2 novembre: Commemorazione di tutti i fedeli defunti
La base teologica su cui la celebrazione di oggi si fonda è la dottrina secondo cui le anime dei fedeli che nel momento della morte non erano perfettamente purificate dai peccati veniali, o non hanno espiato pienamente i peccati del passato, non possono accedere alla visione beatifica e i fedeli in terra possono aiutarli con la preghiera, l’elemosina e, soprattutto, con il sacrificio della Messa.
Commemorazione di tutti i fedeli defunti, nella quale la santa Madre Chiesa, già sollecita nel celebrare con le dovute lodi tutti i suoi figli che si allietano in cielo, si dà cura di intercedere presso Dio per le anime di tutti coloro che ci hanno preceduti nel segno della fede e si sono addormentati nella speranza della resurrezione e per tutti coloro di cui, dall’inizio del mondo, solo Dio ha conosciuto la fede, perché purificati da ogni macchia di peccato, entrati nella comunione della vita celeste, godano della visione della beatitudine eterna. (dal Martirologio)
La Commemorazione dei fedeli defunti è celebrata dalla Chiesa cattolica il 2 novembre. La base teologica su cui la celebrazione si fonda è la dottrina secondo cui le anime dei fedeli che nel momento della morte non erano perfettamente purificate dai peccati veniali, o non hanno espiato pienamente i peccati del passato, non possono accedere alla visione beatifica e i fedeli in terra possono aiutarli con la preghiera, l’elemosina e, soprattutto, con il sacrificio della Messa.
Nei primi tempi del cristianesimo i nomi dei fratelli defunti venivano inseriti nei dittici. Di una commemorazione collettiva dei fedeli defunti si ha testimonianza in Sant’Agostino, che parla di preghiere che la Chiesa fa in una commemorazione generale di tutti i fedeli defunti.
Abbiamo poi preghiere per i morti in vari testi liturgici. Più tardi, nel VI secolo, era consuetudine nei monasteri benedettini di tenere una commemorazione dei monaci deceduti a Pentecoste.
In Spagna, al tempo di Sant’Isidoro di Siviglia, tale celebrazione si teneva il Sabato prima della Sessagesima o prima della Pentecoste. In Germania esisteva una antica cerimonia in cui si pregava per i defunti il 1º ottobre.
Con il tempo la Chiesa accettò e prescrisse tali usi. Sant’Odilone di Cluny, nel 998, dispose che nei monasteri della sua congregazione si tenesse ogni anni la commemorazione di tutti i fedeli defunti: «Si decreta dal nostro padre Odilone, su richiesta e con il consenso di tutti i confratelli cluniacensi, che come in tutte le chiese di Dio di tutto il mondo si celebra la festa di Ognissanti nel primo giorno di Novembre, così presso di noi sia celebrata solennemente la commemorazione di tutti i defunti in questo modo: nel giorno di Ognissanti, dopo il capitolo, il decano e il cellerario faranno una elemosina di pane e vino a tutti i poveri che si presenteranno, come nella cena del Signore; […] nello stesso giorno dopo i vespri si suoneranno tutte le campane e si celebrerà l’officio dei morti; la messa mattutina (quella del 2 novembre) sarà officiata solennemente e con il suono delle campane; saranno celebrate messe in privato e pubblicamente per il riposo delle anime di tutti i fedeli e sarà offerto del cibo a dodici poveri» (Statutum sancti Odilonis de defunctis, PL 142, 1037-1038).
Dai monasteri cluniacensi la celebrazione si diffuse tra le altre congregazioni benedettine e tra i certosini. Tra le diocesi, Liegi fu la prima a adottare, sotto il vescovo Notger, la nuova celebrazione. Essa è poi attestata nel martirologio di San Protadio di Besançon. Nella Diocesi di Roma fu introdotta nel XIV secolo.
L’estensione all’intera Chiesa di questa commemorazione sembra potersi rintracciare per la prima volta nell’Ordo Romanus del XIV secolo, dove il giorno del 2 novembre è indicato come anniversarium omnium animarum.
Nel rito greco questa commemorazione si svolge nella vigilia della Domenica di Sessagesima, o nella vigilia di Pentecoste. Gli armeni celebrano la Pasqua dei morti il giorno dopo Pasqua.
Altri Santi che la Chiesa commemora il 2 novembre
San Vittorino, vescovo di Ptuj – Commemorazione di san Vittorino, vescovo di Ptuj in Pannonia, nell’odierna Slovenia, che pubblicò molti scritti di esegesi della Sacra Bibbia e fu coronato dal martirio durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano. (dal Martirologio)
San Giusto, martire – A Trieste, san Giusto, martire. (dal Martirologio)
Santi Carterio, Stiriaco, Tobia, Eudossio, Agapio e compagni, martiri – A Sivas nell’antica Armenia, santi Carterio, Stiriaco, Tobia, Eudossio, Agapio e compagni, martiri, che, soldati, si racconta siano stati gettati tra le fiamme, sotto l’imperatore Licinio, per aver perseverato nella fede in Cristo. (dal Martirologio)
Santi Acíndino, Pegasio, Aftonio, Elpidíforo, Anempodisto e molti compagni, martiri – In Persia, santi Acíndino, Pegasio, Aftonio, Elpidíforo, Anempodisto e molti compagni, martiri, che si tramanda abbiano subito la passione sotto il re Sabor II. (dal Martirologio)
San Donnino, vescovo – A Vienne nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Donnino, vescovo, che si adoperò per la liberazione dei prigionieri. (dal Martirologio)
San Marciano, eremita – Commemorazione di san Marciano, eremita, che, nato a Cirro nel territorio dell’odierna Turchia, si ritirò in monastero a Calcedonia, dove, vivendo in una angusta dimora, non si nutriva che la sera di poco pane e acqua, anteponendo tuttavia al digiuno l’amore fraterno. (dal Martirologio)
Sant’Ambrogio, abate – Nel monastero di Saint-Maurice-en-Valais nell’odierna Svizzera, sant’Ambrogio, abate, che fu dapprima superiore del monastero della Île-Barbe vicino a Lione e, trasferito poi in questa sede per l’insigne fama della sua condotta di vita religiosa, vi istituì l’usanza della lode perenne. (dal Martirologio)
Santa Vinfreda, vergine – Presso la fonte in località Holywell in Galles, santa Vinfreda, vergine, venerata come illustre monaca. (dal Martirologio)
San Giorgio, vescovo – A Vienne, san Giorgio, vescovo. (dal Martirologio)
San Malachia, vescovo – Nel monastero di Chiaravalle in Borgogna, ora in Francia, deposizione di san Malachia, vescovo di Down e Connor in Irlanda, che rinnovò la vita della sua Chiesa e, giunto a Chiaravalle mentre era in cammino per Roma, rese lo spirito al Signore alla presenza dell’abate san Bernardo. (dal Martirologio)
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