2 febbraio: Presentazione al Tempio del Signore
Oggi si celebra la cosiddetta Candelora, perché in questo giorno si benedicono le candele, poiché nel passo evangelico Cristo è detto da Simeone “luce per illuminare le genti”

Festa della Presentazione del Signore, dai Greci chiamata Ipapánte: quaranta giorni dopo il Natale del Signore, Gesù fu condotto da Maria e Giuseppe al Tempio, sia per adempiere la legge mosaica, sia soprattutto per incontrare il suo popolo credente ed esultante, luce per illuminare le genti e gloria del suo popolo Israele. (dal Martirologio)
La presentazione del Signore è una festa del Signore con la quale si ricorda il corrispondente avvenimento della vita di Gesù, narrato in Lc 2,22-39 . È celebrata dalla Chiesa Cattolica il 2 febbraio, quaranta giorni dopo il Natale.
È detta popolarmente Candelora, perché in questo giorno si benedicono le candele, poiché nel passo evangelico Cristo è detto da Simeone “luce per illuminare le genti”.
In precedenza la festa era anche detta della Purificazione di Maria, perché, secondo l’usanza ebraica, al momento della presentazione del figlio primogenito al Tempio, avveniva anche la purificazione della madre.
Anticamente questa festa veniva celebrata il 14 febbraio (40 giorni dopo l’Epifania) e la prima testimonianza al riguardo ci è data da Egeria nel suo Itinerarium Egeriae (cap. 26).
La denominazione di Candelora data popolarmente alla festa, deriva dalla somiglianza del rito del Lucernario, di cui parla Egeria: “Si accendono tutte le lampade e i ceri, facendo così una luce grandissima” (Itinerarium 24, 4), con le antiche fiaccolate rituali che si facevano nei Lupercali.
Tuttavia, la somiglianza più significativa tra le due festività, si ha nell’idea della purificazione: nell’una relativa all’usanza ebraica: «Quando una donna sarà rimasta incinta e darà alla luce un maschio, sarà immonda per sette giorni; sarà immonda come nel tempo delle sue regole. L’ottavo giorno si circonciderà il bambino. Poi essa resterà ancora trentatré giorni a purificarsi dal suo sangue; non toccherà alcuna cosa santa e non entrerà nel santuario, finché non siano compiuti i giorni della sua purificazione» (Lev 12,2-4 ).
Nell’altra riguardo alla februatio: «Gli antenati romani dissero Februe le espiazioni: e ancora molti indizi confermano tal senso della parola. I pontefici chiedono al re e al flamine le lane che nella lingua degli antichi erano dette februe. Gli ingredienti purificatori, il farro tostato e i granelli di sale, che il littore prende nelle case prestabilite, si dicono anch’essi februe. (…) Da ciò il nome del mese, perché i Luperci con strisce di cuoio percorrono tutta la città e ciò considerano rito di purificazione».
Durante il suo episcopato (tra il 492 e il 496), Papa Gelasio I ottenne dal Senato l’abolizione dei Lupercali ai quali fu sostituita, nella devozione popolare, la festa appunto della Candelora.
Nel VI secolo la ricorrenza fu anticipata da Giustiniano I di Bisanzio al 2 febbraio, data in cui si festeggia ancora oggi.
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