30 novembre: Sant’Andrea, apostolo

Oggi la Chiesa ricorda un apostolo di Gesù Cristo, fratello di san Pietro

Festa di sant’Andrea, Apostolo: nato a Betsaida, fratello di Simon Pietro e pescatore insieme a lui, fu il primo tra i discepoli di Giovanni Battista ad essere chiamato dal Signore Gesù presso il Giordano, lo seguì e condusse da lui anche suo fratello. Dopo la Pentecoste si dice abbia predicato il Vangelo nella regione dell’Acaia in Grecia e subíto la crocifissione a Patrasso. La Chiesa di Costantinopoli lo venera come suo insigne patrono. (dal Martirologio)

Il nome dell’apostolo è di origine greca (da ανδρεία, andreía, “virilità, valore”). Era raro tra i giudei palestinesi dell’epoca: il Lexicon della Ilan censisce solo altri 2 uomini di nome Andrea, per una ricorrenza relativa complessiva dello 0,1%.

Era il fratello di san Pietro. Il fatto che nelle liste apostoliche venga citato sempre dopo il fratello può far pensare che Andrea fosse il minore tra i due, ma la priorità di Pietro può derivare anche dal suo ruolo eminente nel collegio dei Dodici. Il padre di entrambi si chiamava Giona (Mt 16,17 ) o meno probabilmente Giovanni (Gv 1,42 ): la forma aramaicizzante di Mt può giocare a favore di una maggiore antichità e dunque autenticità, della sua informazione.

Era originario di Betsaida sulle rive del Lago omonimo in Galilea (Gv 1,44 ) e, assieme al fratello Pietro, esercitava il mestiere di pescatore; la tradizione vuole che Gesù stesso lo avesse chiamato a essere suo discepolo invitandolo a essere per lui “pescatore di uomini” (ἁλιείς ἀνθρώπων, halieís anthrópon. Agli inizi della vita pubblica di Gesù, occupavano la stessa casa a Cafarnao (Mc 1,21.29 ).

Il Vangelo secondo Giovanni ricorda che Andrea era stato anche discepolo di San Giovanni Battista, che per primo gli ordinò di seguire Gesù, continuatore della sua opera (Gv 1,35-40 ). Andrea fu il primo a riconoscere in Gesù il Messia e a farlo conoscere al fratello (Gv 1,41 ). Presto entrambi divennero discepoli di Cristo. In un’occasione successiva, prima della definitiva vocazione all’Apostolato, essi erano definiti come grandi amici e lasciarono tutto per seguire Gesù (Lc 5,11 ; Mt 4,19-20 ; Mc 1,17-18 ).

Nel corso dei Vangeli, Andrea è indicato essere presente in molte importanti occasioni come uno dei discepoli più vicini a Gesù (Mc 13,3 ; Gv 6,8;12,22 ), ma negli Atti degli Apostoli si trova solo una menzione marginale della sua figura (At 1,13 ).

Eusebio di Cesarea ricorda nelle sue “Origini” che Andrea aveva viaggiato in Asia Minore e in Scizia, lungo il Mar Nero come del resto anche sul Volga e sul Kiev: per questo motivo egli è divenuto santo patrono della Romania e della Russia. Secondo la tradizione, egli fu il fondatore della Sede Episcopale di Bisanzio (Costantinopoli), dal momento che l’unico Vescovato dell’area asiatica che era già stato fondato era quello di Eraclea.

Nel 38, su questa sede gli succedette Stachys. La Diocesi nel 330 diventerà Arcidiocesi di Costantinopoli e il suo Arcivescovo assumerà il titolo di Metropolita ed Esarca, per poi diventare Patriarcato di Costantinopoli. Andrea è riconosciuto anche come Santo Patrono della Sede episcopale.

La tradizione vuole che Andrea sia stato martirizzato mediante crocifissione a Patrasso (Patrae) in Acaia (Grecia). Dai primi testi apocrifi, come ad esempio gli Atti di Andrea, citati da Gregorio di Tours nel Monumenta Germaniae Historica, si sa che Andrea venne legato e non inchiodato su una croce latina (simile a quella dove Cristo era stato crocifisso), ma la tradizione vuole che Andrea sia stato crocifisso su una croce di forma detta Croce decussata (a forma di X) e comunemente conosciuta con il nome di “Croce di Sant’Andrea”.

Questa venne adottata per sua personale scelta, dal momento che egli non avrebbe mai osato eguagliare il maestro, Gesù, nel martirio. Questa iconografia di Sant’Andrea appare a ogni modo solo attorno al X secolo, ma non divenne comune sino al XVII secolo. Proprio per il suo martirio, Sant’Andrea è divenuto anche il Santo Patrono di Patrasso.

Gli scritti apocrifi che compongono gli Atti di Andrea, menzionati da Eusebio di Cesarea, Epifanio di Salamina e da altri, è compreso in un gruppo disparato di Atti degli apostoli che vengono tradizionalmente attribuiti a Lucio Carino. Questi atti risalgono al III secolo e, assieme al Vangelo di Andrea, appaiono tra i libri rigettati dalla chiesa nel Decretum Gelasianum di Papa Gelasio I.

La serie completa degli Atti venne edita e pubblicata da Konstantin von Tischendorf nel suo Acta Apostolorum apocrypha (Lipsia, 1821), che si occupò di riordinarli per la prima volta in modo ordinato e professionale. Un’altra versione è presente nella Passio Andreae, pubblicata da Max Bonnet (Supplementum II Codicis apocryphi, Parigi, 1895).

Andrea è santo patrono in Scozia, Russia, Romania, Grecia, Amalfi e a Luqa (Malta). Egli è anche santo patrono in Prussia. Nella bandiera della Scozia (e di conseguenza quella del Regno Unito e nello stemma della Nuova Scozia) figura la croce di sant’Andrea, come pure nella bandiera di Tenerife e nell’insegna della marina russa. Si trova pure nella bandiera dei confederati degli Stati Uniti d’America, anche se il fondatore, William Porcher Miles, riteneva di aver cambiato l’insegna da una croce classica a una decussata per motivi araldici e non religiosi.

La festa di Sant’Andrea è ricordata il 30 novembre nelle Chiese d’Oriente e d’Occidente ed è festa nazionale in Scozia.

Dopo il martirio di sant’Andrea, secondo la tradizione, le sue reliquie vennero spostate da Patrasso a Costantinopoli; leggende locali dicono che le reliquie vennero vendute dai romani.

La testa del Santo, insieme ad altre reliquie (vale a dire un mignolo e alcune piccole parti della croce) venne donata da Tommaso Paleologo, despota della Morea spodestato dai turchi a Papa Pio II nel 1461, in cambio dell’impegno per una crociata che avrebbe dovuto riprendere Costantinopoli.

Il Papa accettò il dono promettendo di restituire le reliquie quando la Grecia fosse stata liberata e ne inviò la mandibola, custodita nell’antico reliquiario, a Pienza. Per decisione di Papa Paolo VI nel 1964 le reliquie conservate a Roma vennero inviate nuovamente a Patrasso all’interno dell’antico reliquiario bizantino, fino ad allora custodito nella Cattedrale pientina; in cambio il Papa donò alla Cattedrale di Pienza il busto-reliquiario della testa commissionato da Pio II a Simone di Giovanni Ghini per la Basilica di San Pietro in Vaticano.

Le reliquie rese sono a tutt’oggi custodite nella Chiesa di sant’Andrea a Patrasso in una speciale urna e vengono mostrate ai fedeli in occasione della festa del 30 novembre.

Tutte le reliquie conosciute attribuite a sant’Andrea sono dislocate in alcuni punti fondamentali della sua venerazione: nella Basilica di sant’Andrea a Patrasso, in Grecia, nel Duomo di Sant’Andrea di Amalfi, Italia, nella Cattedrale di Santa Maria, a Edimburgo, in Scozia e nella Chiesa di Sant’Andrea e Sant’Alberto a Varsavia, in Polonia. Altro luogo ove sono custodite reliquie del Santo è il Casino di Cicco sito in Sant’Apollinare (Italia).

San Girolamo scrisse che le reliquie di Andrea vennero portate da Patrasso a Costantinopoli per ordine dell’imperatore romano Costanzo II nel 357. Qui rimasero sino al 1208 quando vennero trasferite ad Amalfi, in Italia, dal Cardinale Pietro Capuano, nativo di Amalfi. Nel XV secolo, la testa di Sant’Andrea fu portata a Roma, dove venne posta in una teca in uno dei quattro pilastri principali della Basilica di San Pietro.

Nel settembre 1964, come gesto di apertura verso la Chiesa ortodossa greca, Papa Paolo VI consegnò un dito e parte della testa alla Chiesa di Patrasso. La Cattedrale di Amalfi, dedicata appunto a sant’Andrea (come del resto la città stessa), contiene una tomba nella sua cripta che continua a contenere alcune altre reliquie dell’Apostolo.

La tradizione rumena vuole che Sant’Andrea (chiamato Sfântul Apostol Andrei) sia stato uno dei primi a portare il cristianesimo nella Scizia Minore, l’attuale Dobrogea, al popolo locale dei Daci (antenati dei rumeni). In Ippolito di Antiochia (m. circa 250) nel suo Sugli apostoli, in Origene nel III libro dei suoi Commentari sulla Genesi (c. 254), in Eusebio di Cesarea nel suo Storia della Chiesa (c. 340) e presso altre fonti come il Martirio di Usaard scritto tra il 845 e il 865, Sant’Andrea viene citato come pellegrino in questa regione.

Tre sono i toponimi e numerose antiche tradizioni e favole sono riconducibili a Sant’Andrea, molte delle quali possono addirittura vantare un substrato pre-cristiano. Esiste anche una caverna dove si ritiene che egli abbia alloggiato. La misteriosa tradizione che vuole che egli fosse solito battezzare nel villaggio di Copuzu è anche collegata da molti etnologi con il fenomeno delle campagne di cristianizzazione legate agli apostoli.

Alla metà del X secolo, Andrea divenne Santo Patrono della Scozia. Molte leggende volevano che le reliquie di Sant’Andrea fossero state traslate con poteri soprannaturali da Costantinopoli al luogo attualmente denominato “Sant’Andrea” (in pitico, Muckross; in gaelico, Cill Rìmhinn).

Due sono i manoscritti scozzesi più antichi: uno è raggruppato assieme agli scritti di Jean-Baptiste Colbert e venne donato a Luigi XIV di Francia e attualmente si trova alla Bibliothèque Nationale di Parigi, l’altro è contenuto nel Messale Harleiano nella British Library di Londra. Questi documenti ricordano che le reliquie di sant’Andrea vennero portate da Regolo al re dei Piti Óengus I Mac Fergusa (729-761).

L’unico Regolo conosciuto dagli storici (detto anche Riagail o Rule), il cui nome è tutt’oggi ricordato dalla torre di san Rule, fu un monaco irlandese espulso dall’Irlanda con san Colombano; la sua vita, a ogni modo, sarebbe da collocarsi tra il 573 e il 600.

Vi sono buone ragioni per credere che le reliquie facessero originariamente parte della collezione del vescovo Acca di Hexham e che vennero da quest’ultimo portate ai Piti da Hexham (c. 732), dove venne fondata una sede episcopale, non come avrebbe voluto la tradizione a Galloway, ma sul luogo detto di Sant’Andrea. La connessione fatta con Regolo, a ogni modo, è dovuta con tutta probabilità al desiderio di datare la fondazione della Chiesa di Sant’Andrea in tempi più remoti possibili e quindi più vicini al martirio del Santo.

Un’altra leggenda vuole che nel tardo VIII secolo, durante una delle battaglie contro gli inglesi, il re Ungo (lo stesso Óengus I Mac Fergusa menzionato precedentemente oppure Óengus II dei Piti (820-834), vide una nuvola incrociata a salterio e disse ad alta voce ai propri compagni di osservare il fenomeno, indicativo di una protezione di Sant’Andrea e che se avessero vinto per questa grazia, lo avrebbero eletto quale loro Santo Patrono. A ogni modo, si ha ragione di ritenere che Sant’Andrea fosse già venerato in Scozia prima di questa data.

Le connessioni di Andrea con la Scozia sono probabilmente da attribuirsi anche al Sinodo di Whitby, dove la Chiesa celtica guidata da san Colombano sancì che, a giudicare dalle Scritture, il fratello minore di Pietro aveva dovuto avere un ruolo addirittura superiore a tutti gli Apostoli. Nel 1320 la Dichiarazione di Arbroath definì sant’Andrea come “il primo a essere divenuto Apostolo”.

Numerose Chiese Parrocchiali di Scozia e Congregazioni della Chiesa cristiana del paese sono dedicate a Sant’Andrea. La Chiesa nazionale del popolo scozzese a Roma è la chiesa di Sant’Andrea degli Scozzesi.

Altri Santi che la Chiesa commemora il 30 novembre

San Mirocléto, vescovo – A Milano, san Mirocléto, vescovo, che sant’Ambrogio ricorda tra i fedeli vescovi suoi predecessori. (dal Martirologio)

San Tugdual, detto Pabu, abate e vescovo – Nella Bretagna in Francia, san Tugdual, detto Pabu, abate e vescovo, che fondò un monastero nel territorio di Tréguier. (dal Martirologio)

San Galgano Guidotti, eremita – Presso il monte Siepi in Toscana, san Galgano Guidotti, eremita, che, convertitosi a Dio dopo una gioventù dissipata, passò il resto della sua vita in una volontaria mortificazione del corpo. (dal Martirologio)

San Cutberto Mayne, sacerdote e martire – A Lanceston in Inghilterra, san Cutberto Mayne, sacerdote e martire, che, abbracciata le fede cattolica e ordinato sacerdote, esercitò il suo ministero in Cornovaglia, finché, condannato a morte sotto la regina Elisabetta I per aver reso di pubblico dominio una Lettera Apostolica, fu consegnato al patibolo, primo fra gli studenti del Collegio Inglese di Douai. (dal Martirologio)

San Taddeo Liu Ruiting, sacerdote e martire – In località Quxian nella provincia di Sichuan in Cina, san Taddeo Liu Ruiting, sacerdote e martire, strangolato in odio alla fede. (dal Martirologio)

San Giuseppe Marchand, sacerdote – Presso Huê nell’antico An Nam, ora Viet Nam, san Giuseppe Marchand, sacerdote della Società per le Missioni Estere di Parigi e martire, che fu condannato al supplizio delle cento frustate sotto l’imperatore Minh Mang.

Per iscriverti al nostro canale Telegram con solo le notizie di Papa & Vaticano, clicca su questo link
Seguici anche su Facebookclicca su questo link