21 aprile: Lunedì dell’Ottava di Pasqua (o dell’Angelo)

Oggi, primo giorno dell’Ottava di Pasqua, commemora l’apparizione dell’Angelo alle donne presso il Sepolcro di Gesù

Lunedì dell’Angelo è il nome che in Italia si usa per il lunedì dell’Ottava di Pasqua, cioè per il giorno immediatamente seguente alla solennità pasquale. Si chiama così perché si commemora l’apparizione dell’Angelo alle donne presso il Sepolcro di Gesù.

In Italia è giorno non lavorativo; non è però festa di precetto della Chiesa Cattolica: non è cioè obbligatoria per i cristiani la partecipazione alla Messa. Quello odierno è il primo giorno dell’Ottava di Pasqua, costituita appunto dagli otto giorni (Ottava) che seguono la Pasqua, festa compresa.

L’usanza di ampliare la festa di Pasqua nei sette giorni seguenti è già ebraica, ed è presente nella celebrazione degli Azzimi (Es 12,15.19 ecc.).

L’apparizione pasquale di Cristo all’ottavo giorno dalla risurrezione (Gv 20,26 ) ha certamente contribuito alla formazione dell’Ottava di Pasqua. Seguendo l’uso ebraico, la Chiesa ha sempre considerato la settimana pasquale come un unico giorno di festa.

La celebrazione della Domenica di Pasqua (primo giorno dell’Ottava) iniziò quando la Veglia Pasquale iniziò a terminare più presto, verso mezzanotte o poco dopo[1]. L’antica Veglia si concludeva invece poco prima dell’alba: fino al tempo di papa Siricio (384-399) a Roma non si celebrava altra Eucaristia pasquale che quella che chiudeva la Vigilia.

Sant’Agostino definisce la celebrazione dell’Ottava di Pasqua Ecclesiae consuetudo (“consuetudine della Chiesa”). Il Diario di Egeria precisa in quali giorni i fedeli di Gerusalemme si radunavano nelle diverse chiese.

In riferimento al Battesimo amministrato nella Veglia Pasquale, il settenario pasquale era dedicato soprattutto alla catechesi mistagogica rivolta ai nuovi battezzati. Le catechesi di Sant’Ambrogio ne sono una testimonianza.

Il Sacramentario Gelasiano (V secolo) testimonia una Celebrazione Eucaristica In dominico Paschae (“nella domenica di Pasqua”), della quale pone i formulari dopo quelli della Messa della notte. Tale Messa assunse forme sempre più solenni e, fino al 1952, costituì il vertice dell’Anno Liturgico.

Nel VII secolo, a Roma, si cantavano i Vespri pasquali, caratterizzati da molteplici Alleluia. Le orazioni sono conservate nel Sacramentario Gregoriano; esse vengono descritte in maniera particolareggiata nell’Ordo XXVII dell’VIII secolo.

Il Sacramentario Gelasiano attesta che l’Ottava di Pasqua terminava con il sabato. Fu all’epoca di San Gregorio Magno che si trasferì la sua conclusione alla domenica, e il Sacramentario Gregoriano intitola questa domenica: Dominica post Albas. La denominazione Dominica in Albis è posteriore.

Il Messale precedente alla riforma liturgica indicava le stazioni giornaliere delle celebrazioni. Nel Messale del Vaticano II tali indicazioni sono state eliminate. Il Messale attuale riporta una celebrazione propria per ciascun giorno dell’Ottava di Pasqua. La prima lettura è sempre tratta dagli Atti degli Apostoli; il Vangelo narra i fatti della Pasqua.

Lunedì, detto anche Lunedì dell’Angelo: vengono presentati i testimoni della risurrezione (At 2,14-32 ), e si descrive l’incontro del Risorto con le pie donne, cui è affidato il compito di annunciare ai discepoli lo straordinario evento della risurrezione di Gesù (Mt 28,8-15 ).

Martedì: Pietro esorta tutti alla conversione e al Battesimo nella fede in Cristo risorto (At 2,36-41 ), e si narra l’apparizione di Gesù alla Maddalena (Gv 20,11-18 ).

Mercoledì: Pietro guarisce lo storpio alla porta del Tempio di Gerusalemme (At 3,1-10 ), e Gesù si fa riconoscere dai discepoli di Emmaus (Lc 24,13-35 ).

Giovedì: Pietro parla dell’uccisione dell’autore della vita per sottolineare che Dio l’ha risuscitato dai morti (At 3,11-26 ), e il Vangelo attesta che l’annuncio dei profeti si è realizzato nella risurrezione di Cristo al terzo giorno (Lc 24,35-48 ).

Venerdì: Pietro annuncia che solo in Gesù c’è salvezza (At 4,1-12 ), e si narra l’apparizione di Gesù risorto sulle rive del lago di Tiberiade (Gv 21,1-14 ).

Sabato: di fronte alla violenza del sinedrio gli apostoli affermano il dovere dell’annuncio pasquale (At 4,13-21 ), e Gesù invia i suoi discepoli in tutto il mondo (Mc 16,9-15 ).

Prima dell’introduzione del Nuovo Lezionario Ambrosiano nel 2008, la liturgia di Rito ambrosiano coincideva con quella di Rito romano. Anche il Messale ambrosiano attuale riporta una celebrazione propria per ciascun giorno dell’Ottava di Pasqua. A differenza di quello romano, però, mantiene la struttura festiva per ogni giorno, quindi con due letture, di cui la prima è sempre tratta dagli Atti degli apostoli, ma con brani differenti e la seconda dalle Lettere paoline. Il Rito ambrosiano prevede, per ogni giorno dell’Ottava, la messa per i battezzati con letture proprie.

L’espressione Ottava di Pasqua indica anche l’ultimo giorno dell’ottava. Questo viene chiamato in modi differenti secondo i periodi storici e secondo le varie tradizioni cristiane: Domenica II di Pasqua è la dizione più semplice, che fa riferimento al fatto che questa domenica segue la Prima Domenica di Pasqua che è la stessa solennità pasquale.

Domenica in Albis. Nei primi secoli della Chiesa il battesimo era amministrato nella solenne Veglia Pasquale, la notte di Pasqua, ed i battezzati indossavano una tunica bianca che portavano poi per tutta la settimana successiva, fino alla domenica dopo Pasqua, detta perciò domenica in cui si depongono le bianche vesti. Festa della Divina Misericordia: tale festa è stata istituita per essere celebrata in tale data nel 2000 da papa Giovanni Paolo II.

Domenica di san Tommaso: la Chiesa ortodossa usa questo nome perché viene letto in questa domenica il brano evangelico in cui si parla dell’incredulità di san Tommaso (Gv 20,26-29 ). Anche la Chiesa cattolica legge tale Vangelo in questa domenica. Quasimodogeniti: la Chiesa Luterana usa questo nome preso dall’antifona iniziale del servizio religioso.

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