20 luglio: Sant’Apollinare, vescovo e martire
La Chiesa ricorda oggi l’evangelizzatore e primo vescovo della città di Ravenna, dove secondo la tradizione fu inviato da san Pietro
Sant’Apollinare, vescovo, che, facendo conoscere tra le genti le insondabili ricchezze di Cristo, precedette come un buon pastore il suo gregge, onorando la Chiesa di Classe presso Ravenna in Romagna con il suo glorioso martirio. Il 23 luglio migrò al banchetto eterno. (dal Martirologio)
Come per molti santi paleocristiani, le fonti storiche a lui riferite sono prevalentemente tardive e con elementi leggendari che possono però basarsi su tradizioni precedenti e fondate storicamente. Non è citato nelle fonti del Nuovo Testamento.
La prima scarna menzione del santo viene fatta nel Martirologio Geronimiano, attribuito pseudoepigraficamente a san Girolamo ma risalente all’inizio del V secolo, dove Apollinare di Ravenna, confessore e sacerdote, è ricordato al 23 luglio (10° giorno alle calende di agosto).
San Pietro Crisologo dedica ad Apollinare il sermone 128, dove però non fornisce molti dettagli sulla sua vita e il suo operato.
La Passio sancti Apollinaris, datata al tempo dell’arcivescovo Mauro di Ravenna e probabilmente redatta dalla sua cancelleria, rappresenta il principale riferimento agiografico per la vita del santo.
La Legenda aurea di Jacopo da Varazze, composta attorno al 1260, dedica ad Apollinare il cap. 97. Sono presenti numerosi altri accenni al santo in vari martirologi antichi e scritti patristici che non aggiungono elementi né discordano sostanzialmente dalla narrazione della Passio.
Pur senza negare l’esistenza storica di Apollinare e del suo operato di evangelizzazione ed episcopato, in epoca contemporanea sono state avanzate ipotesi di una sua datazione più tardiva, attorno al 150-200.
Secondo la tradizione, Apollinare era originario di Antiochia ed era ebreo. Il nome è di origine pagana (dedicato ad Apollo) ma la diffusione tra gli ebrei di nomi greci e romani era comune nel I secolo (per esempio, Filippo, Andrea).
Ad Antiochia incontrò il cristianesimo tramite la predicazione di san Pietro e si convertì. Quando Pietro si trasferì a Roma al tempo dell’imperatore Claudio (41-54) Apollinare lo seguì nell’Urbe dove lo affiancò nella predicazione agli ebrei. Quindi Pietro lo inviò a Ravenna per predicare agli ebrei della città romagnola.
Secondo la tradizione, una volta arrivato a Ravenna iniziò a predicare e compiere numerosi miracoli in particolare a favore di pagani, che sono descritti dettagliatamente dalla Passio richiamando i miracoli di Cristo: risuscitare morti, guarire malati, sanare lebbrosi, far parlare muti, esorcizzare, sovvertire idoli pagani. I miracolati si convertivano con tutta la famiglia.
È descritta anche una missione evangelizzatrice in Mesia (attuale Serbia) e Tracia (attuale Bulgaria) della durata di 3 anni. Ritornato a Ravenna i notabili pagani, ingelositi dal successo della predicazione di Apollinare, si rivolsero a un giudice per imporgli di abiurare e sacrificare agli dei pagani, ma il santo guarì il suo figlio cieco dalla nascita e si conquistò la sua protezione.
Secondo la Passio mentre risiedeva a Classe, pochi chilometri a sud di Ravenna, presso un centurione convertito, una sera nel lebbrosario fu aggredito da un gruppo di pagani e colpito a bastonate. Morì dopo sette giorni di agonia e fu sepolto nella zona cimiteriale della città, sul versante orientale del tracciato viario che da Ravenna conduceva a Rimini, dove attualmente sorge la Basilica a lui dedicata. Sant’Apollinare guidò la chiesa di Ravenna per 28 anni e 4 giorni, morendo durante il regno di Vespasiano.
Il tradizionale giorno di festa liturgica è il 23 luglio, come indicava già il Martirologio Geronimiano medievale. L’edizione del Messale romano del 2002 ha spostato la memoria al 20 luglio dedicando il 23 a santa Brigida di Svezia. Nel Martirologio Romano del 2001 è ricordato al primo posto sia il 20 che il 23 luglio.
Le reliquie sono conservate e venerate nella Basilica di Sant’Apollinare in Classe, costruita nella prima metà del VI secolo sul luogo ritenuto sede del martirio. Nel IX secolo furono traslate in città per ripararle dalle frequenti incursioni saracene sul litorale romagnolo, nella chiesa di san Martino in Ciel d’oro, che da quel momento prese il nome di sant’Apollinare Nuovo. Furono riportate nell’antica basilica di Classe solo al momento della sua riconsacrazione nel 1748. (fonte Cathopedia)
Altri Santi che la Chiesa commemora il 20 luglio
Sant’Elia Tesbita, profeta – Commemorazione di sant’Elia Tesbita, che fu profeta del Signore nei giorni di Acab e di Acazia, re di Israele, e con tale forza rivendicò i diritti dell’unico Dio contro l’infedeltà del popolo, da prefigurare non solo Giovanni Battista, ma il Cristo stesso; non lasciò profezie scritte, ma la sua memoria viene fedelmente conservata, in particolare sul monte Carmelo. (dal Martirologio)
Santa Marina o Margherita, vergine e martire – Ad Antiochia di Pisidia, nell’odierna Turchia, santa Marina o Margherita, che si ritiene abbia consacrato il suo corpo a Cristo nella verginità e nel martirio. (dal Martirologio)
San Frumenzio, vescovo – In Etiopia, san Frumenzio, vescovo, che fu dapprima prigioniero e, ordinato poi vescovo da sant’Atanasio, propagò il Vangelo in questa regione. (dal Martirologio)
Sant’Aurelio, vescovo – A Cartagine, nell’odierna Tunisia, sant’Aurelio, vescovo, che, salda colonna della Chiesa, protesse i suoi fedeli dalle usanze pagane e collocò il seggio episcopale sul luogo in cui prima si trovava la statua della dea del cielo. (dal Martirologio)
San Vulmaro, sacerdote – Nel territorio di Boulogne in Francia, san Vulmaro, sacerdote, che, umile pastore, avuta la possibilità di studiare e raggiunto il ministero sacerdotale, si ritirò in un eremo secondo le consuetudini degli antichi padri e fondò poi a Hautmont in Francia, tra i boschi della sua patria, due monasteri, l’uno maschile e l’altro per le sacre vergini. (dal Martirologio)
San Paolo, diacono e martire – A Córdova nell’Andalusia in Spagna, san Paolo, diacono e martire, che istruito dall’esempio e dalla parola di san Sisenando, non ebbe timore di rimproverare davanti ai principi e alle autorità dei Mori la vanità del loro culto, venendo ucciso per aver confessato Cristo come vero Dio. (dal Martirologio)
Santi Martiri di Seul – A Seul in Corea, santi Maddalena Yi Yong-hui, Teresa Yi Mae-im, Marta Kim Song-im, Lucia Kim, Rosa Kim, Anna Kim Chang-gum e Maria Wo Kwi-im, vergine, e Giovanni Battista Yi Kwang-nyol, martiri. (dal Martirologio)
San Giuseppe Maria Díaz Sanjurjo, vescovo – Nella città di Nam Dinh nel Tonchino, ora Viet Nam, san Giuseppe Maria Díaz Sanjurjo, vescovo dell’Ordine dei Predicatori e martire, condannato a morte in odio alla fede durante la persecuzione dell’imperatore Tu Duc. (dal Martirologio)
Santi Leone Ignazio Mangin e Paolo Denn, sacerdoti – Nel villaggio di Zhoujiahe presso la città di Yingxian nella provincia dello Hebei in Cina, martirio dei santi Leone Ignazio Mangin e Paolo Denn, sacerdoti della Compagnia di Gesù, che nella persecuzione dei Boxer, mentre incoraggiavano premurosamente i fedeli in chiesa, furono trafitti davanti all’altare dai nemici che avevano fatto irruzione. Insieme a loro perì santa Maria Zhou Wuzhi, che, volendo proteggere con il proprio corpo san Leone ministro della celebrazione, cadde ferita a morte. (dal Martirologio)
San Pietro Zhou Rixin, martire – Nel territorio di Lujiazhuang presso Yingxian sempre nello Hebei, san Pietro Zhou Rixin, martire, che, nella medesima persecuzione, davanti al governatore che lo incalzava si rifiutò di rinnegare Dio creatore del mondo e fu per questo decapitato. (dal Martirologio)
Santa Maria Fu Guilin – Nella cittadina di Daliucun presso Wuyi nella stessa provincia, santa Maria Fu Guilin, che, maestra, sempre nella stessa persecuzione fu consegnata nelle mani dei nemici del Vangelo e decapitata mentre invocava Cristo Salvatore. (dal Martirologio)
Sante Maria Zhao Guozhi e delle sue figlie Rosa e Maria Zhao – Nel villaggio di Wuqiao Zhaojia sempre nello Hebei, commemorazione delle sante Maria Zhao Guozhi e delle sue figlie Rosa e Maria Zhao, che, in quella stessa persecuzione, si gettarono in un pozzo per non essere violentate, ma tirate fuori di lì subirono il martirio. (dal Martirologio)
San Xi Guizi, martire – Nella cittadina di Dechao sempre nello Hebei, commemorazione di san Xi Guizi, martire, che, ancora catecumeno, scoppiato un tumulto, si dichiarò cristiano e, coperto di ferite, fu battezzato nel suo stesso sangue. (dal Martirologio)
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