30 giugno: Santi primi Martiri della Chiesa di Roma
Oggi la Chiesa commemora i santi martiri romani rimasti senza nome, i quali morirono atrocemente a causa della persecuzione scatenata dall’imperatore Nerone
Santi protomartiri della Santa Chiesa di Roma, che accusati dell’incendio della Città furono per ordine dell’imperatore Nerone crudelmente uccisi con supplizi diversi: alcuni, infatti, furono esposti ai cani coperti da pelli di animali e ne vennero dilaniati; altri furono crocifissi e altri ancora dati al rogo, perché, venuta meno la luce del giorno, servissero da lampade notturne. Tutti questi erano discepoli degli Apostoli e primizie dei martiri che la Chiesa di Roma presentò al Signore. (dal Martirologio)
La ricorrenza dei Primi martiri della Chiesa romana commemora i santi rimasti senza nome, i quali morirono atrocemente a causa della persecuzione scatenata dall’imperatore Nerone (54-68) a Roma, a partire dal luglio 64 e protrattasi fino al 67.
La persecuzione seguì quasi immediatamente all’incendio di Roma, scatenatosi nella notte del 18 luglio 64 e fu un’iniziativa dell’imperatore, il quale tentò di utilizzare questa mossa sanguinaria per allontanare da sé l’ira del popolo. Lo storico latino Tacito che pur non vedeva di buon grado questa setta nascente, nei suoi Annales, non nascose una certa compassione verso i Cristiani.
Per cercare di discolparsi, Nerone scaricò sui seguaci di Cristo le colpe che lo mettevano in cattiva luce di fronte ai suoi sudditi, accusandoli di qualsiasi calamità avventatasi su Roma. Le conseguenze del suo vile gesto furono atroci per i Cristiani e perdurarono per ben quattro anni. Orrendi episodi di violenza perdurarono non solo nelle menti dei Cristiani superstiti, ma anche in quelle del popolo romano, atterrito da questi massimi livelli di crudeltà umana.
Le maggior parte delle esecuzioni, stando al racconto di Papa Clemente, avvenivano presso i giardini vaticani, messi a disposizione per questo scopo dal crudele Nerone. I metodi di esecuzione erano tra i più ambigui e non risparmiavano affatto crudeli beffe per i condannati. Numerosi cristiani, presso i giardini del colle Oppio, vennero cosparsi di pece e venne appiccato loro fuoco affinché fornissero luce nella notte; bambini e donne vennero ricoperti della pelle di alcuni animali e offerti in pasto alle bestie feroci; altri cristiani vennero invece crocifissi o ancora decapitati.
Tra le vittime più illustri di questa persecuzioni ci furono i due più grandi apostoli, capostipiti della Chiesa Romana: Pietro, condannato al supplizio della crocifissione nel circo neroniano, e Paolo, l’instancabile missionario, decapitato alle Aquae Salvie verso l’anno 65 (o 67).
Seppure la maggior parte delle vittime della persecuzione di Nerone vengano commemorate il 30 giugno, la Chiesa cattolica ha fornito ancora altre date per ricordare altre vittime dell’imperatore: tra queste, San Torpè (decapitato nel 65), ricordato il 29 aprile; Processo e Martiniano (decapitati nell’anno 67), festeggiati il 2 luglio; Basilissa e Anastasia (anch’esse decapitate, nel 68), commemorate il 15 aprile.
Altri Santi che la Chiesa commemora il 30 giugno
San Basílide – Ad Alessandria d’Egitto, san Basílide, che, sotto l’imperatore Settimio Severo, avendo cercato di proteggere dagli insulti di uomini volgari la santa vergine Potamiena che stava conducendo al supplizio, ricevette il compenso di questo suo pietoso servizio: convertito infatti a Cristo dalle preghiere di lei, dopo un breve combattimento, divenne martire glorioso. (dal Martirologio)
San Marziale, vescovo – A Limoges in Aquitania, in Francia, san Marziale, vescovo. (dal Martirologio)
San Berticranno, vescovo – A Le Mans nel territorio della Neustria, sempre in Francia, san Berticranno, vescovo, pastore di pace e premuroso verso i poveri e i monaci. (dal Martirologio)
Santa Erentrude, badessa – A Salisburgo nell’antica Baviera, ora in Austria, santa Erentrude, prima badessa del monastero di Nonnberg e nipote di san Ruperto, la cui predicazione sostenne con la preghiera e le opere. (dal Martirologio)
San Teobaldo, sacerdote ed eremita – A Salaníca in provincia di Vicenza, san Teobaldo, sacerdote ed eremita, che, nato dai conti di Champagne in Francia, insieme all’amico Gualterio preferì a onori e ricchezze le peregrinazioni per Cristo, la povertà e la solitudine. (dal Martirologio)
San Ladislao – A Nitra sull’omonimo fiume presso i monti Carpazi, nell’odierna Slovacchia, transito di san Ladislao, che, re di Ungheria, durante il suo regno ristabilì le leggi cristiane introdotte da santo Stefano, riformando i costumi e dando lui stesso esempio di virtù; si adoperò con zelo nel propagare la fede cristiana nella Croazia, unita al regno di Ungheria, istituendo la sede episcopale a Zagabria. Morì mentre muoveva guerra ai Boemi e il suo corpo fu poi deposto a Oradea in Transilvania. (dal Martirologio)
Sant’Ottone, vescovo – A Bamberg in Franconia, nell’odierna Germania, sant’Ottone, vescovo, che si dedicò con fervore all’evangelizzazione della Pomerania. (dal Martirologio)
Sant’Adolfo, vescovo – A Osnabrück in Sassonia, sempre in Germania, sant’Adolfo, vescovo, che accolse nel monastero di Altencamp le consuetudini cistercensi. (dal Martirologio)
San Vincenzo Do Yen, sacerdote – Nella città di Hai Duong nel Tonchino, ora Viet Nam, san Vincenzo Do Yen, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori e martire, che morì decapitato sotto l’imperatore Minh Mang in odio alla fede cristiana. (dal Martirologio)
Santi Raimondo Li Quanzhen e Pietro Li Quanhui, martiri – Nel territorio di Chendun presso Jaohe nella provincia dello Hebei in Cina, santi Raimondo Li Quanzhen e Pietro Li Quanhui, martiri, che, fratelli, durante la persecuzione scatenata dai seguaci della setta dei Boxer, diedero una insigne testimonianza per Cristo: il primo, infatti, condotto in un tempio pagano, si rifiutò di venerare falsi dèi e morì così sotto i colpi delle percosse; l’altro fu ucciso con non minore crudeltà. (dal Martirologio)
Per iscriverti al nostro canale Telegram con solo le notizie di Papa & Vaticano, clicca su questo link