26 giugno: Santi Giovanni e Paolo, martiri

La Chiesa commemora oggi due martiri cristiani del IV secolo, titolari dell’antica basilica romana sul monte Celio

A Roma commemorazione dei santi Giovanni e Paolo, al cui nome è dedicata la basilica sul monte Celio lungo il clivo di Scauro nella proprietà del senatore Pammachio. (dal Martirologio)

La Chiesa ricorda oggi i Santi Giovanni e Paolo, due martiri cristiani del IV secolo. Nonostante l’antichità (sono inseriti nell’elenco dei santi del Canone Romano) e la diffusione del loro culto suffraghino la tesi della loro effettiva storicità, molti particolari sulla loro vita sono desunti unicamente da una passio ripresa poi dalla legenda aurea di Jacopo da Varazze. Le scoperte archeologiche di fine Ottocento hanno però convalidato la storicità dei due martiri e la validità del loro culto.

Secondo la tradizione agiografica, erano fratelli ed erano personaggi molto in vista nella Roma dell’epoca: la passio, giuntaci in tre recensioni differenti (tutte del IV secolo) ce li presenta prima come maggiordomo e primicerio della vergine Costanza (Costantina), figlia dell’imperatore Costantino; poi come ufficiali di Gallicano, al quale suggerirono un voto grazie al quale sconfisse gli Sciti in battaglia; infine come diaconi della Chiesa romana che distribuivano ai poveri i beni ricevuti da Costanza.

L’imperatore Flavio Claudio Giuliano, intenzionato a restaurare il culto pagano, cercò di convincerli ad abiurare la loro fede cristiana nella speranza che molti seguissero l’esempio dei due: di fronte al loro rifiuto, Giuliano inviò dai due fratelli il comandante Terenziano, perché li costringesse ad adorare la statua di Giove ma, poiché Giovanni e Paolo perseveravano nella loro fede, li fece decapitare e seppellire segretamente nel sottoscala della loro casa sul Celio: la stessa sorte ebbero il presbitero Crispo, il chierico Crispiniano e la vergine Benedetta, sorpresi a pregare sul luogo della loro sepoltura.

Sarebbe stato proprio Terenziano a farne redigere la passio, per aver ottenuto dai santi la grazia della guarigione del figlio. I corpi dei santi furono poi rinvenuti dal senatore Bizante e dal figlio Pammachio, che avevano ricevuto tale incarico dall’imperatore Gioviano, successore di Giuliano. Nel 398, Pammachio avrebbe poi fatto erigere sul sito della casa di Giovanni e Paolo la basilica a loro intitolata.

Nella Notitia ecclesiarum urbis Romae del VII secolo è detto: Primum in Urbe Roma beatorum martyrum corpora Joannis et Pauli tamen quiescunt in basilica magna et valde formosa : All’inizio della città di Roma vi sono i corpi dei martiri Giovanni e Paolo che riposano in una basilica molto grande e bella (Migne, Patrologia Latina, 101, 1359) (fonte Cathopedia)

Altri Santi che la Chiesa commemora il 26 giugno

San Vigilio, vescovo – A Trento, san Vigilio, vescovo, che, ricevute da sant’Ambrogio di Milano le insegne del suo mandato e una istruzione pastorale, si adoperò per consolidare nel suo territorio l’opera di evangelizzazione ed estirpare a fondo i residui di idolatria; si tramanda poi che abbia subito il martirio per la fede in Cristo, colpito a morte da rozzi pagani. (dal Martirologio)

San Deodato, vescovo – A Nola in Campania, san Deodato, vescovo, succeduto a san Paolino. (dal Martirologio)

San Massenzio, abate – Nel territorio di Poitiers in Aquitania, nell’odierna Francia, san Massenzio, abate, insigne per le sue virtù. (dal Martirologio)

San Davide, eremita – A Salonicco in Grecia, san Davide, eremita, che passò circa ottant’anni chiuso in una piccola cella fuori dalle mura della città. (dal Martirologio)

Santi Salvio, vescovo, e il suo discepolo – Presso Valencienne in Austrasia, nel territorio dell’odierna Francia, santi Salvio, vescovo, e il suo discepolo, che giunsero dal territorio dell’Auvergne in questa regione e subirono il martirio sotto il tiranno del luogo Vinegardo. (dal Martirologio)

San Pelagio, martire – A Córdova nell’Andalusia in Spagna, san Pelagio, martire, che, all’età di tredici anni, per aver conservato la fede in Cristo e la castità contro le lascive lusinghe del re dei Mori ‘Abdul ar-Rahman III, per ordine di costui fu fatto a pezzi con delle tenaglie di ferro, portando così a termine il suo glorioso martirio. (dal Martirologio)

San Rodolfo, vescovo – A Gubbio in Umbria, san Rodolfo, vescovo, che si adoperò nella predicazione e distribuì con prodigalità ai poveri tutto quel che riusciva a sottrarre alle spese legate alla sua persona. (dal Martirologio)

Sant’Antelmo, vescovo – A Belley in Borgogna, nell’odierna Francia, sant’Antelmo, vescovo, che, da monaco, ricostruì l’edificio della Grande Certosa distrutto da una abbondante nevicata; divenuto poi priore, convocò il Capitolo generale e, elevato alla sede episcopale, rifulse nell’opera di correzione dei costumi di chierici e nobili svolta con instancabile impegno e intrepida fermezza. (dal Martirologio)

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