvidenza di San Gaetano da Thiene e della Pia Società di San Gaetano. (fonte Cathopedia)
Altri Santi che la Chiesa commemora il 7 agosto
Santi Sisto II, papa, e compagni, martiri – Il papa Sisto, mentre celebrava i sacri misteri insegnando ai fratelli i precetti divini, per ordine dell’imperatore Valeriano, fu subito arrestato dai soldati sopraggiunti e decapitato il 6 agosto; con lui subirono il martirio quattro diaconi, deposti insieme al pontefice a Roma nel cimitero di Callisto sulla via Appia. Nello stesso giorno anche i santi Agàpito e Felicissimo, suoi diaconi, morirono nel cimitero di Pretestato, dove furono pure sepolti. (dal Martirologio)
Santa Afra, martire – Ad Augsburg nella Rezia, oggi in Germania, santa Afra, martire: convertitasi a Cristo da una vita di peccato, si narra che, non ancora battezzata, sia stata data al rogo per aver confessato la sua fede in Cristo. (dal Martirologio)
San Donato, vescovo – Ad Arezzo, san Donato, secondo vescovo di questa sede, di cui il papa san Gregorio Magno loda la virtù e l’efficacia della preghiera. (dal Martirologio)
San Donaziano, vescovo – A Châlons nella Gallia belgica, ora in Francia, san Donaziano, vescovo. (dal Martirologio)
San Vittricio, vescovo – A Rouen sempre in Francia, san Vittricio, vescovo, che, ancora soldato, abbandonato sotto l’imperatore Giuliano l’esercito per seguire Cristo, fu sottoposto dal tribuno a molte torture e condannato a morte; liberato in seguito, divenne vescovo e portò alla fede cristiana anche le popolazioni dei Morini e dei Nervi. (dal Martirologio)
San Donato, vescovo – A Besançon in Burgundia, nell’odierna Francia, san Donato, vescovo, che compose una regola per le vergini secondo gli insegnamenti dei santi Benedetto, Colombano e Cesario. (dal Martirologio)
Sant’Alberto degli Abbati, sacerdote – A Messina, sant’Alberto degli Abbati, sacerdote dell’Ordine dei Carmelitani, che con la sua predicazione convertì molti Giudei a Cristo e provvide di viveri la città assediata. (dal Martirologio)
San Michele de la Mora, sacerdote e martire – A Colima in Messico, san Michele de la Mora, sacerdote e martire, che, nel corso della persecuzione contro la Chiesa, ricevette in quanto sacerdote la corona del martirio. (dal Martirologio)
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