16 aprile: San Contardo d’Este, pellegrino
Oggi si commemora un nobile cavaliere che scelse una vita di estrema povertà e morì colpito da una malattia mentre era in cammino verso Santiago de Compostela

A Broni presso Pavia, commemorazione di san Contardo, pellegrino, che scelse una vita di estrema povertà e morì colpito da una malattia mentre era in cammino per Compostela. (dal Martirologio)
Contardo nasce a Ferrara da Aldobrandino I d’Este e dalla seconda consorte, che apparteneva alla nobile famiglia dei Contardi.[1] Sua sorella è Beatrice d’Este, regina d’Ungheria.
Aldobrandino venne assassinato nel 1215 ed il fratello Azzo VII, detto il Novello, sapendo che la sua vedova era in stato di gravidanza, decise di allontanarla dalla residenza di Calaone e di farla partorire a Ferrara, questo per prevenire possibili problemi con la successione. Contardo nacque quindi a Ferrara sotto la protezione dello zio, ma senza essere tuttavia riconosciuto come erede della casata Estense.
Nel 1234 la sorella andò in sposa al re Andrea II d’Ungheria (detto il gerosolimitano perché fu tra i fautori della quinta crociata in Terra Santa). Nello stesso periodo Contardo venne finalmente riconosciuto Principe estense grazie al fortissimo legame e all’intercessione della sorella Beatrice; questo legame, più avanti, si allargò anche al figlio di Beatrice: Stefano, erede al trono di Ungheria.
Nel 1235 il Re di Ungheria Andrea II nomina Contardo: “Miles Sancti Sepulcri” ( Cavaliere del Santo Sepolcro), in virtù delle caratteristiche della sub infeudazione con il Regno di Gerusalemme; nel feudalesimo era pratica comune ai regnanti conferire il titolo di cavaliere ai loro uomini migliori.
In quegli anni Contardo, sull’esempio di San Francesco, sentì la voce di Dio che con forza lo chiamava ad abbandonare le ricchezze terrene e il diritto di successione, per vivere in povertà e pellegrino del Vangelo sulle strade di Terra Santa e d’Europa. Contardo era molto legata alla Terra Santa per il legame con la nonna Alice di Chàtillon principessa del Regno di Antiochia.
La crociata era vissuta come una forma molto particolare di pellegrinaggio. In quell’epoca il pellegrinaggio per il cristiano era molto importante, ma solo pochi potevano diventare palmieri, i più erano romei o pellegrini. Chi andava a Gerusalemme metteva a rischio la propria vita durante tutto il tragitto (il viaggio durava circa 3 anni a piedi, poco meno se si usava una nave).
Il pellegrinaggio di per sé non era mai sicuro ed occorreva viaggiare con gruppi armati per prevenire gli attacchi dei predoni, d’altro canto, in generale, gli arabi trattavano discretamente i pellegrini lasciando libertà di accesso ai luoghi santi perché seguivano gli stessi percorsi dei commercianti.
Ritornato in patria Contardo visse in santità e penitenza. Seguendo le orme della sorella Beatrice, che fondò il Monastero di Sant’Antonio in Polesine. All’età di 33 anni, lascia di nuovo Ferrara con alcuni compagni, forse gli stessi che lo avevano accompagnato in Terrasanta e si mette in cammino verso Santiago di Compostela, edificando con la sua fede e la sua semplicità chiunque incontrava durante il cammino.
Arrivato a Broni (Provincia di Pavia) probabilmente con l’intenzione di andare a Genova in Liguria per poi salpare con una nave in direzione dei Santiago, si ammala ed esprime il desiderio di essere sepolto in quel luogo qualora fosse morto, i compagni pellegrini a malincuore fanno voto a Contardo di proseguire da soli nel pellegrinaggio e di tornare per la medesima strada certi di ritrovarlo guarito e riportarlo a Ferrara.
In realtà la salute di Contardo peggiora, finiscono i pochi soldi che aveva portato con sé e viene trasferito dall’albergo del paese alla cascina di un contadino che gli offre un pagliericcio a terra su cui sdraiarsi. In questa condizione di estrema povertà Contardo muore il 16 Aprile 1249. Alcuni prodigi impedirono che la sua morte avvenisse nell’anonimato e manifestando la santità dello sconosciuto pellegrino ai cittadini di Broni.
Le campane della chiesa della città si misero a suonare incessantemente e da sole. Poiché non vi era modo di fermarle, e non si capiva il motivo perché suonassero da sole, la popolazione era inquieta, finché qualcuno si ricordò del povero pellegrino malato. Quando alcuni di loro si diressero al giaciglio videro che attorno al corpo di Contardo vi erano delle splendenti fiammelle. Subito venne organizzato il funerale e la sepoltura del pellegrino e le campane smisero di suonare. Era chiaro a tutti che quel povero pellegrino non era una persona qualsiasi.
Iniziarono i miracoli presso la sua tomba, la gente veniva guarita dai mali alla testa e dai dolori della colonna vertebrale tipici dei contadini che lavoravano duramente nei campi e sulle colline dell’Oltrepò pavese. I compagni pellegrini che tornavano per riprendere Contardo saputo della sua morte svelarono ai popolani che si trattava del principe d’Este e poi rientrati a Ferrara dissero agli estensi della volontà di Contardo di essere seppellito a Broni. Dopo poco tempo il corpo del cavaliere pellegrino viene traslato nella chiesa parrocchiale.
Il culto di san Contardo fu approvato da papa Paolo V. La memoria liturgica è celebrata il 16 aprile, mentre la memoria della traslazione del corpo all’interno della Basilica Minore di San Pietro Apostolo in Broni è celebrata, con grande concorso di popolo e processione, l’ultimo sabato di Agosto. Dal 1698 è Copatrono di Modena.
Al Santo pellegrino, definito da molti il Patrono di tutto l’Oltrepò Pavese, è stato dedicato un colle nel Comune di Broni, Monte di San Contardo, sulla cui cima è situata un’antica cappella. La strada che percorre il colle è impreziosita da un’artistica Via Crucis di 15 stazioni realizzata dallo scultore pavese Angelo Grilli.
Altri Santi che la Chiesa commemora il 16 aprile
Santi Leonida e sette compagne, martiri – A Corinto nella regione dell’Acaia in Grecia, santi Leonida e sette compagne, martiri, che, dopo aver patito vari supplizi, furono annegati in mare. I loro nomi sono: sante Carissa, Galina, Teodora, Nica, Nunezia, Callide, Basilissa. (dal Martirologio)
Santi Ottato e diciassette compagni, martiri – A Saragozza in Spagna, commemorazione dei santi Ottato e diciassette compagni, martiri, che durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano furono sottoposti a tortura e uccisi; il loro nobile martirio fu celebrato in versi da Prudenzio. I loro nomi sono: santi Luperco, Successo, Marziale, Urbano, Giulia, Quintiliano, Publio, Frontone, Felice, Ceciliano, Evodio, Primitivo, Apodemio e altri quattro, che si dice si chiamassero tutti Saturnino. (dal Martirologio)
Santa Engrazia, vergine e martire – Sempre a Saragozza, commemorazione di santa Engrazia, vergine e martire, che, crudelmente torturata, sopravvisse ad ogni supplizio, recando per qualche tempo ancora sulle sue membra i segni di quelle ferite. (dal Martirologio)
Santi Caio e Cremenzio, martiri – Nello stesso luogo, commemorazione dei santi Caio e Cremenzio, che nella medesima persecuzione vinsero i supplizi perseverando nella fede in Cristo. (dal Martirologio)
San Turibio, vescovo – Ad Astorga nel regno di Svevia sempre in Spagna, san Turibio, vescovo, che, su mandato del papa san Leone Magno, si adoperò per combattere vigorosamente la setta dei priscillianisti che si andava diffondendo nella Spagna. (dal Martirologio)
San Fruttuoso, vescovo – A Braga in Portogallo, san Fruttuoso, vescovo, che dapprima fu monaco e fondatore di cenobi, poi vescovo di Dume e, eletto infine vescovo metropolita di Braga dai Padri del decimo Concilio di Toledo, resse con prudenza al contempo sia questa Chiesa sia i suoi monasteri. (dal Martirologio)
San Magno, martire – In Scozia, san Magno, martire, che, conte delle isole Orcadi, abbracciò la fede cristiana; respinto dal re di Norvegia per aver protestato contro l’arroganza del suo popolo, fu poi trucidato con malvagio inganno mentre si recava inerme a trattare la pace con il cugino suo rivale nel dominio dell’isola. (dal Martirologio)
San Drogone – A Sebourg nell’Hainault, nel territorio dell’odierna Francia, san Drogone, che, desideroso di una vita semplice e solitaria, visse come pastore e pellegrino per il Signore, finendo i suoi giorni rinchiuso in una piccola cella. (dal Martirologio)
San Benedetto Giuseppe Labre, pellegrino – A Roma, san Benedetto Giuseppe Labre, che, preso fin dall’adolescenza dal desiderio di un’aspra vita di penitenza, intraprese faticosi pellegrinaggi a celebri santuari, coperto soltanto di una povera e lacera veste, nutrendosi soltanto del cibo che riceveva in elemosina e dando ovunque esempio di pietà e penitenza; fece di Roma la meta ultima dei suoi viaggi, vivendo qui in estrema povertà e in preghiera. (dal Martirologio)
Santa Maria Bernarda Soubirous, vergine – A Nevers sempre in Francia, santa Maria Bernarda Soubirous, vergine, che, nata nella cittadina di Lourdes da famiglia poverissima, ancora fanciulla sperimentò la presenza della beata Maria Vergine Immacolata e, in seguito, preso l’abito religioso, condusse una vita di umiltà e nascondimento. (dal Martirologio)
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