6 ottobre: San Bruno, sacerdote
Oggi la Chiesa commemora un monaco fondatore tedesco dell’Ordine Certosino
San Bruno, sacerdote, che, originario di Colonia in Lotaringia, nel territorio dell’odierna Germania, dopo avere insegnato la teologia in Francia, desideroso di condurre vita solitaria, fondò con pochi discepoli nella deserta valle di Chartroux un Ordine, in cui la solitudine eremitica si combinasse con una minima forma di vita comunitaria. Chiamato a Roma dal papa beato Urbano II, perché lo aiutasse nelle necessità della Chiesa, riuscì tuttavia a trascorrere gli ultimi anni della sua vita in un eremo vicino al monastero di La Torre in Calabria. (dal Martirologio)
Bruno era nato a Colonia, in Germania, intorno al 1030. Studiò lettere a Reims e teologia nella sua città natale. Divenuto maestro alla scuola della Cattedrale di Reims, da lui diretta, ebbe fra i suoi allievi, il monaco benedettino Ottone di Châtillon, che nel 1088 diverrà papa con il nome di Urbano II.
Il teologo tedesco fondò una nuova comunità monastica nella zona del delfinato francese, nel massiccio della Chartreuse (da cui, appunto, Certosa), probabilmente spinto da una vocazione nata in un periodo difficile della sua vita. Bruno, infatti, nominato cancelliere dell’Arcidiocesi di Reims nel 1075, fu costretto ad abbandonare la sua terra e la scuola a causa di forti dissidi con il vescovo Manasse di Gournay (1067 – 1082), che accusato di simonia, ovvero di compravendita di cariche ecclesiastiche, fu deposto nel 1080 e scomunicato da papa Gregorio VII: questa vicenda lo fece riflettere e decidere di seguire la sua inclinazione verso una vita di distacco dal mondo, poiché egli era “acceso d’amor divino” e la sua chiamata monastica era legata al bisogno di condurre un’esistenza ritirata e ascetica.
Il vescovo Ugo di Grenoble che lo aiuterà donandogli un terreno, secondo la tradizione, vide in sogno sette stelle che indirizzavano sette pellegrini in un luogo solitario, nel cuore della Chartreuse, e fu proprio assieme a sei compagni che, nel 1084, Bruno eresse la casa madre: la Grande Chartreuse, dove si dedicherà alla vita contemplativa.
Alcuni anni dopo, papa Urbano II lo scelse come consigliere privato e lo convocò a Roma, dove risiedette per alcuni anni (1089 – 1091) nel complesso monastico della Chiesa di San Ciriaco – oggi scomparsa – all’interno della struttura delle Terme di Diocleziano.
Rifiutata la nomina arcivescovile di Reggio Calabria, Bruno si stabilirà nella località detta La Torre (oggi Serra San Bruno), sulle terre del conte Ruggero d’Altavilla (1031 ca. – 1101), dove eresse nel 1094 l’Eremo di Santa Maria, mentre a poco meno di 2 km più a valle – dove sorge l’attuale certosa – fondò per i conversi il Monastero di Santo Stefano. Bruno morì nella certosa calabrese il 6 ottobre 1101.
Degli scritti di san Bruno poca cosa ci è pervenuta. Dei suoi studi giovanili, un’elegia latina sul disprezzo del mondo; dell’insegnamento, il concetto del suo commento ai Salmi (Expositio in Psalmos) e alle Lettere di San Paolo (Expositio in Epistolas Pauli); degli altri anni di vita, una lettera del 1094 circa ad un amico, prevosto di Reims (poi arcivescovo di quella diocesi) e un’altra ai monaci della Grande Certosa (1099), in cui esalta le caratteristiche dell’eremitismo.
Il culto fu approvato da Leone X, il 19 luglio 1514, e venne esteso alla Chiesa universale da Gregorio XV il 17 febbraio 1623.
Altri Santi che la Chiesa commemora il 6 ottobre
San Ságaro, vescovo e martire – A Laodicea in Frigia, nell’odierna Turchia, san Ságaro, vescovo e martire sotto Servilio Paolo, proconsole della provincia d’Asia. (dal Martirologio)
Santa Fede, martire – Ad Agen in Aquitania, ora in Francia, santa Fede, martire. (dal Martirologio)
San Renato, vescovo – A Sorrento in Campania, san Renato, vescovo. (dal Martirologio)
San Romano, vescovo – A Auxerre in Neustria, ora in Francia, san Romano, vescovo.
San Magno, vescovo – In Veneto, commemorazione di san Magno, vescovo, che si dice sia andato via dalla città di Oderzo con gran parte del suo gregge a causa dell’invasione longobarda, fondando la nuova città di Eraclea, e abbia costruito otto chiese a Venezia. (dal Martirologio)
Sant’Ivio, diacono e monaco – In Bretagna, sant’Ivio, diacono e monaco, che, discepolo di san Cutberto vescovo di Lindisfarne, attraversò il mare e dimorò in questa regione, assiduo nelle veglie e nei digiuni. (dal Martirologio)
San Giovanni, detto Xenos – A Nazogírea nell’isola di Creta, san Giovanni, detto Xenos, che diffuse nell’isola la vita monastica. (dal Martirologio)
San Pardolfo, abate – A Guéret nel territorio di Limoges in Aquitania, ora in francia, san Pardolfo, abate, che, noto per la sua santità di vita, si dice abbia messo in fuga dal suo chiostro i Saraceni sconfitti dal re Carlo Martello. (dal Martirologio)
Sant’Artaldo, vescovo – Nella Certosa di Arvières da lui fondata nella Borgogna, in Francia, sant’Artaldo, vescovo di Belley, che, monaco già quasi nonagenario, fu eletto vescovo contro la sua volontà, ma dopo appena un biennio fece ritorno alla vita monastica e visse fino all’età di centosei anni. (dal Martirologio)
Santa Maria Francesca delle Piaghe del Signore nostro Gesù Cristo (Anna Maria) Gallo, vergine – A Napoli, santa Maria Francesca delle Piaghe del Signore nostro Gesù Cristo (Anna Maria) Gallo, vergine del Terz’Ordine Secolare di San Francesco, ammirevole per la pazienza di fronte alle innumerevoli e continue sofferenze e avversità, per le penitenze e per l’amore di Dio e delle anime. (dal Martirologio)
San Francesco Tran Van Trung, martire – Presso la città di An-Hòa nell’antico An Nam, ora Viet Nam, san Francesco Tran Van Trung, martire, che, soldato, essendosi coraggiosamente rifiutato di rinnegare la fede cristiana, fu decapitato per ordine dell’imperatore Tu Duc. (dal Martirologio)
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