24 luglio: Santa Cristina, vergine e martire
La Chiesa ricorda oggi una giovane martire uccisa sulle sponde del lago di Bolsena
A Bolsena nel Lazio, santa Cristina, vergine e martire. (dal Martirologio)
Oggi si ricorda Santa Cristina di Bolsena, nota anche come Santa Cristina di Tiro. Si tratta di una vergine e martire latina o siriaca che, secondo la tradizione, nell’anno 200, sotto l’imperatore Settimio Severo, fu torturata e trucidata. Le scoperte archeologiche indicano che a Bolsena la venerazione della suddetta Santa risale almeno al IV secolo: presso il sepolcro, infatti, era sorto un cimitero sotterraneo.
Le notizie su questa giovane ci giungono da diverse fonti. Le più antiche sono il martirologio Gerominiano e quello Romano e la Passione, che abbiamo in più redazioni risalenti a epoche diverse, di cui la più remota, contenuta in un papiro egiziano, è del V secolo. Di lei si parla anche negli atti del martirio, nel Codice Farfense 29, del IX secolo. Vi sono poi molti riferimenti negli scritti medievali di San Beda il Venerabile, Sant’Aldelmo, Sant’Adone di Vienne, San Rabano Mauro, Alfano di Salerno, San Giuseppe l’Innografo. Di certo, la venerazione popolare per la preadolescente santa Cristina è sempre stata molto grande in tutta la zona di Bolsena.
Il racconto ricostruito dalle fonti narra di una giovane undicenne di nome Cristina, di straordinaria bellezza ma destinata dai genitori a essere consacrata al culto degli dei pagani: a tale scopo la fanciulla venne segregata in una torre dal padre Urbano, ufficiale dell’imperatore, in compagnia di dodici ancelle.
A nulla valsero i tentativi del padre di costringere la figlia, divenuta cristiana, a rinunciare alla sua fede; il padre passò allora dalle blandizie alle percosse: la fece flagellare e rinchiudere in carcere e in seguito la consegnò ai giudici che le inflissero vari e terribili supplizi. Nel carcere, dove fu gettata a languire, venne consolata e guarita da tre angeli. Venne poi condotta al supplizio finale: legatale una pesante pietra al collo, la gettarono nelle acque del lago; la pietra però, sorretta dagli angeli, galleggiò e riportò a riva la fanciulla.
A quella vista Urbano non resse a tanto dolore e morì. Cristina fu ricondotta in prigione e a Urbano succedette un altro persecutore di nome Dione. I giudici tornarono a infierire su di lei condannandola a terrificanti quanto inefficaci torture fino a quando non la uccisero con due colpi di lancia.
Il martirologio Geronimiano commemora al 24 luglio santa Cristina martire di Tyro mentre quello Romano celebra, lo stesso giorno, il dies natalis di Santa Cristina, martire nei pressi del lago di Bolsena.
Molti studiosi si sono dedicati al problema della nazionalità della Santa. La tesi prevalente, Cristina martire occidentale, si basa sull’osservazione del mosaico del VI secolo in Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna: nella processione delle vergini e martiri, Santa Cristina viene dopo Sant’Anatolia e Santa Vittoria, martiri di Trebula Mutuesca e di Tora, territorio non lontano da Bolsena, ed è seguita dall’umbra Santa Sabina e dalla romana Sant’Eugenia.
Le reliquie ebbero un destino avventuroso: furono ritrovate nel 1880 nel sarcofago dentro le catacombe poste sotto la basilica dei Santi Giorgio e Cristina, chiesa consacrata da Papa Gregorio VII nel 1077.
Parte di esse sono conservate in una teca, parte furono trafugate nel 1098 da due pellegrini diretti in Terrasanta. La tradizione racconta che quando giunsero a Sepino, cittadina molisana in provincia di Campobasso, non riuscirono più a lasciare la città con il loro prezioso carico, per cui le donarono agli abitanti.
Da allora il culto fu molto vivo a Sepino; le reliquie costituite oggi solo da un braccio, sono conservate nella chiesa a lei dedicata; le altre reliquie furono traslate tra il 1154 e il 1166 a Palermo dove la santa divenne sua patrona celeste; la devozione durò almeno fino a quando vi fu il ritrovamento nel XVII secolo delle reliquie di santa Rosalia, diventata poi patrona principale. A Sepino, santa Cristina viene ricordata dai fedeli ben quattro giorni durante l’anno.
Altri Santi che la Chiesa commemora il 24 luglio
San Charbel (Giuseppe) Makhluf, sacerdote – San Charbel (Giuseppe) Makhluf, sacerdote dell’Ordine Libanese Maronita, che, alla ricerca di una vita di austera solitudine e di una più alta perfezione, si ritirò dal cenobio di Annaya in Libano in un eremo, dove servì Dio giorno e notte in somma sobrietà di vita con digiuni e preghiere, giungendo il 24 dicembre a riposare nel Signore. (dal Martirologio)
San Vittorino, martire – Ad Amiterno in Sabina sulla via Salaria, san Vittorino, martire. (dal Martirologio)
San Fantino il Vecchio, detto il Taumaturgo – A Tauriana in Calabria, san Fantino il Vecchio, detto il Taumaturgo. (dal Martirologio)
Santa Eufrasia, vergine – Nella Tebaide in Egitto, santa Eufrasia, vergine, che, di famiglia senatoria, scelse di condurre vita eremitica nel deserto, facendosi umile, povera e obbediente. (dal Martirologio)
San Declano, vescovo – A Árd Móre nella provincia di Munster in Irlanda, san Declano, venerato come primo vescovo di questa Chiesa. (dal Martirologio)
Santa Sigolena, religiosa – Nel territorio di Albi in Aquitania, in Francia, santa Sigolena, religiosa. (dal Martirologio)
Santi Boris e Gleb, martiri – In Russia, santi Boris e Gleb, martiri, che, principi di Rostov e figli di san Vladimiro, preferirono ricevere la morte piuttosto che opporsi con la forza al fratello Svjatopolk: Boris conseguì la palma del martirio sul fiume Don vicino a Pereyaslavl, Gleb poco dopo sul fiume Dneper vicino a Smolensk. (dal Martirologio)
San Baldovino, abate – A Rieti, san Baldovino, abate, che fu discepolo di san Bernardo nel monastero di Chiaravalle e fu da lui mandato in questa città per fondarvi e reggervi il cenobio di San Matteo di Montecchio. (dal Martirologio)
Santa Cunegonda, regina – A Stary Sacz presso Tarnów in Polonia, santa Cunegonda, che, figlia del re di Ungheria, data in moglie al duca Boleslao, mantenne insieme a lui illibata la sua verginità e, rimasta vedova, professò la regola di santa Chiara nel monastero da lei fondato. (dal Martirologio)
Santi Magi d’Oriente – A Colonia nella Lotaringia, in Germania, traslazione dei tre magi, che, sapienti di Oriente, vennero a Betlemme portando doni a contemplare nel Bambino il mistero della gloria dell’Unigenito. (dal Martirologio)
San Giovanni Boste, sacerdote e martire – A Durham sempre in Inghilterra, san Giovanni Boste, sacerdote e martire per il suo sacerdozio, che, sotto la stessa regina, anche davanti al giudice non cessò di confortare i suoi compagni. (dal Martirologio)
San Giuseppe Fernández, sacerdote – Nella città di Nam Dinh nel Tonchino, ora Viet Nam, san Giuseppe Fernández, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori e martire, decapitato per Cristo sotto l’imperatore Minh Mang. (dal Martirologio)
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