25 settembre: San Cleofa, discepolo del Signore

La Chiesa oggi ricorda uno dei due discepoli di Emmaus, tra i primi testimoni delle apparizioni di Gesù risorto

Commemorazione di san Cleofa, discepolo del Signore, al quale ardeva il cuore, quando, mentre era in viaggio con un altro discepolo, Cristo apparve la sera di Pasqua e spiegò loro lungo la via le Scritture; fu anche colui che nel villaggio di Emmaus riconobbe il Signore nell’atto di spezzare il pane. (dal Martirologio)

Nel Nuovo Testamento viene esplicitamente citato solo come uno dei due discepoli di Emmaus testimoni di un’apparizione di Gesù risorto (Lc 24,13-35 ): delusi della fine vergognosa del Cristo, due giorni dopo, tornandosene a Emmaus al termine delle celebrazioni pasquali, furono raggiunti per strada e accompagnati dal Risorto, che riconobbero soltanto durante la cena, quanto Gesù spezzò il pane.

La Tradizione vuole che Cleofa sia morto martire nella sua città, per il suo zelo nel predicare la Resurrezione di Gesù.

San Girolamo ci informa che già nel IV secolo la casa di Cleofa ad Emmaus era divenuta una chiesa.

La Tradizione cattolica, con diversi gradi di sicurezza e di interpretazione tra i vari autori, lo ha spesso identificato con Clopa fratello di san Giuseppe (cf. Egesippo), marito di una Maria detta “sorella” (cioè cognata) della Madonna in Gv 19,25 , dunque padre dei “fratelli di Gesù” (cioè cugini), coincidente con Alfeo padre di Giacomo il Minore.

Un Clopa (Κλωπᾶς, Klopâs) è citato in Gv 19,25 , dove viene fatto cenno a una Maria di Clopa (Μαρία ἡ τοῦ Κλωπᾶ, María he toû Klopâ), solitamente reso in italiano con “Maria di Clèofa” presente durante la crocifissione di Gesù. Il genitivo (“di”) può essere inteso come riferito al padre (Maria figlia di Clèofa), oppure come indicazione coniugale (Maria moglie di Cleofa).

L’esame sinottico di Mt 27,56 e Mc 15,40 , che come Gv 19,25 descrive le donne presenti alla passione di Gesù, porta a identificare Maria di Clèofa con la Madre di Giacomo il Minore e Giuseppe-Ioses.

Lo storico Egesippo (II secolo), citato da Eusebio, riferisce di un Clopa (Κλωπᾶς) che era fratello di san Giuseppe e padre di Simone, che era cugino di Gesù (SE 3,11,2; 3,32,4.6; 4,22,4). In SE 3,32,4 lo stesso Eusebio riporta che Simone fosse figlio di Clopa e (assumendo il genitivo coniugale) della Maria di Clopa di Giovanni.

Il nome Alfeo (Ἁλφαῖος, Halphaîos) è riferito in due occasioni: come padre dell’apostolo Giacomo di Alfeo (Ἰάκωβος ὁ τοῦ Ἁλφαίου, Iákobos ho toû Halphaíou o varianti), v. Mt 10,3 ; Mc 3,18 ; Lc 6,15 ; At 1,13; come padre di Levi, l’esattore delle tasse chiamato da Gesù in Mc 2,14 (καὶ παράγων εἶδε Λευῒν τὸν τοῦ Ἁλφαίου, kaì parágon eîde Leun tòn toû Halphaíou…), dalla tradizione cristiana identificato con l’apostolo Matteo.

Κλωπᾶς, Clopa e la sua variante Κλεόπας, Cleopa (vedi anche Simone – Simeone) vengono comunemente considerati abbreviazioni (vedi anche Antipatro – Antipa) del nome greco Κλεόπατρος, Cleópatros, significante “gloria del padre”, più noto per motivi storici nella forma femminile Cleopatra. Oltre a queste due la grafia del nome presenta diverse varianti (v. Ilan): קלאופןס (Qleofòs); קלבוס (Qlebòs); קלופו (Qlofò); קלופא (Qlofà); Κ[λέο]πος (Klèopos); Κλεόβιος (Kleòbios); Κλωπᾶ (Klopà); arabo ﻗﻠﻴﻮﻓﺎ (Qliofa, che dovrebbe corrispondere all’ebraico קליופא).

Quanto alle persone, gli accenni del NT non permettono di chiarire se il Cleopa discepolo di Emmaus deve essere identificato col Clopa marito di Maria e/o fratello di san Giuseppe, oppure se si tratti di persone omonime distinte. Da molti studiosi cattolici il Clopa marito di una Maria viene identificato col fratello di san Giuseppe.

Quanto al nome ebraico Alfeo, la sua etimologia è connessa alla radice חלפ (halàf), “tornare”. Anche per questo nome sono attestate diverse varianti oltre alla forma evangelica Ἁλφαῖος (Halfàios): חלפי (Halfài); חילפאי (Hilfài); חלבו (Halbò); Χαλφὶ (Chalfì); Ἄλφιος (Álfios); Ἄλφειος (Álfeios). Tra gli Amorrei è testimoniato חילפי (Hilfì) e חילפיי (Hilfìi), tra i Nabatei חלפו (Halfò) e חלפי (Halfì). Ilan presenta inoltre il nome חליפא (Halifà), distinto da Halfai ma con la stessa etimologia. Compare anche con le varianti חילפא (Hilfà); חליבא (Halibà), חליבו (Halibò), חלפתא (Halfetà); tra arabi è attestato חלף (Halàf), חלב (Halàb), חלבת (Halabàt); tra nabatei חליפו (Halifò) e חליבו (Halifò).

Più problematica è l’identificazione dei nomi Alfeo e Clopa-Cleopa. Nella tradizione cristiana occidentale l’Alfeo di Giacomo e il Clopa di Maria sono comunemente ritenuti la stessa persona.

A favore dell’identificazione vi è la constatazione che nell’antico oriente i giudei assumevano sovente un secondo nome greco assonante all’ebraico-aramaico originale: vedi p.es. Saulo-Paolo, Sila-Silvano, Giosuè-Giasone… Alfeo e Clopa non sarebbero altro che diverse dizioni in greco del medesimo nome aramaico חלפי Halfai (v. p.es. Lightfoot, 1865, online):

la traslitterazione Ἁλφαῖος, Halfàios, appare più aramaicizzante, vicina alla resa fonetica del nome originale; la traslitterazione Κλωπᾶς, Clopàs, appare più grecizzante, derivante dal nome greco Κλεόπατρος, Cleópatros (vedi Cleopatra) abbreviato (vedi Antipatro – Antipa). Nella pronuncia italiana, come anche in quella greca, “Clopa” sembra molto diverso da “Alfeo”, ma non è così tenendo conto della fonetica semita. La lettera ח (het) dell’originale Halfai ha un suono aspirato e duro che può averla fatta assimilare alla greca kappa, sebbene questa non abbia un suono aspirato. Anche l’originale lettera פ (pe) può rendere i fonemi sia della nostra effe (Alfai) sia della pi (Cleopa).

Contro l’identificazione dei nomi Alfeo e Cleofa si pronunciano diversi studiosi contemporanei (Wetzel, 1883; Nicoll, 1885; Brown; Blinzler, p. 144; Meier). Secondo costoro Clopa non è una seconda traslitterazione del nome Halfai, ma di un diverso nome aramaico קלופו, Qlofò, testimoniato da un testo aramaico del II secolo d.C., oppure קלופא, Qlofà, testimoniato in un’epigrafe di Palmira.

È possibile però che questo nome non sia altro che l’aramaicizzazione del nome greco Cleòpatros: in tal caso non viene esclusa la possibilità che il nome greco Clopa abbia servito come resa dell’aramaico Halfai.

Sempre la tradizione cattolica, sulla base di Girolamo, identifica tre marie in Gv 19,25 . Maria di Cleofa (Clopa) viene intesa solitamente come sua moglie (genitivo coniugale). Il marito viene fatto coincidere col Clopa citato da Egesippo, fratello di San Giuseppe. Maria di Cleofa era pertanto cognata di Maria, madre di Gesù: il testo giovanneo, che parla di “la sorella di sua madre Maria di Clèofa”, va inteso tenendo presente la polisemia (cioè pluralità di significati) del termine “fratello” e “sorella” nelle lingue semitiche e nel greco neotestamentario, fortemente semitizzato (vedi Fratelli di Gesù#Premessa: “fratello” nella Bibbia). In tal modo i suoi figli Giacomo il Minore e Giuseppe-Ioses possono essere identificati come cugini paterni di Gesù, oltre al Simone precisato da Egesippo.

L’interpretazione protestante e di alcuni esegeti cattolici, tuttavia, vede nel passo giovanneo non tre marie ma quattro donne: Maria, sua sorella (anonima), Maria di Cleofa e la Maddalena. In tal caso questa Maria, madre di un Giacomo e di un Giuseppe, non è riconducibile a una parentela con Gesù e la sua famiglia.

Altri Santi che la Chiesa commemora il 25 settembre

San Firmino, vescovo e martire – Ad Amiens nella Gallia belgica, ora in Francia, san Firmino, venerato come vescovo e martire. (dal Martirologio)

Santi martiri Paolo, Tatta, Sabiniano, Massimo, Rufo ed Eugenio – A Damasco in Siria, santi martiri Paolo e Tatta, coniugi, Sabiniano, Massimo, Rufo ed Eugenio, loro figli, che, accusati di essere cristiani, percossi e torturati con altri supplizi, resero infine l’anima a Dio. (dal Martirologio)

San Solenne, vescovo – A Chartres nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Solenne, vescovo. (dal Martirologio)

San Principio, vescovo – A Soissons nella Gallia belgica, sempre in Francia, san Principio, vescovo, fratello di san Remigio. (dal Martirologio)

San Finbar, vescovo – A Cork nel Munster in Irlanda, san Finbar, vescovo. (dal Martirologio)

Sant’Aunacario, vescovo – Ad Auxerre in Neustria, nell’odierna Francia, sant’Aunacario, vescovo, durante il cui episcopato fu completato il Martirologio Geronimiano. (dal Martirologio)

Sant’Ermenfrido, abate – Cusance nel territorio di Besançon sempre in Neustria, sant’Ermenfrido, abate. (dal Martirologio)

San Sergio di Radonez – Nel monastero della Santissima Trinità a Mosca in Russia, san Sergio di Radonez, che, dopo aver condotto vita eremitica in foreste selvagge, abbracciò la vita cenobitica e, eletto egúmeno, la propagò, mostrandosi uomo mite, consigliere di príncipi e consolatore dei fedeli. (dal Martirologio)

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