18 luglio: Santi Sinforosa e sette compagni martiri

La Chiesa ricorda oggi una martire dell’antica Roma

A Roma al nono miglio della via Tiburtina, commemorazione dei santi Sinforosa e sette compagni, Crescente, Giuliano, Nemesio, Primitivo, Giustino, Stacteo ed Eugenio, martiri, che subirono il martirio con diversi generi di tortura, divenendo fratelli in Cristo. (dal Martirologio)

Le vicende della vita della santa sono riportate dal Martirologio Geronimiano e dalla Passio Sanctae Sympherosae, testo agiografico ripreso nel 1588 da F. Cardulo negli Acta Symphorosae et sociorum.

L’imperatore Adriano, fatta costruire una villa la inaugurò con rito pagano. Consultato l’oracolo, la risposta sarebbe stata: la vedova Sinferusa (antico nome di Sinforosa) e i suoi sette figli ci dilaniano ogni giorno invocando il loro Dio. Perciò, se costei coi suoi figli sacrificherà, noi promettiamo di soddisfarti in tutto quello che domandi. Allora Adriano la fece arrestare insieme i figli, esortandoli perché acconsentissero a sacrificare agli idoli.

Visto che non cedevano, dopo averla torturata, le fece legare al collo un masso e la fece precipitare nel fiume. Il fratello Eugenio, principale della Curia Tiburtina, raccolse il cadavere e lo seppellì nel suburbio della medesima città. Il giorno dopo, l’imperatore Adriano fece piantare sette pali intorno al tempio d’Ercole Vincitore (in Tivoli) e su essi fece stendere i figli di Sinferusa che fece poi trucidare.

Il giorno seguente l’imperatore Adriano, recatosi al tempio d’Ercole Vincitore, dispose che i cadaveri fossero rimossi e gettati in una fossa sulla via Tiburtina al nono miglio da Roma.

Altri Santi che la Chiesa commemora il 18 luglio

San Materno, vescovo – A Milano, san Materno, vescovo, che, restituita la libertà alla Chiesa, traslò con tutti gli onori i corpi dei martiri Nábore e Felice da Lodi nella sua città. (dal Martirologio)

Sant’Emiliano, martire – A Silistra in Mesia, nell’odierna Bulgaria, sant’Emiliano, martire, che, disobbedendo agli editti di Giuliano l’Apostata e alle minacce del suo vicario Catulino, rovesciò l’altare degli idoli impedendo il sacrificio e, gettato nella fornace, ricevette la palma del martirio. (dal Martirologio)

San Filastrio, vescovo – A Brescia, san Filastrio, vescovo, la cui vita e morte furono lodate da san Gaudenzio, suo successore. (dal Martirologio)

San Ruffillo, vescovo – A Forlimpopoli in Emilia, san Ruffillo, vescovo, che si ritiene abbia per primo governato questa Chiesa e condotto l’intera popolazione rurale a Cristo. (dal Martirologio)

Sant’Arnolfo, vescovo – A Metz in Austrasia, ora in Francia, sant’Arnolfo, vescovo, che fu consigliere di Dagoberto, re di Austrasia e, lasciato l’incarico, condusse vita eremitica sui monti Vosgi. (dal Martirologio)

Santa Teodosia, monaca – A Costantinopoli, santa Teodosia, monaca, che patì il martirio per aver difeso un’antica immagine di Cristo, che l’imperatore Leone l’Isaurico aveva ordinato di rimuovere dalla Porta Bronzea del suo Palazzo. (dal Martirologio)

San Federico, vescovo – A Utrecht in Austrasia, nel territorio dell’odierna Olanda, san Federico, vescovo, che rifulse nello studio delle Sacre Scritture e mise cura e impegno nell’evangelizzazione dei Frisoni. (dal Martirologio)

San Bruno di Segni, vescovo – A Segni nel Lazio, san Bruno, vescovo, che molto lavorò e soffrì per il rinnovamento della Chiesa e, costretto per questo a lasciare la sua sede, trovò rifugio a Montecassino, dove divenne abate temporaneo del monastero. (dal Martirologio)

San Domenico Nicola Dinh Dat, martire – Nella città di Nam Dinh nel Tonchino, ora Viet Nam, san Domenico Nicola Dinh Dat, martire, che, soldato, costretto a rinnegare la fede cristiana, dopo atroci supplizi calpestò la croce; ma pentitosi subito, per espiare la colpa dell’apostasia, scrisse all’imperatore Minh Mang di volere essere di nuovo processato come cristiano, morendo infine strangolato. (dal Martirologio)

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