2 giugno: Corpus Domini

La Chiesa celebra oggi la solennità del Santissimo Corpo e Sangue del Signore

Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo: con il suo sacro nutrimento egli offre rimedio di immortalità e pegno di risurrezione. (dal Martirologio)

La solennità del Corpus Domini (espressione latina che significa Corpo del Signore), più propriamente chiamata Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, è una delle principali dell’anno liturgico della Chiesa cattolica. Rievoca, in una circostanza liturgica meno carica, la liturgia della Messa in Coena Domini del Giovedì Santo. La data propria della celebrazione è il giovedì dopo la Solennità della Santissima Trinità. In Italia questa festa, come molte altre, è stata spostata alla domenica successiva.

Dalle «Opere» di san Tommaso d’Aquino, dottore della Chiesa (Opusc. 57, nella festa del Corpo del Signore, lect. 1-4) L’Unigenito Figlio di Dio, volendoci partecipi della sua divinità, assunse la nostra natura e si fece uomo per far di noi, da uomini, déi. Tutto quello che assunse, lo valorizzò per la nostra salvezza. Offrì infatti a Dio Padre il suo corpo come vittima sull’altare della croce per la nostra riconciliazione. Sparse il suo sangue facendolo valere come prezzo e come lavacro, perché, redenti dalla umiliante schiavitù, fossimo purificati da tutti i peccati. Perché rimanesse in noi, infine, un costante ricordo di così grande beneficio, lasciò ai suoi fedeli il suo corpo in cibo e il suo sangue come bevanda, sotto le specie del pane e del vino.

O inapprezzabile e meraviglioso convito, che dà ai commensali salvezza e gioia senza fine! Che cosa mai vi può essere di più prezioso? Non ci vengono imbandite le carni dei vitelli e dei capri, come nella legge antica, ma ci viene dato in cibo Cristo, vero Dio. Che cosa di più sublime di questo sacramento? Nessun sacramento in realtà é più salutare di questo: per sua virtù vengono cancellati i peccati, crescono le buone disposizioni, e la mente viene arricchita di tutti i carismi spirituali. Nella Chiesa l’Eucaristia viene offerta per i vivi e per i morti, perché giovi a tutti, essendo stata istituita per la salvezza di tutti.

Nessuno infine può esprimere la soavità di questo sacramento. Per mezzo di esso si gusta la dolcezza spirituale nella sua stessa fonte e si fa memoria di quella altissima carità, che Cristo ha dimostrato nella sua passione. Egli istituì l’Eucaristia nell’ultima cena, quando, celebrata la Pasqua con i suoi discepoli, stava per passare dal mondo al Padre. L’Eucaristia é il memoriale della passione, il compimento delle figure dell’Antica Alleanza, la più grande di tutte le meraviglie operate dal Cristo, il mirabile documento del suo amore immenso per gli uomini.

Altri Santi che la Chiesa commemora il 2 giugno

Santi martiri Marcellino, sacerdote, e Pietro, esorcista – Santi martiri Marcellino, sacerdote, e Pietro, esorcista, che, come riporta il papa san Damaso, furono condannati a morte durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano; condotti tra i rovi sul luogo del supplizio, ebbero l’ordine di scavarsi il sepolcro con le proprie mani, perché i corpi rimanessero nascosti a tutti, ma la pia donna Lucilla diede degna sepoltura alle loro sante membra a Roma sulla via Labicana nel cimitero ad Duas Lauros. (dal Martirologio)

Santi martiri Potino, vescovo, Blandina e quarantasei compagni – A Lione in Francia, santi martiri Potino, vescovo, Blandina e quarantasei compagni, le cui ardue e reiterate prove compiute al tempo dell’imperatore Marco Aurelio sono attestate nella lettera scritta dalla Chiesa di Lione alle Chiese d’Asia e Frigia. Tra questi, il nonagenario vescovo Potino rese il suo spirito poco dopo essere stato incarcerato; altri, come lui, morirono in carcere e altri ancora posti al centro dell’arena davanti a migliaia di persone radunate per lo spettacolo: quanti erano stati identificati come cittadini romani subirono la decapitazione, gli altri invece venivano dati in pasto alle fiere. Da ultima, Blandina, sgozzata alfine con la spada dopo aver patito più lunghe e aspre torture, seguì tutti coloro che ella aveva poco prima esortato a raggiungere la palma del martirio. I loro nomi sono: santi Zaccaria sacerdote, Vezio Epagato, Macario, Asclibiade, Silvio, Primo, Ulpio, Vitale, Commino, Ottobre, Filomeno, Gemino, Giulia, Albina, Grata, Emillia, Potamia, Pompea, Rodana, Biblis, Quarzia, Materna, Elpis, Santo diacono, Maturo neofita, Attalo di Pergamo, Alessandro di Frigia, Pontico, Isto, Aristeo, Cornelio, Zosimo, Tito, Giulio, Zotico, Apollonio, Geminiano, un’altra Giulia, Ausona, un’altra Emilia, Iamnica, un’altra Pompea, Domna, Giusta, Trofima, Antonia. (dal Martirologio)

Sant’Erasmo, vescovo e martire – A Formia nell’odierno Lazio, sant’Erasmo, vescovo e martire. (dal Martirologio)

Sant’Eugenio I, papa – A Roma presso san Pietro, sant’Eugenio I, papa, che succedette a san Martino martire. (dal Martirologio)

San Niceforo, vescovo – Presso il Bosforo nella Propontide, oggi in Turchia, transito di san Niceforo, vescovo di Costantinopoli, che, tenace difensore delle tradizioni avite, si oppose con fermezza all’imperatore iconoclasta Leone l’Armeno sostenendo il culto delle sacre immagini; espulso dalla sua sede, fu relegato per lungo tempo in un monastero, dove migrò serenamente al Signore. (dal Martirologio)

San Guido, vescovo – Ad Acqui in Piemonte, san Guido, vescovo. (dal Martirologio)

San Nicola, pellegrino – A Trani in Puglia, san Nicola, che, pellegrino nato in Grecia, percorreva tutta la regione portando in mano una croce e ripetendo senza interruzione «Kyrie, eléison». (dal Martirologio)

San Domenico Ninh, martire – Nella città di Âu Thi nel Tonchino, ora Viet Nam, san Domenico Ninh, martire, che, giovane contadino, per essersi rifiutato di calpestare la croce del Salvatore, patì la decapitazione sotto l’imperatore Tu Duc. (dal Martirologio)

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