4 dicembre: San Giovanni Damasceno, sacerdote e dottore della Chiesa
Oggi si commemora un monaco-teologo siriano originario di famiglia araba ma di fede cristiana
San Giovanni Damasceno, sacerdote e dottore della Chiesa, che rifulse per santità e dottrina e lottò strenuamente con la parola e con gli scritti contro l’imperatore Leone l’Isaurico in difesa del culto delle sacre immagini. Divenuto monaco nel monastero di Mar Saba vicino a Gerusalemme, si dedicò qui alla composizione di inni sacri fino alla morte. Il suo corpo fu deposto in questo giorno. (dal Martirologio)
Giovanni nacque in una ricca famiglia cristiana. Molto giovane, assunse la carica di responsabile economico del califfato Yazīd. Ben presto, però, insoddisfatto della vita di corte, maturò la scelta monastica, entrando nella laura di san Saba, vicino a Gerusalemme, agli inizi dell’VIII secolo.
Senza allontanarsi mai dal monastero, si dedicò con tutte le sue forze all’ascesi e all’attività letteraria, ma non mancò di svolgere anche una certa attività pastorale, di cui danno testimonianza soprattutto le sue numerose omelie.
La tradizione vuole che la lotta dottrinale tra Giovanni e l’imperatore Leone III di Bisanzio, abbia visto Giovanni Damasceno vittima della violenza dell’imperatore, che lo accusò ingiustamente dinanzi al califfo, facendogli amputare la mano destra.
Durante la notte, assorto in preghiera, Giovanni promise alla Madre di Dio, che se l’arto gli fosse stato restituito, avrebbe continuato a difendere con la sua opera dottrinale la venerazione (proskynesis) delle sacre icone. Le sue preghiere furono esaudite e l’arto fu recuperato miracolosamente.
Come ex voto Giovanni fece porre una mano d’argento all’icona che aveva pregato con tanto fervore e questa da allora fu chiamata l’icona de La Madre di Dio delle tre mani, detta Tricherusa o Troerucica.
L’opera principale è la Fonte di conoscenza (Πηγὴ γνώσεως), divisa in tre parti (capitoli filosofici o dialettica, libro delle eresie, capitoli teologici o sulla fede ortodossa), giunta a noi in due redazioni, una anteriore al 742, l’altra con echi della disputa intorno alle immagini.
Su tale questione si hanno i tre Discorsi contro coloro che calunniano le sante immagini, che furono condannati, dopo la sua morte, dal Concilio iconoclasta di Hieria del 754. Questi discorsi, però, furono anche il motivo fondamentale della sua riabilitazione e canonizzazione da parte dei Padri ortodossi convocati nel II Concilio di Nicea del 787.
In questi testi è possibile rintracciare i primi importanti tentativi teologici di legittimazione della venerazione delle immagini sacre, collegando queste al mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio nel seno della Vergine Maria.
Inoltre sono ricordati: i Paralleli sacri, raccolta di citazioni scritturali e patristiche sulle virtù morali; le numerose Omelie, gl’inni per cui gli spetta un posto importantissimo nella storia della poesia liturgica bizantina.
Nel 1890 Papa Leone XIII lo ha proclamato dottore della Chiesa. L’attuale martirologio Romano lo ricorda il 4 dicembre come memoria facoltativa, come da sempre nella Chiesa orientale, mentre nella Chiesa Latina era in precedenza festeggiato il 27 marzo.
Altri Santi che la Chiesa commemora il 4 dicembre
Santa Barbara, vergine e martire – A Nicomedia, commemorazione di santa Barbara, che fu, secondo la tradizione, vergine e martire. (dal Martirologio)
Sant’Eracla, vescovo – Ad Alessandria d’Egitto, sant’Eracla, vescovo, che, discepolo di Origene, nonché suo compagno e successore nella scuola, rifulse di grande fama e fu eletto alla guida di questa sede. (dal Martirologio)
San Melezio, vescovo – A Sanaklar nel Ponto, nell’odierna Turchia, san Melezio, vescovo, che, già insigne per le sue doti di cultura, ancora più celebre fu per le sue virtù d’animo e per la sua integrità di vita. (dal Martirologio)
San Felice, vescovo – A Bologna, san Felice, vescovo, che era stato diacono della Chiesa di Milano sotto sant’Ambrogio. (dal Martirologio)
Sant’Apro, sacerdote – Presso Vienne nella Gallia lugdunense, ora in Francia, sant’Apro, sacerdote, che, lasciata la patria, si costruì una celletta e si ritirò ad una vita di solitudine e di penitenza. (dal Martirologio)
San Sigiramno, monaco – Nel territorio di Bourges, sempre in Francia, san Sigiramno, monaco, pellegrino e abate di Lonrai. (dal Martirologio)
Santa Adreílde o Ada, badessa – A Le Mans in Neustria, ora in Francia, santa Adreílde o Ada, badessa del monastero di Santa Maria. (dal Martirologio)
San Sola, sacerdote ed eremita – Nel monastero di Ellwangen nella Baviera, in Germania, san Sola, sacerdote ed eremita. (dal Martirologio)
San Giovanni, detto il Taumaturgo, vescovo – A Políboto in Frigia, nell’odierna Turchia, san Giovanni, detto il Taumaturgo, vescovo, che si adoperò molto, contro l’opinione dell’imperatore Leone l’Armeno, in favore del culto delle sacre immagini. (dal Martirologio)
Sant’Annone, vescovo – Nel monastero di Siegburg nella Renania, in Germania, sant’Annone, vescovo di Colonia, che, uomo di valoroso ingegno, fu tenuto in grande onore, al tempo dell’imperatore Enrico IV, tanto nella Chiesa quanto nelle vicende civili e pose mano alla fondazione di molte chiese e monasteri per accrescere la fede e la pietà. (dal Martirologio)
Sant’Osmundo, vescovo – A Salisbury in Inghilterra, sant’Osmundo, vescovo, che, passato insieme al re Guglielmo dalla Normandia in Inghilterra e promosso poi all’episcopato, celebrò la dedicazione della cattedrale e provvide all’amministrazione della sua sede e al decoro del culto divino. (dal Martirologio)
San Bernardo, vescovo – A Parma, san Bernardo, vescovo, che da monaco si dedicò sempre alla perfezione di vita, da cardinale al bene della Chiesa e da vescovo alla salvezza delle anime. (dal Martirologio)
San Giovanni Calabria, sacerdote – A Verona, san Giovanni Calabria, sacerdote, che fondò la Congregazione dei Poveri Servi e delle Povere Serve della Divina Provvidenza. (dal Martirologio)
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