29 agosto: Martirio di San Giovanni Battista

La Chiesa oggi ricorda il martirio dell’ultimo dei profeti giudei, il precursore del Cristo

Memoria della passione di san Giovanni Battista, che il re Erode Antipa tenne in carcere nella fortezza di Macheronte nell’odierna Giordania e nel giorno del suo compleanno, su richiesta della figlia di Erodiade, ordinò di decapitare. Per questo, Precursore del Signore, come lampada che arde e risplende, rese sia in vita sia in morte testimonianza alla verità. (dal Martirologio)

Le vicende relative alla morte di Giovanni Battisti sono narrate dai vangeli sinottici (Mt 14,3-12 ; Mc 6,17-29 ; Lc 3,19-20;9,7-9 ; v. anche Gv 3,24 ) e da Giuseppe Flavio.

Lo storico giudeo-romano ne fornisce una relazione breve e asciutta: sebbene Giovanni non avesse detto o fatto nulla di male, poiché aveva un forte ascendente sul popolo (cfr. anche i pubblicani e soldati citati da Lc 3,12-14 ), il re Erode Antipa lo imprigionò e lo fece uccidere (non viene descritto in che modo) nella fortezza di Macheronte, in Perea, per evitare eventuali future sommosse.

Giuseppe non indica astio nell’azione di Erode, né vi sono tracce di ammirazione, ma la condanna sembra derivare da un freddo e spietato calcolo politico. Non vengono fornite indicazioni cronologiche, ma l’uccisione è precedente alla spedizione di Erode contro il re nabateo Areta IV (circa 35-36).

I vangeli sinottici invece ne forniscono una versione, per così dire, romanzata, che ha per sfondo gli intricati legami della dinastia erodiana.[30] Secondo la ricostruzione più diffusa tra gli studiosi, Erode Antipa era sposato con una figlia (di nome ignoto) del re nabateo Areta, in un matrimonio chiaramente politico.

A Roma però Antipa aveva conosciuto sua nipote Erodiade (figlia di Aristobulo, figlio di Erode il Grande e fratellastro di Antipa), la moglie del suo fratellastro Erode Filippo I, e se ne era invaghito. Antipa aveva ripudiato la principessa nabatea, ed Erodiade aveva ripudiato il marito Filippo (cosa non lecita secondo il diritto giudaico che ammette il divorzio da parte del solo marito, Dt 24,1-3 , ma possibile in quello romano) per sposare il suo più potente fratellastro. Il Battista criticò pubblicamente questa unione illegittima che doveva essere stata popolarmente malvista (cfr. Giuseppe Flavio, per cui Erodiade “facendo confusione con [la legge] dei padri ripudiò il marito ancora vivente”), sia perché adulterina che anche consanguinea (Lev 18,16;20,21 ).

Antipa allora fece incarcerare Giovanni ma non sembra avesse avuto una risoluta intenzione di ucciderlo, o perché lo rispettava (“sapendolo giusto e santo”, “lo ascoltava volentieri”, Mc 6,20 ) o perché (in accordo con Giuseppe Flavio) temeva reazioni del popolo che “lo considerava un profeta”, Mc 14,5 . Erode si mostra dunque indeciso, come farà poco tempo dopo in occasione del processo di Gesù (Lc 23,11 ).

Non è chiaro quanto tempo Battista sia rimasto imprigionato, verosimilmente nella fortezza di Macheronte, in Perea. Assumendo la storicità della delegazione mandata da Giovanni a Gesù (v. dopo), che era attivo prevalentemente in Galilea, deve essersi trattato di un periodo abbastanza lungo (qualche settimana? Qualche mese?).

La sua prigionia ebbe un brusco epilogo in occasione del compleanno di Antipa. La figlia di Erodiade (Salomè, ma il nome non compare nei vangeli) danzò di fronte al re e alla sua corte. Antipa, compiaciuto, gli chiese cosa volesse in cambio e la ragazza, sobillata dalla madre (la vera causa del rimprovero del Battista al re era in definitiva il comportamento “scostumato” della donna), chiese la testa di Giovanni e fu accontentata (il proverbiale “piatto d’argento” non è così specificato dai vangeli, anche se rimane verosimile dato il contesto di corte).

I vangeli terminano il racconto con l’indicazione della sepoltura del corpo decapitato in un luogo non precisato che la tradizione successiva ha identificato con Sebaste, in Samaria (che appare improbabile per la lontananza sia dalla Perea che dalla Galilea) oppure nella stessa Macheronte, e l’informazione dell’accaduto a Gesù. I vangeli non indicano esplicitamente luogo e tempo della morte.

Rimane possibile l’indicazione della fortezza-palazzo di Macheronte (v. Giuseppe Flavio) come luogo della prigionia, della festa e della decapitazione. Il riferimento a Gesù, che era impegnato nel suo ministero itinerante, permette di datarne la morte tra il 28 (v. Inizio del ministero di Gesù) e il 7 aprile 30, dunque attorno al 29.

Altri Santi che la Chiesa commemora il 29 agosto

Santa Basilla, martire – Presso Srijem nell’odierna Croazia, santa Basilla. (dal Martirologio)

Sant’Adelfo, vescovo – A Metz nella Gallia belgica, ora in Francia, sant’Adelfo, vescovo. (dal Martirologio)

San Vittore, eremita – Nel territorio di Nantes in Bretagna, san Vittore, eremita, che visse recluso in un piccolo oratorio da lui stesso costruito presso La Chambon. (dal Martirologio)

San Sebbo – A Londra in Inghilterra, commemorazione di san Sebbo, che, re della Sassonia orientale molto devoto a Dio, lasciato il regno, volle morire vestendo l’abito monastico che aveva a lungo desiderato. (dal Martirologio)

San Mederíco, sacerdote e abate – A Parigi nel territorio della Neustria, in Francia, san Mederíco, sacerdote e abate di Autun, che visse in una cella vicino alla città (dal Martirologio)

Per iscriverti al nostro canale Telegram con solo le notizie di Papa & Vaticano, clicca su questo link
Seguici anche su Facebookclicca su questo link