31 maggio: Visitazione della Beata Vergine Maria

La Chiesa ricorda oggi l’incontro tra Elisabetta e sua cugina Maria

Festa della Visitazione della Beata Vergine Maria, quando venne da Elisabetta sua parente, che nella vecchiaia aveva concepito un figlio, e la salutò. Nel gioioso incontro tra le due future madri, il Redentore che veniva santificò il suo precursore già nel grembo e Maria, rispondendo al saluto di Elisabetta ed esultando nello Spirito, magnificò il Signore con il cantico di lode. (dal Martirologio)

Dalle «Omelie» di san Beda il Venerabile, sacerdote (Lib. 1, 4; CCL 122, 25-26, 30) «L’anima mia magnifica il Signore ed il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore» (Lc 1, 46). Con queste parole Maria per prima cosa proclama i doni speciali a lei concessi, poi enumera i benefici universali con i quali Dio non cessò di provvedere al genere umano per l’eternità.

Magnifica il Signore l’anima di colui che volge a lode e gloria del Signore tutto ciò che passa nel suo mondo interiore, di colui che, osservando i precetti di Dio, dimostra di pensare sempre alla potenza della sua maestà. Esulta in Dio suo salvatore, lo spirito di colui che solo si diletta nel ricordo del suo creatore dal quale spera la salvezza eterna.

Queste parole, che stanno bene sulle labbra di tutte le anime perfette, erano adatte soprattutto alla beata Madre di Dio. Per un privilegio unico essa ardeva d’amore spirituale per colui della cui concezione corporale ella si rallegrava. A buon diritto ella poté esultare più di tutti gli altri santi di gioia straordinaria in Gesù suo salvatore. Sapeva infatti che l’autore eterno della salvezza, sarebbe nato dalla sua carne, con una nascita temporale e in quanto unica e medesima persona, sarebbe stato nello stesso tempo suo figlio e suo Signore.

«Cose grandi ha fatto a me l’onnipotente e santo è il suo nome». Niente dunque viene dai suoi meriti, dal momento che ella riferisce tutta la sua grandezza al dono di lui, il quale essendo essenzialmente potente e grande, è solito rendere forti e grandi i suoi fedeli da piccoli e deboli quali sono. Bene poi aggiunse: «E Santo è il suo nome», per avvertire gli ascoltatori, anzi per insegnare a tutti coloro ai quali sarebbero arrivate le sue parole ad aver fiducia nel suo nome e a invocarlo. Così essi pure avrebbero potuto godere della santità eterna e della vera salvezza, secondo il detto profetico: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato» (Gl 3, 5).

Infatti è questo stesso il nome di cui sopra si dice: «Ed esultò il mio spirito in Dio, mio salvatore». Perciò nella santa Chiesa è invalsa la consuetudine bellissima ed utilissima di cantare l’inno di Maria ogni giorno nella salmodia vespertina. Così la memoria abituale dell’incarnazione del Signore accende di amore i fedeli, e la meditazione frequente degli esempi di sua Madre, li conferma saldamente nella virtù. Ed è parso bene che ciò avvenisse di sera, perché la nostra mente stanca e distratta in tante cose, con il sopraggiungere del tempo del riposo si concentrasse tutta in se medesima.

Altri Santi che la Chiesa commemora il 31 maggio

Santa Petronilla, vergine e martire – A Roma nel cimitero di Domitilla sulla via Ardeatina, santa Petronilla, vergine e martire. (dal Martirologio)

Sant’Ermia, soldato, martire – A Gumenek nel Ponto, nell’odierna Turchia, sant’Ermia, soldato, martire. (dal Martirologio)

Santi Canzio, Canziano e Canzianilla, martiri – Ad Aquileia in Friuli, santi Canzio, Canziano e Canzianilla, martiri, che, arrestati dal persecutore mentre si allontanavano su un carro dalla città, furono infine condotti al supplizio. (dal Martirologio)

San Silvio, vescovo – A Tolosa nella Gallia narbonense, ora in Francia, san Silvio, vescovo, che per primo diede decoro al sepolcro di san Saturnino con la costruzione di una basilica. (dal Martirologio)

San Noè Mawaggali, martire –
In località Mityana in Uganda, san Noè Mawaggali, martire, che fu domestico del re: rifiutando impavidamente di cercare la fuga durante la persecuzione, offrì spontaneamente il petto alle lance dei soldati e, dopo esserne stato trafitto, fu appeso ad un albero, finché rese lo spirito per Cristo. (dal Martirologio)

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