29 gennaio: San Costanzo di Perugia, vescovo

Oggi si ricorda il primo Vescovo che occupò la Cattedra di Perugia, poi martirizzato durante le persecuzioni dell’imperatore Marco Aurelio

A Perugia, san Costanzo, vescovo. (dal Martirologio)

San Costanzo di Perugia è stato un vescovo e martire latino. Il primo a occupare la cattedra di Perugia, fu martirizzato al tempo dell’imperatore Marco Aurelio, durante le persecuzioni dell’Impero Romano nei confronti dei cristiani.

Secondo la tradizione, fu tradotto per mano di alcuni soldati davanti al console Lucio, durante la persecuzione di Marco Aurelio e barbaramente flagellato, quindi immerso nell’acqua bollente, da dove uscì miracolosamente illeso.

Ricondotto in carcere, convertì i suoi custodi, che lo aiutarono a fuggire. Rifugiatosi a casa di Anastasio, cristiano, fu con questo di nuovo arrestato e decapitato nella città di Foligno. Le diverse redazioni della Passio sono concordi nello assegnare il suo martirio al tempo di Marco Aurelio in una località presso Foligno denominata il Trivio.

Il santo perugino aveva infatti in questa città, vicino a Porta Romana, una chiesa che, secondo lo Ludovico Jacobilli, fu demolita nel 1527. Questi afferma inoltre che, al suo tempo, tale località era chiamata ancora campagna di S. Costanzo.

Tutte le redazioni della Passio affermano che il santo, dopo il martirio, fu portato a Perugia e sepolto non lontano dalla città in, un luogo detto Areola fuori Porta S. Pietro, dove venne costruita la prima cattedrale di Perugia. In questo medesimo luogo fu eretta l’attuale chiesa di San Costanzo, consacrata, secondo un’iscrizione esistente nell’antico altare, nel 1205 dal vescovo di Perugia, Viviano.

Il suo culto si diffuse anche fuori dell’Umbria. Nel 1781 fu fatta una ricognizione delle sue reliquie e nel 1825 furono traslate dal vecchio al nuovo altare, sempre nella attuale chiesa di San Costanzo.

Alla intercessione di san Costanzo furono attribuiti due miracoli: una donna affetta da completa cecità si fece portare ai piedi del santo per ricevere la benedizione e implorare aiuto.

Dopo la sua benedizione, si dice che la donna riacquistò completamente la vista. Il secondo miracolo riguarda un nobile perugino di nome Crescenzio, sofferente da molti anni di inguaribile paralisi alle estremità inferiori. Anch’egli sospinto da viva fede, andò da Costanzo e, avuta la benedizione, subito fu risanato.

Altri Santi che la Chiesa commemora il 29 gennaio

Santi martiri Charbel e Bebáia – A Edessa nell’Osroene, oggi in Turchia, santi martiri Charbel, sacerdote, e Bebáia, sua sorella, che si tramanda siano stati condotti al battesimo dal vescovo san Barsimeo e abbiano subito il martirio per Cristo. (dal Martirologio)

Santi martiri Pápia e Mauro – A Roma sulla via Nomentana nel cimitero Maggiore, santi martiri Pápia e Mauro, soldati. (dal Martirologio)

Santi martiri Gioventino e Massimino – Ad Antiochia di Siria, oggi in Turchia, santi martiri Gioventino e Massimino, coronati dal martirio sotto l’imperatore Giuliano l’Apostata. (dal Martirologio)

San Valerio, vescovo – A Treviri nella Gallia belgica, ora in Germania, san Valerio, vescovo, che resse per secondo questa sede. (dal Martirologio)

Sant’Afraate, anacoreta – Vicino ad Antiochia di Siria, oggi in Turchia, sant’Afraate, anacoreta, che, nato ed educato tra i Persiani, seguendo le orme dei magi, a Betlemme si convertì al Signore e, raggiunta Edessa, si ritirò in una piccola abitazione fuori le mura; ad Antiochia, infine, difese la fede cattolica dagli ariani con la predicazione e con gli scritti. (dal Martirologio)

San Gilda, detto il Sapiente, abate – In Bretagna, san Gilda, detto il Sapiente, abate: scrisse sullo sterminio della Bretagna, deplorando le sventure del suo popolo e rimproverando la malvagità dei principi e del clero; si tramanda che abbia fondato il monastero di Rhuys di fronte al mare e che sia morto nell’isola di Houat. (dal Martirologio)

San Sulpicio Severo, vescovo – Presso Bourges in Aquitania, in Francia, san Sulpicio Severo, vescovo, senatore delle Gallie, di cui san Gregorio di Tours lodò la saggezza, la cura pastorale e lo zelo nel restaurare la disciplina. (dal Martirologio)

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