5 marzo: Mercoledì delle Ceneri, porta della Quaresima
Oggi ha inizio il tempo penitenziale che conduce alla Pasqua. Per tutti i credenti è giornata di digiuno e astinenza dalle carni

Con l’austero simbolo delle ceneri, la Liturgia romana inaugura il Tempo quaresimale, itinerario spirituale che prepara la comunità cristiana a celebrare i misteri pasquali, la aiuta a prendere consapevolezza del cammino di conversione alla quale è chiamata, la esorta ad accogliere con maggiore disponibilità la grazia di Dio.
Il Mercoledì delle Ceneri (o Giorno delle Ceneri o, più semplicemente, Le Ceneri), è il primo giorno della Quaresima. Esso è orientato alla celebrazione della Pasqua, come attesta la prima preghiera di benedizione delle ceneri: «…perché giungano completamente rinnovati a celebrare la Pasqua». La Chiesa chiede ai suoi fedeli di osservare in tale giorno il digiuno e l’astinenza dalle carni.
Il Mercoledì delle Ceneri ricorre circa quaranta giorni prima della Pasqua: dopo di esso si snodano le cinque domeniche di Quaresima e la domenica delle Palme. La data del Mercoledì delle Ceneri dipende quindi dalla data della Pasqua e cade nel periodo che va all’incirca dall’inizio di febbraio alla metà di marzo.
La specificazione “delle ceneri” è legata al rito liturgico che caratterizza la Messa di tale giorno: il celebrante pone una piccola quantità di cenere benedetta sulla fronte o sulla testa dei fedeli. Secondo la consuetudine, le ceneri da usare per il rito vengono ricavate dalla bruciatura dei rami d’ulivo che erano stati benedetti nella Domenica delle Palme dell’anno precedente.
Il significato del gesto è quello di ricordare la caducità della vita terrena e di introdurre all’impegno di conversione della Quaresima. La formula che accompagna l’imposizione delle ceneri ha due modalità: “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai” (cfr. Gen 3,19 ) e “Convertitevi e credete nel Vangelo” (cfr. Mc 1,15 ). Adrien Nocent suggerisce che «si potrebbero unire insieme l’antica e la nuova formula che, congiuntamente, esprimerebbero certo al meglio il significato della celebrazione: “Ricordati che sei polvere in polvere tornerai: dunque convertiti e credi al vangelo”».
Il Rito Ambrosiano, per il fatto che inizia la Quaresima la domenica immediatamente successiva, non ha il Mercoledì delle Ceneri: la benedizione e imposizione delle ceneri si compie dopo la Messa del primo lunedì di Quaresima; è questo quindi il giorno proprio delle ceneri. Per ragioni pastorali il rito delle ceneri si può compiere anche al termine della messa vespertina del sabato prima di Quaresima o nelle singole Messe della prima Domenica di Quaresima. Il giorno di digiuno e astinenza viene invece posticipato al primo venerdì di Quaresima.
L’uso di imporsi le ceneri sulla testa in segno di penitenza era praticato già nell’Antico Testamento (Gb 42,6 ; Gdt 4,16 ; Gio 3,6 ; ecc.), ed era conosciuto anche dai pagani.
La pratica della penitenza al principio della Quaresima era nell’antichità inculcata ai fedeli con l’espulsione dei pubblici penitenti da parte del vescovo.
Fu negli ultimi anni di San Gregorio Magno (†604) che si cominciò il digiuno quaresimale con il mercoledì precedente la I domenica di Quaresima; tale giorno fu perciò chiamato caput ieiunii, “inizio del digiuno”, o anche caput Quadragesimae, “inizio della Quaresima”.
Secondo i rituali romani del VII secolo, la mattina di questo giorno i penitenti si presentavano ai sacerdoti a ciò deputati nei vari titoli; a quei sacerdoti confessavano i propri peccati, se gravi e pubblici e ricevevano dal penitenziere una veste di ruvido cilicio cosparso di cenere, con l’ordine di ritirarsi in qualche monastero al fine di compiere la penitenza loro imposta. Durante tutta la Quaresima, fino al Giovedì Santo, giorno della riconciliazione, rimanevano sottoposti a diversi esercizi di penitenza.
Con la scomparsa della penitenza pubblica, invalse l’usanza che il clero e i fedeli si facessero imporre nel mercoledì delle ceneri le ceneri sulla testa in segno di penitenza. Tale uso fu prescritto poi dal Concilio di Benevento del 1091, al can. 4.
La benedizione delle ceneri era già in uso nel X secolo, e, come tutte le benedizioni, è un sacramentale: i fedeli, ricevendole piamente, chiedono con esse lo spirito delle vera penitenza.
Le orazioni per la benedizione delle ceneri risalgono al X secolo e sono documentate nell’Ordo Romanus V; ivi compaiono canti che sono quelli delle processioni di penitenza, di questo e di altri giorni di Quaresima.
Fu verso l’XI secolo che a Roma il papa, i membri del clero e il popolo, si raccoglievano il mercoledì delle ceneri dapprima nel titolo di Sant’Anastasia, e, fatta ivi l’imposizione della cenere, al canto delle litanie, in abiti di penitenza e a piedi nudi, si recavano processionalmente alla basilica di Santa Sabina sull’Aventino, dove, nel piccolo cimitero dell’atrio, il papa recitava un’orazione d’assoluzione, mentre il coro cantava il responsorio Immutemur, che rimase in uso fino al Concilio Vaticano II; poi incominciava la Messa. Di questo rito è rimasta fino alla riforma liturgica la statio in quella basilica.
Prima della riforma liturgica l’imposizione delle ceneri poteva essere praticata anche nella domenica seguente, purché le ceneri fossero state benedette nel loro giorno, cioè il mercoledì precedente. Inoltre la benedizione e l’imposizione delle ceneri aveva luogo all’inizio della Messa.
Il rituale comportava quattro orazioni da recitarsi tutte per la benedizione. L’imposizione delle ceneri era accompagnata dalla frase Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris, “Uomo, ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai”, ispirata a Gen 3,19 .
Con la riforma liturgica seguita al Vaticano II il Mercoledì delle Ceneri è stato reso l’inizio della Quaresima. Antecedentemente era preceduto dalle domeniche Settuagesima, Sessagesima e Quinquagesima, che furono soppresse. Il rito della benedizione e imposizione delle ceneri fu spostato dopo l’omelia.
Le quattro orazioni di benedizione vennero ridotte a una (con due formulari a scelta), preceduta da un invitatorio che sottolinea il significato di quanto si sta per compiere e che concentra l’attenzione non tanto sulle ceneri in sé stesse ma sul significato profondo della loro imposizione. Le orazioni stesse concentrano la loro attenzione in primo luogo sulla Quaresima come tempo di conversione.
Per l’imposizione delle ceneri, alla formula tradizionale se ne affiancò un’altra: “Convertitevi e credete al Vangelo”, tratta da Mc 1,15 . Le orazioni hanno subito delle variazioni, per esprimere meglio l’inizio del tempo liturgico e l’atteggiamento di penitenza e di carità da esso richiesto.
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