15 ottobre: Santa Teresa d’Avila, vergine e dottore della Chiesa

Oggi la Chiesa ricorda una figura di spicco della Riforma cattolica, autrice di importanti scritti di mistica, riformò con San Giovanni della Croce l’ordine dei Carmelitani, fondando i Carmelitani scalzi e le Carmelitane scalze.

Memoria di santa Teresa di Gesù, vergine e dottore della Chiesa: entrata ad Ávila in Spagna nell’Ordine Carmelitano e divenuta madre e maestra di una assai stretta osservanza, dispose nel suo cuore un percorso di perfezionamento spirituale sotto l’aspetto di una ascesa per gradi dell’anima a Dio; per la riforma del suo Ordine sostenne molte tribolazioni, che superò sempre con invitto animo; scrisse anche libri pervasi di alta dottrina e carichi della sua profonda esperienza. (dal Martirologio)

Teresa era figlia di don Alonso de Cepeda, mercante originario di Toledo di origini giudaiche convertitosi al Cristianesimo nel 1485 e di Beatriz de Ahumada, di una nobile famiglia di Avila. Ai due figli che il padre di Teresa aveva avuto dal suo primo matrimonio se ne aggiunsero altri nove, nati dalle nozze con Beatriz, dei quali Teresa fu la secondogenita. Il 4 aprile fu battezzata nella parrocchia di San Juan, Avila. Nel novembre del 1528 perse la madre.

Nella primavera del 1531 entro nel collegio agostiniano di Santa Maria de Gracia; ma nell’autunno dell’anno seguente dovette lasciare il collegio per malattia.

Nel 1533 dichiarò al padre il suo desiderio di farsi religiosa. Il 2 novembre del 1535 fuggì da casa per entrare nel monastero carmelitano dell’Incarnazione ad Ávila. Il 3 novembre del 1537 fece la professione religiosa nello stesso convento.

Dapprima faticò a raggiungere quella che lei stessa, nelle sue opere, definì la sua “conversione”, avvenuta all’età di trentanove anni. Tuttavia, l’incontro con alcuni direttori spirituali la lanciò a grandi passi nel cammino della vita mistica.

Unì alla più alta contemplazione un’intensa attività come riformatrice dell’Ordine carmelitano: nel Carmelo di Ávila concepì e attuò la cosiddetta riforma teresiana, che proprio da lei prese il nome. Dal monastero di San José si recò poi in tutta la Spagna, portando a termine numerose fondazioni ma suscitando anche molti risentimenti: per un certo periodo le venne revocato il permesso di riformare altri conventi o di fondare nuove case.

Con grande spirito pratico, si occupava delle minime cose del monastero e non ne sottovalutava l’aspetto economico, perché, ella diceva: «Teresa senza la grazia di Dio è una povera donna; con la grazia di Dio, una forza; con la grazia di Dio e molti denari, una potenza».

Fu al tempo stesso maestra di mistici e direttrice di coscienze, tenne contatti epistolari con lo stesso re Filippo II di Spagna e con i personaggi più illustri del suo tempo. San Giovanni della Croce fu un suo discepolo famoso, pietra miliare della teologia mistica spagnola e poi nell’intera Chiesa.

Fu durante i momenti di grave sofferenza patita per le sue malattie che fece alcune esperienze mistiche che la trasformarono interiormente affinando in lei la percezione di Dio, con esperienze estatiche, descritte nei suoi libri.

Morì la notte tra il 4 ottobre e il 15 ottobre 1582: quella notte, infatti, entrava in vigore la riforma gregoriana del calendario, che prevedeva il salto di dieci giorni tra le due date in questione. Il corpo è conservato nel Convento carmelitano di Alba de Tormes.

Su sollecitazione del suo confessore, nel 1567 scrisse la storia della sua vita. Nella prefazione osserva: «Io vorrei che, come mi hanno comandato di scrivere il mio modo di orazione e le grazie che mi ha fatte il Signore, mi avessero concesso anche di raccontare minutamente e con chiarezza i miei grandi peccati».

Ha composto inoltre: Il cammino della perfezione (titolo originale: Camino de perfecciòn), scritto anch’esso dopo il 1567 sotto la direzione del suo confessore; Il castello interiore, (titolo originale: Castillo interior, Las Moradas) scritto nel 1577, in cui paragona l’anima contemplante ad un castello composto da 7 camere interne successive; Le Relazioni, un’estensione della sua autobiografia sotto forma di racconto epistolare delle sue esperienze interiori ed esterne. Sono opere minori i Concetti dell’amore, le Esclamazioni e le Carte, una raccolta di 342 lettere complete e 87 frammenti di altre.

La prosa di Teresa è caratterizzata da spontaneità, eleganza stilistica e forza espressiva, che la fanno figurare tra i più importanti prosatori della letteratura spagnola.

Il 24 aprile 1614 fu beatificata da papa Paolo V; il 12 marzo 1622 fu proclamata santa da Papa Gregorio XV a quarant’anni dalla morte. Papa Paolo VI il 27 settembre 1970 la riconobbe come dottore della Chiesa, prima donna nella storia della Chiesa a ricevere questo titolo. In quell’occasione il Pontefice così si espresse: «È questa la luce, resa oggi più viva e penetrante che il titolo di Dottore, conferito a Santa Teresa, riverbera sopra di noi. Il messaggio dell’orazione! Viene a noi, figli della Chiesa, in un’ora segnata da un grande sforzo di riforma e di rinnovamento della preghiera liturgica; viene a noi, tentati dal grande rumore e dal grande impegno del mondo esteriore di cedere all’affanno della vita moderna e di perdere i veri tesori della nostra anima nella conquista dei seducenti tesori della terra. Viene a noi, figli del nostro tempo, mentre si va perdendo non solo il costume del colloquio con Dio, ma il senso del bisogno e del dovere di adorarlo e d’invocarlo. Viene a noi il messaggio della preghiera, canto e musica dello spirito imbevuto della grazia e aperto alla conversazione della fede, della speranza e della carità, mentre l’esplorazione psicanalitica scompone il fragile e complicato strumento che noi siamo, non più per trarne le voci dell’umanità dolorante e redenta, ma ascoltarne il torbido mormorio del suo subcosciente animale e le grida delle sue incomposte passioni e della sua angoscia disperata. Viene il messaggio sublime e semplice dell’orazione della sapiente Teresa, che ci esorta ad intendere “il grande bene che fa Dio ad un’anima, allorché la dispone a praticare con desiderio l’orazione mentale; [..] perché l’orazione mentale, a mio parere, altro non è che una maniera amichevole di trattare, nella quale ci troviamo molte volte a parlare, da solo a solo, con Colui che sappiamo che ci ama”».

Altri Santi che la Chiesa commemora il 15 ottobre

San Barsen, vescovo – A Edessa nell’antica Siria, commemorazione di san Barsen, vescovo, che, relegato dall’imperatore ariano Valente in regioni lontane per la sua retta fede e condannato all’esilio in tre luoghi diversi, terminò la sua vita in un giorno rimasto ignoto del mese di marzo. (dal Martirologio)

San Severo, vescovo – A Treviri nella Gallia belgica, nell’odierna Germania, san Severo, vescovo, che, discepolo di san Lupo di Troyes, fu compagno di san Germano di Auxerre nella lotta contro l’eresia pelagiana in Bretagna e predicò tra i Germani il Vangelo di Cristo. (dal Martirologio)

Santa Tecla, badessa – A Kitzingen in Germania, santa Tecla, badessa, che, mandata dall’Inghilterra in aiuto a san Bonifacio, resse prima il monastero di Ochsenfurt e poi quello di Kitzingen. (dal Martirologio)

Santa Edvige, religiosa – Nel monastero di Trebnitz nella Slesia, in Polonia, anniversario della morte di santa Edvige, religiosa, la cui memoria si celebra domani. (dal Martirologio)

Santa Maddalena, vergine e martire – A Nagasaki in Giappone, santa Maddalena, vergine e martire, forte d’animo tanto nel promuovere la fede quanto nel sopportare per tredici giorni il supplizio della forca sotto l’imperatore Yemitsu. (dal Martirologio)

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