22 aprile: San Sotéro, papa

Oggi la Chiesa commemora quello che venne definito il “papa della carità”

A Roma, san Sotéro, papa, del quale san Dionigi di Corinto celebra l’egregia carità per i fratelli, poveri pellegrini, afflitti dalla miseria o condannati ai lavori forzati. (dal Martirologio)

Il Liber Pontificalis riporta che Sotero nacque a Fondi da una famiglia di origine greca. Forse proprio le sue origini greche lo resero interessato ai problemi delle Chiese di Grecia. Uno dei primi provvedimenti, dopo la sua elezione, fu quello di indire una raccolta di denaro da inviare per le necessità della chiesa di Corinto.

La lettera che Sotero scrisse in nome della chiesa di Roma alla chiesa di Corinto è andata perduta, anche se Harnack ed altri hanno tentato di identificarla con la cosiddetta “Seconda Epistola di Clemente” (vedi papa Clemente I). Però è giunta fino ai nostri giorni la lettera di ringraziamento per questa raccolta inviata da Dionisio, vescovo di Corinto.

In questo periodo si diffuse sempre di più l’eresia montanista, portava a comportamenti antisociali e che forse spinsero l’imperatore Marco Aurelio a proseguire nella repressione e persecuzione dei cristiani.

Tra le decisioni prese da Sotero si ricordano la dichiarazione che il matrimonio era valido solo come sacramento benedetto da un sacerdote e la reiterazione del decreto che proibiva alle donne di toccare patena e calice e di bruciare incenso durante le cerimonie.

Non ci sono prove che Sotero sia morto martire. Venne sepolto nel cimitero di San Callisto a Roma. Secondo un’altra tradizione, invece, fu sepolto nella Necropoli vaticana vicino alla Tomba di Pietro.

In seguito, al tempo di papa Sergio II, i suoi resti furono traslati nella Basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti, dove una lapide del 1655 indica un preteso ritrovamento delle spoglie, e di lì nella Basilica di San Sisto Vecchio. Secondo altre tradizioni una parte delle sue spoglie è custodita nella Cattedrale di Santa María, a Toledo. La sua festa ricorre il 22 aprile.

Il nome Sotero deriva dal greco Soter, che indicava il Dio Bacco con il significato di “Salvatore”. È una delle tante naturalizzazioni compiute agli albori della Chiesa per traslare al culto cristiano le divinità pagane, per le quali furono anche coniate agiografie di fantasia.

Altri Santi che la Chiesa commemora il 22 aprile

Sant’Epipodio, martire – A Lione in Francia, sant’Epipodio, che dopo i quarantotto gloriosi martiri di questa città, fu arrestato insieme al diletto amico Alessandro e concluse il suo martirio con la decapitazione. (dal Martirologio)

San Leonida, martire – Ad Alessandria d’Egitto, commemorazione di san Leonida, martire, che sotto l’imperatore Settimio Severo fu trafitto con la spada per la fede in Cristo, lasciando Origene, suo figlio, ancora bambino. (dal Martirologio)

San Gaio, papa – A Roma nel cimitero di Callisto sulla via Appia, deposizione di san Gaio, papa, che, fuggito dalla persecuzione dell’imperatore Diocleziano, morì confessore della fede. (dal Martirologio)

San Maryáhb, martire – Commemorazione di san Maryáhb, il cui nome significa “il Signore dispone”, corepiscopo e martire in Persia, che, durante la persecuzione del re Sabor II, nell’ottava di Pasqua subì il martirio per Cristo. (dal Martirologio)

Sant’Agápito I, papa – A Costantinopoli, anniversario della morte di sant’Agápito I, papa, che si adoperò con fermezza perché il vescovo di Roma fosse eletto liberamente dal clero dell’Urbe e la dignità della Chiesa fosse ovunque rispettata; mandato poi dal re dei Goti Teódoto a Costantinopoli presso l’imperatore Giustiniano, difese la retta fede e ordinò Mena vescovo della città, dove riposò nella pace. (dal Martirologio)

San Leone, vescovo – A Sens nel territorio della Neustria, in Francia, san Leone, vescovo. (dal Martirologio)

San Teodoro vescovo e egúmeno – Nel villaggio di Sykéon in Galazia, nell’odierna Turchia, san Teodoro vescovo e egúmeno, che, attratto fin dall’infanzia dalla solitudine, scelse un austero tenore di vita e, ordinato suo malgrado vescovo di Anastasiopoli, chiese con insistenza al patriarca di Costantinopoli di poter fare ritorno al suo eremo. (dal Martirologio)

Santa Opportuna, badessa – Nel territorio di Séez in Neustria, ora in Francia, santa Opportuna, badessa, insigne per il suo spirito di estrema astinenza e per l’austerità di vita. (dal Martirologio)

Santa Signorina, badessa – A Basto in Portogallo, santa Signorina, badessa, di cui si racconta che Dio, per le sue preghiere, sfamò immediatamente le monache rimaste senza cibo. (dal Martirologio)

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