26 settembre: Santi Cosma e Damiano, martiri
La Chiesa commemora oggi due gemelli di origine araba, medici in Siria e martiri sotto l’impero di Diocleziano
Santi Cosma e Damiano, martiri, che si ritiene abbiano esercitato a Cirro nella provincia di Eufratesia, nell’odierna Turchia, la professione di medici senza chiedere alcun compenso e abbiano sanato molti con le loro gratuite cure. (dal Martirologio)
La tradizione li vuole gemelli di origine araba, medici in Siria e martiri sotto l’impero di Diocleziano. Anche se le caratteristiche della loro vita si basano su fonti storicamente deboli, hanno goduto di un largo e diffuso culto, e sono stati invocati in particolare per intercessioni riguardanti la salute corporale.
Stando alle passiones pervenute erano fratelli gemelli e medici appartenenti ad una ricca famiglia. Il padre si convertì al Cristianesimo dopo la loro nascita, ma morì durante una persecuzione in Cilicia. La madre, Teodota (o Teodora), da più tempo cristiana, si occupò della loro prima educazione. Dopo aver appreso l’arte medica nella provincia romana di Siria, praticarono la loro professione nella città portuale di Ægea, in Cilicia, sul golfo di Alessandretta.
Operarono numerose guarigioni grazie alla loro arte medica che praticavano gratuitamente nei confronti di tutti, da qui l’appellativo Anàrgiri (dal greco anargyroi, senza denaro). Uno dei loro più celebri interventi tramandatoci fu quello di aver sostituito la gamba ulcerata di un loro paziente con quella di un etiope appena deceduto.
Secondo la passio in una sola occasione era stata elargita ai santi una ricompensa, di tre uova nelle mani del fratello minore Damiano, da parte di una contadina, Palladia, miracolosamente guarita dall’emorroissa. Cosma era rimasto tanto deluso e mortificato per quel gesto da esprimere la volontà che le sue spoglie fossero deposte, dopo la morte, lontane da quelle del fratello.
Durante le persecuzioni dei cristiani promosse da Diocleziano (284 – 305) furono fatti arrestare dal prefetto di Cilicia, Lisia. Avrebbero subito un feroce martirio, così atroce che su alcuni martirologi è scritto che essi furono martiri cinque volte. I supplizi subiti da Cosma e Damiano differiscono secondo le fonti. Secondo alcune furono dapprima lapidati, ma le pietre rimbalzarono contro i soldati, secondo altre furono crudelmente fustigati, crocefissi e bersagliati dai dardi, ma le lance rimbalzarono senza riuscire a fare loro del male; altre fonti ancora narrano che furono gettati in mare da un alto dirupo con un macigno appeso al collo, ma i legacci si sciolsero e i fratelli riuscirono a salvarsi, e ancora incatenati e messi in una fornace ardente, senza venire bruciati. Cosma e Damiano infine vennero decapitati, assieme ai loro fratelli più giovani (o discepoli) Antimo, Leonzio ed Euprepio, nella città di Cirro, nei pressi di Antiochia.
Dopo il loro martirio coloro che avevano assistito al macabro spettacolo vollero dare degna sepoltura a coloro che avevano elargito in vita tanto bene, cercando anche di rispettare la volontà di Cosma circa la separata sepoltura: ciò fu loro impedito da un cammello che, secondo la leggenda, prese voce dicendo che Damiano aveva accettato quella ricompensa solo perché mosso da spirito di carità, onde evitare che quella povera donna potesse sentirsi umiliata dal rifiuto. I presenti diedero dunque sepoltura ai loro corpi deponendoli l’uno a fianco dell’altro.
Il culto dei santi Cosma e Damiano, invocati come potenti taumaturghi, iniziò subito dopo loro la morte. Il vescovo di Cirro, Teodoreto († 458), parla di una basilica in loro onore presente nella sua città e della divisione delle loro reliquie, inviate alle numerose chiese già sorte in loro onore (a Gerusalemme, in Egitto, in Mesopotamia). L’imperatore Giustiniano I e il patriarca San Proclo dedicarono ai santi una basilica a Costantinopoli che divenne meta di numerosi pellegrinaggi. Anche a Roma papa Simmaco fece costruire in loro onore un oratorio nel V secolo, e papa Felice IV (526 – 530) chiese e ottenne dai governati goti il sito dell’antico Templum Romuli e della Bibliotheca Pacis, nel Foro della Pace, dove eresse la basilica dei Santi Cosma e Damiano e ne favorì il culto in opposizione a quello per i pagani Castore e Polluce.
La Chiesa cattolica celebrava la loro memoria liturgica il 27 settembre, probabilmente il giorno della dedicazione della basilica romana. Con papa Paolo VI la festa fu spostata al 26 settembre con culto facoltativo. La Chiesa Ortodossa fissa per la loro commemorazione il 1º luglio, il 17 ottobre o il 1º novembre.
In Francia alla fine del XII secolo furono portate da Gerusalemme le reliquie dei due martiri medici che trovarono collocazione in due chiese a loro dedicate a Luzarches e a Parigi. Presso quella di Parigi san Luigi re di Francia vi istituì il 25 febbraio 1255 la prima Confrérie de Saint-Côme et de Saint-Damien, poi divenuta Collegio di Chirurgia, per molto tempo l’unica scuola chirurgia in Europa.
La devozione ai due taumaturghi ebbe un straordinario incremento in età rinascimentale, soprattutto a Firenze, grazie alla famiglia dei Medici, che li aveva come patroni del loro casato. Oltre a portane i nomi, alcuni membri della famiglia commissionarono ad artisti di fama con Francesco Lippi, Beato Angelico e Raffaello la propria raffigurazione in compagnia o sotto l’effige di Cosma e Damiano.
Nell’iconografia tradizionale i santi Cosma e Damiano vengono raffigurati sempre insieme, con attributi che, oltre alla palma del martirio, sono attinenti alla loro professione come vasi da farmacia, strumenti medici e chirurgici. (fonte Cathopedia)
Altri Santi che la Chiesa commemora il 26 settembre
San Gedeone – Commemorazione di san Gedeone, della tribù di Manasse, che fu giudice di Israele e, ricevuto dal Signore il segno della rugiada che scendeva sul vello, con la forza di Dio distrusse l’altare di Baal e liberò il popolo d’Israele dal giogo dei nemici. (dal Martirologio)
San Senatore, martire – Ad Albano nel Lazio, san Senatore, martire. (dal Martirologio)
Sant’Eusebio, vescovo – A Bologna, commemorazione di sant’Eusebio, vescovo, che lottò insieme a sant’Ambrogio per la fede cattolica contro l’arianesimo e si adoperò molto per promuovere tra le ragazze il valore della verginità. (dal Martirologio)
Santo Stefano da Rossano, monaco – A Gaeta nel Lazio, santo Stefano da Rossano, monaco, compagno di san Nilo il Giovane. (dal Martirologio)
San Nilo il Giovane, abate – Nella campagna del Tuscolo vicino a Roma, san Nilo il Giovane, abate, che, di origine greca, cercò una santa condotta di vita e, pervaso dal desiderio di penitenza, umiltà e peregrinazione, nonché insigne per spirito di profezia e sapienza di dottrina, fondò il celebre monastero di Grottaferrata secondo gli insegnamenti dei Padri orientali, dove nonagenario rese in chiesa lo spirito a Dio. (dal Martirologio)
Santi Sebastiano Nam Igwan e nove compagni, martiri – A Seul in Corea, passione dei santi Sebastiano Nam Igwan e nove compagni, martiri, che per la fede cristiana furono decapitati dopo atroci torture; vengono commemorate con loro anche le sante martiri Lucia Kim, Caterina Yi, vedova, e sua figlia Maddalena Cho, vergine, che, messe in carcere per Cristo, in un giorno ignoto di questo mese morirono per i supplizi patiti. I loro nomi sono: santi Ignazio Kim Che-jun, Carlo Cho Shin-ch’ol, Colomba Kim Hyo-im, vergine; Maddalena Pak Pong-son e Perpetua Hong Kum-ju, vedova; Giulitta Kim, Agata Chon Kyong-hyob, Maddalena Ho Kye-im. (dal Martirologio)
Santa Teresa (Maria Vittoria) Couderc, vergine – A Lione in Francia, santa Teresa (Maria Vittoria) Couderc, vergine, che non senza grandi tribolazioni, ma con animo sereno, fondò nel villaggio di La Louvesc presso la tomba di san Giovanni Francesco Regis la Società di Nostra Signora del Ritiro del Cenacolo. (dal Martirologio)
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