26 aprile: San Cleto (Anacleto), papa e martire
Oggi si commemora il terzo papa della storia, ordinato presbitero da San Pietro in persona

A Roma, commemorazione di san Cleto, papa, che resse la Chiesa di Roma per secondo dopo l’apostolo Pietro. (dal Martirologio)
Sant’Anacleto, chiamato anche Cleto o Anencleto, è stato il terzo vescovo di Roma e papa greco dall’anno 80 fino alla sua morte.
L’identità di Anacleto con il papa Cleto citato da alcune fonti storiche è stata oggetto di una controversia durata per secoli. Ireneo, Eusebio, Agostino e Ottato di Milevi usano indifferentemente i due nomi per la stessa persona. Tertulliano, invece, li omette del tutto.
Per accrescere la confusione, l’ordine dei pontefici è riportato in maniera diversa dai vari autori: Ireneo elenca Lino, Anacleto e Clemente; Agostino e Ottato, invece, pongono Clemente prima di Anacleto. Distinguono Cleto da Anacleto il Catalogo Liberiano (354) e il Carmen contra Marcionem (IV secolo), che probabilmente dipende dal primo; la stessa cosa fanno il Liber Pontificalis (VI secolo) e il Catalogo Feliciano che, addirittura, riportano notizie discordanti per ciascuno dei due personaggi.
Tra i moderni, Hergenröther si pronuncia per la loro identità, come anche il bollandista De Smedt. Döllinger afferma che i due personaggi “sono, senza dubbio, la stessa persona” e che “il Catalogo Liberiano è poco attendibile per gli eventi anteriori al 230”. Duchesne, in Origines chretiennes, prende una posizione affine, mentre Jungmann[4] lascia la questione in sospeso. Oggi l’identità delle due figure è comunemente accettata.
Per il Liber Pontificalis, Cleto sarebbe stato un romano, originario del quartiere del Vicus Patrici e figlio di un certo Emiliano. Avrebbe ricoperto il pontificato per dodici anni, un mese e undici giorni, dal 76 all’83. Dopo aver ordinato venticinque presbiteri, avrebbe subito il martirio.
Le notizie su Cleto sono in totale contraddizione con quanto viene detto di Anacleto: questi sarebbe stato ateniese e figlio di un tale Antioco. Vescovo di Roma per nove anni, due mesi e dieci giorni dall’84 al 95, avrebbe costruito una memoria di san Pietro, che l’avrebbe ordinato presbitero, e altri luoghi per la sepoltura dei vescovi. Avrebbe anche ordinato sei vescovi, cinque presbiteri e tre diaconi.
La scarsa storicità di queste notizie è evidente, se si considera che i due nomi vanno ricondotti a un unico personaggio.
Secondo il Liber Pontificalis, Cleto sarebbe stato sepolto il 26 aprile nella Necropoli vaticana, presso la tomba di Pietro, come probabilmente avvenne per tutti i primi vescovi di Roma. Anacleto, invece, sarebbe stato sepolto nello stesso luogo, ma il 10 luglio. Anche per la storicità di queste notizie vale quanto detto sopra.
Il Martyrologium Hieronymianum menziona sia Aninclitus and Clitus, rispettivamente al 23 e 31 dicembre. In entrambi i casi, però, i nomi si trovano in una lista di papi; i giorni citati, quindi, non erano dedicati in maniera specifica alle due persone.
Cleto è citato da Dante nella Divina Commedia, all’interno di un’invettiva di san Pietro contro la corruzione della Chiesa del XIV secolo, contrapposta allo spirito di abnegazione dei primi pontefici:
«Non fu la sposa di Cristo allevata
del sangue mio, di Lin, di quel di Cleto,
per essere ad acquisto d’oro usata;
ma per acquisto d’esto viver lieto
e Sisto e Pïo e Calisto e Urbano
sparser lo sangue dopo molto fleto».
Altri Santi che la Chiesa commemora il 26 aprile
San Primitivo, martire – Nel territorio di Gabi al trentesimo miglio della via Prenestina, san Primitivo, martire. (dal Martirologio)
San Basiléo, vescovo e martire – Ad Amasea nel Ponto, san Basiléo, vescovo e martire sotto l’imperatore Licinio. (dal Martirologio)
San Ricario, sacerdote – Nell’eremo della selva di Crecy presso Amiens nel territorio della Neustria in Francia, san Ricario, sacerdote, che, mosso dalla predicazione dei monaci scozzesi, si convertì a una vita di penitenza. (dal Martirologio)
San Pascasio Radberto, abate – Nel monastero di Corbie sempre in Neustria, san Pascasio Radberto, abate, che espose con lucidità e chiarezza la dottrina del vero Corpo e Sangue del Signore nel mistero dell’Eucaristia. (dal Martirologio)
Santi Guglielmo e Pellegrino, eremiti – A Foggia, santi Guglielmo e Pellegrino, eremiti. (dal Martirologio)
Santo Stefano, vescovo di Perm – Nel monastero della Trasfigurazione a Mosca in Russia, deposizione di santo Stefano, vescovo di Perm, che per evangelizzare gli indigeni Zyrjani ideò per loro un alfabeto, celebrò la liturgia nella loro lingua nativa, abbattè gli idoli, costruì chiese e soprattutto confermò le verità di fede. (dal Martirologio)
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