17 febbraio: Santi sette fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria
Oggi la Chiesa ricorda un gruppo di Santi che furono mercanti italiani, divenuti eremiti e religiosi e intorno al 1233 fondarono l’Ordine dei Servi di Maria

Santi sette fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria: Bonfilio, Bartolomeo, Giovanni, Benedetto, Gerardino, Ricovero e Alessio. Prima mercanti a Firenze, di comune accordo, sul monte Senario, si consegnarono nelle mani della beata Maria, istituendo l’Ordine sotto la regola di sant’Agostino. Vengono commemorati insieme nel giorno in cui si tramanda che Alessio, il più longevo, sia morto centenario. (dal Martirologio)
Animati da speciale amore alla Vergine, già membri di una compagnia laica di Servi di Santa Maria e legati tra loro dall’ideale evangelico della comunione fraterna e del servizio ai poveri e agli ammalati, decisero di ritirarsi in solitudine, per far vita comune nella penitenza e nella contemplazione.
Abbandonata l’attività commerciale, lasciarono le proprie case e distribuirono i loro beni ai poveri e alle chiese; indossarono una veste “di panno bigio”, abito consueto dei penitenti e si ritirarono dapprima in una casa fuori città, dove lasciarono bellissime testimonianze di amore, perseverando nel loro ideale di servizio a favore di quelli che si trovavano in ogni genere di necessità.
In seguito, verso il 1245, sospinti dal desiderio di una vita più esclusivamente contemplativa e nello stesso tempo temendo un ritorno forzato alle proprie case per volontà dei capi ghibellini, accettarono il consiglio di Ardingo, vescovo di Firenze e salirono alle solitudini del Monte Senario, non lontano dalla città, dove poi si costruirono una casetta con “povero materiale” ed eressero un oratorio dedicato a santa Maria. Anche san Pietro da Verona, che si trovava allora in Firenze, aveva approvato il genere di vita da essi abbracciato.
Conducevano una vita di severa penitenza, con caratteristiche proprie sia della vita eremitica che di quella comunitaria: vivevano del proprio lavoro, salmodiavano insieme, si dedicavano alla preghiera solitaria, nel silenzio e nella contemplazione rimanevano in profondo ascolto della parola di Dio, non ricusando l’incontro con quelle persone che, spinte da dubbi o angosce, salivano sul Monte per cercarvi la luce di un consiglio e il conforto di un’accoglienza cordiale.
Radicale fu il loro impegno nella povertà, come testimonia l’atto di povertà del 7 ottobre 1251: con questo documento fra Bonfiglio, priore maggiore della chiesa di santa Maria di Monte Senario e altri diciannove frati promettono di non entrare mai in possesso di alcun bene. Alcuni di loro furono anche ordinati presbiteri.
Diffondendosi sempre più la fama della loro santità, molti chiedevano di poter far parte della loro famiglia; con il passar del tempo, mantenendo il nome di Servi di santa Maria, decisero di iniziare un Ordine ispirato al genere di vita istituito dagli Apostoli, adottando la regola di Sant’Agostino e alcuni statuti particolari. Il secondo redattore della Legenda sull’origine dell’Ordine vede nell’abito che essi portavano «un chiaro segno dell’umiltà e dei dolori che la beata Vergine Maria soffrì nella passione del suo Figlio».
Negli antichi documenti i Sette sono giustamente chiamati “progenitori nostri” e “nostri padri”, in quanto hanno dato inizio all’Ordine dei Servi di santa Maria. L’Ordine ebbe un rapido sviluppo in Toscana e nell’Italia centrale, diffondendo la luce del vangelo e la devozione alla Vergine.
Il vescovo Ardingo approvò i loro primi statuti; papa Innocenzo IV per primo concesse loro la protezione della Santa Sede e l’approvazione della vita di povertà e di penitenza da essi abbracciata; il successore, papa Alessandro IV, nel 1256 confermò questo atto del suo predecessore con la lettera Deo grata, in cui egli menziona anche l’atto di povertà del 1251.
Finalmente, superate, soprattutto per l’opera di Filippo da Firenze, le difficoltà sorte dopo il secondo concilio di Lione per la sopravvivenza dell’Ordine, papa Benedetto XI con la bolla Dum levamus approvò definitivamente nel 1304 l’Ordine dei Servi di santa Maria.
Dello spirito originario dell’Ordine vi si legge: «Voi, per la devozione che avete verso la gloriosa beata Vergine Maria, da lei avete preso il nome, chiamandovi umilmente suoi Servi». I posteri hanno voluto venerare insieme questi sette uomini, come insieme erano vissuti in fraterno amore; e insieme furono proclamati santi nel 1888 da papa Leone XIII. A Monte Senario un unico sepolcro raccoglie insieme anche dopo morte quelli che la comunione di vita aveva resi una cosa sola.
Altri Santi che la Chiesa commemora il 17 febbraio
San Teodoro Tirone – Ad Amasea in Ellesponto, nell’odierna Turchia, passione di san Teodoro Tirone, che, al tempo dell’imperatore Massimiano, per aver confessato la sua fede cristiana fu violentemente percosso e gettato in carcere e, infine, dato a bruciare sul rogo. Celebrò le sue lodi san Gregorio di Nissa in un celebre encomio. (dal Martirologio)
San Bonoso, vescovo – A Treviri, nella Gallia belgica, oggi in Germania, san Bonoso, vescovo, che, insieme a sant’Ilario di Poitiers, si adoperò con sollecitudine e dottrina, perché nelle Gallie si conservasse integra la fede. (dal Martirologio)
San Mesrop, dottore degli Armeni – In Armenia, san Mesrop, dottore degli Armeni: discepolo di san Narsete e scrivano nel palazzo reale, divenuto monaco, creò un alfabeto, perché il popolo potesse essere avviato alle sante Scritture, tradusse i due Testamenti e compose inni e altri cantici in lingua armena. (dal Martirologio)
San Fintáno, abate – Nel monastero di Clúain Ednech in Irlanda, san Fintáno, abate, fondatore di quel cenobio e celebre per austerità di vita. (dal Martirologio)
San Flaviano, vescovo – Commemorazione di san Flaviano, vescovo di Costantinopoli, che, per aver difeso ad Efeso la fede cattolica, fu percosso a pugni e calci dai seguaci dell’empio Dióscoro e, condannato all’esilio, finì poco dopo la sua vita. (dal Martirologio)
San Fináno, vescovo e abate – A Lindisfarne in Northumbria, nell’odierna Inghilterra, san Fináno, vescovo e abate, ricco di straordinaria dottrina e di zelo per l’evangelizzazione. (dal Martirologio)
San Silvino, vescovo – A Auxy-aux-Moines nel territorio di Thérouanne, in Francia, deposizione di san Silvino, vescovo. (dal Martirologio)
San Costabile, abate – Nel monastero di Cava de’ Tirreni in Campania, san Costabile, abate: per la sua straordinaria mansuetudine e la sua carità verso tutti fu comunemente chiamato “coperta” dei fratelli. (dal Martirologio)
Sant’Evermodo, vescovo – A Ratzeburg nell’Alsazia, ora in Germania, sant’Evermodo, vescovo, che, discepolo di san Norberto nell’Ordine premonstratense, si adoperò per la conversione del popolo dei Venedi. (dal Martirologio)
San Pietro Yu Chong-nyul, martire – A Pyongyang in Corea, san Pietro Yu Chong-nyul, martire: padre di famiglia, mentre di notte leggeva il Vangelo ai fedeli radunati in casa del catechista, fu arrestato e, frustato a morte, morì per Cristo. (dal Martirologio)
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