21 agosto: San Pio X, papa
La Chiesa oggi ricorda il 257mo Vescovo di Roma

Memoria di san Pio X, papa, che fu dapprima sacerdote in parrocchia e poi vescovo di Mantova e patriarca di Venezia. Eletto, infine, Pontefice di Roma, si propose come programma di governo di ricapitolare tutto in Cristo e lo realizzò in semplicità di animo, povertà e fortezza, promuovendo tra i fedeli la vita cristiana con la partecipazione all’Eucaristia, la dignità della sacra liturgia e l’integrità della dottrina. (dal Martirologio)
Giuseppe Melchiorre Sarto nacque a Riese in provincia di Treviso secondo di dieci figli in una famiglia modesta: il padre Giovanni Battista Sarto (1792-1852) era fattore e la madre Margherita Sanson (1813-1894) sarta.
Giuseppe Sarto si distinse da molti suoi predecessori e successori proprio per il fatto che il suo cursus honorum fu esclusivamente pastorale senza alcun impegno presso la curia o nell’attività diplomatica della Santa Sede.
Ricevette la tonsura nel 1850 ed entrò nel seminario di Padova. Qui chiese di “frequentare il corso teologico universitario e non quello diocesano. La richiesta era legata al desiderio di poter studiare le lingue orientali, ma quando il Vescovo di Treviso – a cui la domanda fu inoltrata – dispose diversamente, senza recriminazioni, ne accettò la decisione”.
Fu ordinato sacerdote nel 1858, divenendo vicario della parrocchia di Tombolo. Nel 1867 fu nominato arciprete di Salzano e poi, nel 1875, canonico della cattedrale di Treviso, fungendo nel contempo da direttore spirituale nel seminario diocesano, esperienza della quale serberà sempre un ottimo ricordo.
Giuseppe Sarto fu nominato vescovo di Mantova il 10 novembre 1884 e poi ricoprì la carica di patriarca di Venezia. Il governo italiano rifiutò peraltro inizialmente il proprio exequatur, asserendo che la nomina del Patriarca di Venezia spettava al Re e che, inoltre, Sarto era stato scelto su pressione del governo dell’Impero Austro-Ungarico. Giuseppe Sarto dovette quindi attendere ben 18 mesi prima di poter assumere la guida pastorale del patriarcato di Venezia. Con la nomina a Patriarca egli ricevette pure la berretta cardinalizia nel concistoro del 12 giugno 1893. Fu eletto papa nel 1903.
Alla morte di Leone XIII il candidato più probabile al soglio di Pietro era considerato il Segretario di Stato Rampolla. All’apertura del conclave il 1º agosto 1903, la sorpresa: il cardinale Puzyna, arcivescovo di Cracovia, comunica che l’imperatore d’Austria-Ungheria Francesco Giuseppe, usando un suo antico privilegio quale “Re apostolico d’Ungheria”, pone il veto all’elezione del cardinale Rampolla.
I motivi del veto sarebbero non soltanto politici, in particolare la vicinanza del Rampolla alla Francia e le idee più aperte di questo degnissimo porporato, eccellente diplomatico e uomo di governo, ma anche personali; il Rampolla quale Segretario di Stato avrebbe infatti cercato di influenzare Leone XIII a negare una sepoltura cristiana all’arciduca Rodolfo d’Asburgo-Lorena, suicidatosi durante i cosiddetti “fatti di Mayerling”.
Malgrado l’indignazione di molti cardinali, la candidatura di Rampolla sfumò e i suffragi si orientarono sul Patriarca di Venezia, che fu eletto il 4 agosto e incoronato il 9. Prese il nome di Pio X in onore dei suoi predecessori. Scelse come motto del suo pontificato Instaurare omnia in Christo e lo attuò con coraggio e fermezza.
Una delle prime decisioni di Pio X fu proprio l’abolizione (con la costituzione apostolica Commissum nobis) del cosiddetto veto laicale, che spettava ad alcuni sovrani cattolici e a causa del quale egli era divenuto pontefice.
Il nuovo Papa, consapevole di non avere alcuna esperienza diplomatica né una vera e propria formazione universitaria, seppe scegliere dei collaboratori competenti come il giovane cardinale Rafael Merry del Val y Zulueta, di soli 38 anni, poliglotta e direttore della Pontificia Accademia Ecclesiastica, che fu nominato Segretario di Stato. Stante la propria inesperienza, Pio X lasciò a Merry del Val sostanzialmente campo libero nella conduzione della diplomazia vaticana.
Provenendo da una famiglia di origine popolare, egli rimase sempre semplice e umile. In Vaticano visse parcamente, assistito dalle sorelle, in un appartamento fatto allestire appositamente.
Più controversa la valutazione sul profilo politico del pontificato, la cui linea può essere caratterizzata essenzialmente come conservatrice, in particolare per la lotta ingaggiata contro il modernismo.
Fu tuttavia Pio X ad avviare la riforma del diritto canonico, che culminerà nel 1917 con la promulgazione del Codice di diritto canonico e a redigere il catechismo che porta il suo nome. Anche sul piano della gestione patrimoniale fu lui a unificare i redditi dell’obolo di San Pietro e quelli del patrimonio del Vaticano. Ma, soprattutto, riformò la Curia Romana con la costituzione Sapienti consilio del 29 giugno 1908, sopprimendo vari dicasteri divenuti inutili.
Morì di crepacuore, a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. La morte lo colse mentre era intento a completare degli studi preparatori di un documento (poi abbandonato dai successori) relativo alle condizioni di liceità dell’esercizio del diritto di sciopero. Gli aspetti politici del suo pontificato non debbono far mettere in secondo piano quelli mistici: a lui si deve la concessione della Prima Comunione ai fanciulli.
Pio X ebbe a confrontarsi con il problema della separazione fra Stato e Chiesa, che emerse in Francia con l’entrata in vigore della legge del 9 dicembre 1905, nella quale si concentravano gli intenti fondamentali della politica anti-religiosa e massonica della terza Repubblica e in particolare del governo di Émile Combes. A partire dal 1880 si erano registrati in Francia una serie di provvedimenti anti-religiosi tendenti alla dissoluzione delle congregazioni religiose, di espulsione dei religiosi regolari: insegnanti, personale infermieristico ecc. Pio X si mostrò assai meno conciliante verso questa politica fortemente anti-clericale rispetto al proprio predecessore, malgrado la maggioranza dei vescovi francesi gli consigliasse di piegarsi alla nuova legge. La legge emanata dal governo francese il 9 dicembre 1905 segnò il culmine di una simile politica, decretando unilateralmente l’abrogazione delconcordato del 1801.
Pio X con l’enciclica Vehementer Nos del 11 febbraio 1906 e l’allocuzione concistoriale Gravissimum del 21 febbraio e l’enciclica Gravissimo Officii Munere del 10 agosto, proibì ogni attività collaborativa all’applicazione della nuova legge. L’ostilità del Pontefice alla nuova normativa francese compromise la creazione delle associations culturelles, previste dalla legge del 1905, alle quali avrebbe dovuto essere trasferito il patrimonio della Chiesa. Prendendo a pretesto tale opposizione lo Stato francese incamero gli ingenti beni immobili ecclesiastici. La situazione sarebbe mutata soltanto nel 1923 con la creazione delle “associations diocésaines”.
Analoghe tensioni si registrarono con il Portogallo, dopo l’avvento in quel Paese, nel 1910 della repubblica guidata da gruppi di potere anticlericali massonici. Pio X rispose con l’enciclica Iamdudum.
Proprio nei primi giorni della prima guerra mondiale, Pio X morì, si dice, di crepacuore, il 20 agosto 1914. Si dice anche che in punto di morte abbia detto: “Verrà il Guerrone” ossia la Grande Guerra.
Pio X fu beatificato il 3 giugno 1951 e canonizzato il 29 maggio 1954 durante il pontificato di Pio XII, la festa fu fissata al 3 settembre. Il calendario del Novus Ordo Missae la prevede il 21 agosto. Coloro che seguono il calendario antico lo festeggiano dunque il 3 settembre. La sua salma è tumulata all’interno della basilica di San Pietro in Vaticano. (fonte Cathopedia)
Altri Santi che la Chiesa commemora il 21 agosto
Santi Agatoníco, Zótico e altri, martiri – In Tracia, nell’odierna Turchia, santi Agatoníco, Zótico e altri, martiri, che si tramanda abbiano subito il martirio a Silivri e in altri luoghi. (dal Martirologio)
Santa Ciriaca – A Roma al Verano, santa Ciriaca, che lasciò il suo nome al cimitero sulla via Tiburtina da lei donato alla Chiesa. (dal Martirologio)
San Quadrato, vescovo e martire – A Utica in Africa, nell’odierna Tunisia, san Quadrato, vescovo e martire, che insieme a tutto il suo popolo, chierici e laici, rese testimonianza di fede in Cristo e, da buon pastore, seguì a quattro giorni di distanza il gregge che aveva pascolato. (dal Martirologio)
Sant’Euprepio, vescovo – A Verona, sant’Euprepio, ritenuto primo vescovo di questa città. (dal Martirologio)
San Lussorio, martire – A Forolongianus in Sardegna, san Lussorio, martire. (dal Martirologio)
Santi martiri Bassa e i suoi tre figli Teognio, Agapio e Pistio – Commemorazione dei santi martiri Bassa e i suoi tre figli Teognio, Agapio e Pistio: di essi si dice che Bassa abbia subito il martirio nell’isola di Alone, gli altri a Edessa dell’antica Siria. (dal Martirologio)
San Privato, vescovo e martire – Nel territorio di Mende in Francia, san Privato, vescovo e martire, che, durante l’invasione dei Vandali in Francia, fu trovato nella cripta, dove attendeva a digiuni e preghiere, e morì battuto con le verghe per essersi rifiutato di tradire le sue pecore immolando agli idoli. (dal Martirologio)
San Sidonio Apollinare, vescovo – A Clermont-Ferrand in Aquitania, in Francia, san Sidonio Apollinare, che, da prefetto della città di Roma ordinato vescovo di Clermont, versato tanto nelle scienze sacre come in quelle profane, da vero padre universale e dottore insigne, forte di cristiano coraggio si oppose alla ferocia dei barbari. (dal Martirologio)
Santi martiri Bernardo (Hamed), Maria (Zaida) e Grazia (Zoraide) – Ad Alzira nel territorio di Valencia in Spagna, commemorazione dei santi martiri Bernardo, prima chiamato ‘Ahmed, monaco dell’Ordine Cistercense, e le sue sorelle, Maria (Zaida) e Grazia (Zoraida), che dalla religione maomettana egli aveva condotto alla fede in Cristo. (dal Martirologio)
San Giuseppe Dang Dình (Niên) Viên, sacerdote e martire – Nella città di Hung Yên nel Tonchino, ora Viet Nam, san Giuseppe Dang Dình (Niên) Viên, sacerdote e martire sotto l’imperatore Minh Mang. (dal Martirologio)
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