25 febbraio: San Nestore, vescovo e martire

La Chiesa oggi ricorda un vescovo condannato alla morte di croce perché durante le persecuzioni confessò la sua fede nel Cristo

A Perge in Panfilia, nell’odierna Turchia, passione di san Nestore, vescovo di Magido e martire, che, arrestato durante la persecuzione dell’imperatore Decio, fu condannato dal governatore della provincia alla croce, perché lui che aveva confessato il Crocifisso subisse il medesimo supplizio. (dal Martirologio)

Di origine incerta, Nestore era stato nominato vescovo di Magydos, località nella provincia romana della Panfilia (l’attuale Turchia). Secondo una Passio greca, al tempo dell’episcopato di Nestore, Poplio (o Polio), il magistrato romano di Panfilia, ricevette l’editto imperiale dell’imperatore Decio che obbligava tutti i cristiani ad abiurare la loro fede e a sacrificare agli dèi pagani.

Il prefetto inviò dunque i suoi cavalieri in tutta la provincia, con l’incarico di scovare i Cristiani e di costringerli a sacrificare agli idoli. Nestore, avvertito del loro arrivo, si preoccupò di mettere in salvo tutta la comunità cristiana all’infuori della sua città, e, raccoltosi in preghiera nella sua casa, attese l’arrivo dei soldati.

Una volta giunti, il vescovo si consegnò loro volontariamente e li seguì con sottomissione, senza aver timore della sua sorte. Venne inizialmente condotto davanti al senato e al giudice del tribunale locale; dopo un interrogatorio, incurante delle minacce, il santo rifiutò di obbedire all’editto imperiale e di sacrificare incenso agli dèi.

Mentre egli veniva trasferito poi a Perge, in cui risiedeva il preside della provincia, la terra venne scossa da un terremoto; nella città, Nestore fu presentato all’adiutor Urbano e nuovamente invitato ad abiurare. Al suo nuovo rifiuto, venne sottoposto a lunghe torture e infine condannato dallo stesso prefetto alla crocifissione, “perché”, come afferma il Martirologio Romano, “lui che aveva confessato il Crocifisso subisse il medesimo supplizio.”

Il santo venne crocifisso nell’ultimo anno della persecuzione di Decio, nel 250, o, come sostengono altre fonti, nel 251, e sotto il suo patibolo si radunò subito una grande folla di fedeli.

La data di commemorazione del santo non è stata ancora ben definita. Diversi “Martirologi”, infatti, la collocarono in diverse date del mese di febbraio. I Martirologi Occidentali risalenti al Medioevo lo ricordavano il 25 febbraio, data che Cesare Baronio trasferì nell’attuale Martirologio Romano.

Altri Santi che la Chiesa commemora il 25 febbraio

San Cesario, medico – A Nazianzo in Cappadocia, nell’odierna Turchia, san Cesario, medico, fratello di san Gregorio Nazianzeno. (dal Martirologio)

Santa Aldetrude, vergine e badessa – A Maubeuge nella Gallia belgica, nell’odierna Francia, santa Aldetrude, vergine e badessa. (dal Martirologio)

Santa Valburga, badessa – Nel monastero di Heidenheim nella Franconia in Germania, santa Valburga, badessa, che, su richiesta di san Bonifacio e dei suoi fratelli i santi Villibaldo e Vinebaldo, dall’Inghilterra venne in Germania, dove resse saggiamente due monasteri, di monaci e di monache. (dal Martirologio)

San Gerlando, vescovo – Ad Agrigento, san Gerlando, vescovo, che riordinò la sua Chiesa liberata dal potere dei Saraceni. (dal Martirologio)

San Lorenzo Bai Xiaoman, martire – Nella città di Xilinxian nella provincia del Guangxi in Cina, san Lorenzo Bai Xiaoman, martire, che, artigiano e neofita, preferì patire le percosse e la decapitazione piuttosto che rinnegare Cristo. (dal Martirologio)

San Turibio Romo, sacerdote e martire – In località Tequila nel territorio di Guadalajara in Messico, san Turibio Romo, sacerdote e martire, che fu ucciso nell’imperversare della persecuzione in odio del suo sacerdozio. (dal Martirologio)

Santi martiri Luigi Versiglia, vescovo – Sulle rive del fiume Beijang vicino alla città di Shaoguan nella provincia del Guandong in Cina, santi martiri Luigi Versiglia, vescovo, e Callisto Caravario, sacerdote della Società Salesiana, che subirono il martirio per aver dato assistenza cristiana alle anime loro affidate. (dal Martirologio)

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