14 settembre: Esaltazione della Santa Croce

Oggi la Chiesa celebra la “Santa Croce, che, il giorno dopo la dedicazione della basilica della Risurrezione eretta sul sepolcro di Cristo, viene esaltata e onorata come trofeo della sua vittoria pasquale”

Festa della esaltazione della Santa Croce, che, il giorno dopo la dedicazione della basilica della Risurrezione eretta sul sepolcro di Cristo, viene esaltata e onorata come trofeo della sua vittoria pasquale e segno che apparirà in cielo ad annunciare a tutti la seconda venuta del Signore. (dal Martirologio)

L’Esaltazione della Santa Croce è una festività della Chiesa cattolica, della Chiesa ortodossa e di altre confessioni cristiane. In essa si commemora la crocifissione di Gesù con il particolare obiettivo di sottolineare la centralità del mistero della croce nella teologia cristiana.

Il termine “esaltazione”, in uso sin dal VI secolo per indicare questo rito, è da intendersi sia come «innalzamento» sia come «ostensione». Il termine nasce dal rito che prevedeva l’innalzamento di una croce e la sua ostensione ai fedeli, in ricordo dell’innalzamento di Gesù Cristo sulla Croce. Nella celebrazione eucaristica il colore liturgico è il rosso, il colore della passione di Gesù, che richiama appunto la Santa Croce.

La festività ricorre il 14 settembre, in ricordo del ritrovamento della vera croce di Gesù da parte di sant’Elena, avvenuto, secondo una tradizione, il 14 settembre del 327: in quel giorno la reliquia sarebbe stata innalzata dal vescovo di Gerusalemme di fronte al popolo, che fu invitato all’adorazione del Crocefisso. Nell’usanza gallicana, invece, almeno a partire dal VII secolo, la festa della Croce si teneva il 3 maggio, data del ritrovamento della Croce secondo la “leggenda di Giuda Ciriaco”. La festa del 3 maggio è rimasta nel rito tridentino nonché, tradizionalmente, in molte località.

Il rinvenimento delle reliquie della Passione di Gesù, quando il vescovo Macario fece rimuovere un tempio pagano costruito sul Calvario, suscitò enorme interesse testimoniato dalle numerose narrazioni prodotte nei secoli successivi, spesso incoerenti fra loro e più o meno leggendarie. Nacque così una diffusa esigenza di rivivere liturgicamente il valore redentivo della morte in croce di Gesù, ben espresso dall’antifona: “Adoramus te, Christe, quia per Sanctam Crucem tuam redemisti mundum”.

Già prima della fine del VII secolo la celebrazione della festa della Santa Croce era attestata anche a Roma e si ebbe cura di assicurarsi che l’eventuale presenza di frammenti della vera croce, ormai diffusi in molte città, non desse adito ad interpretazioni idolatriche del rito.

Nel 787, per esempio, il secondo concilio di Nicea sottolineò che l’adorazione o “latria” è dovuta solo a Dio (e quindi anche a Cristo), mentre alle reliquie della vera croce si poteva tributare solo venerazione.[4] Petavio, inoltre, osservò che il culto dell’Esaltazione della Santa Croce non era affatto indispensabile per la salvezza. Quando poi si presta onore a qualche immagine, lo si presta in realtà a chi è raffigurato, perciò l’adorazione della croce cristiana non era altro che adorazione di Cristo.

La Chiesa cattolica, molte Chiese protestanti (spesso quelle di matrice anglicana), e la Chiesa ortodossa celebrano la festività liturgica dell’Esaltazione della Santa Croce, il 14 settembre, anniversario del ritrovamento della Croce da parte di sant’Elena (327?) e della consacrazione della Chiesa del Santo Sepolcro in Gerusalemme (335).

Nei secoli questa festività incluse anche la commemorazione del recupero da parte dell’imperatore Eraclio di un frammento della Vera Croce dalle mani dei Persiani nel 628. Secondo l’Enciclopedia Cattolica, quando le pratiche gallicane e romane si combinarono, la data di settembre assunse il nome ufficiale di Trionfo della Croce ed era usato per commemorare la riconquista della Croce dai Persiani, mentre la data in maggio fu mantenuta come Ritrovamento della Santa Croce, detta latinamente Invenzione della Croce.

In Occidente ci si riferisce spesso al 14 settembre come al “Giorno della Santa Croce”; la festività in maggio è stata tolta dal calendario liturgico del rito romano in seguito alle riforme del Messale Romano operate sotto papa Giovanni XXIII nel 1960/1962. La Chiesa ortodossa commemora ancora entrambi gli eventi, uno il 14 settembre, rappresentando una delle dodici grandi festività dell’anno liturgico, e l’altro il 1º agosto, nel quale si compie la Processione del venerabile Legno della Croce, giorno in cui le reliquie della Vera Croce furono trasportate per le strade di Costantinopoli per benedire la città.

In aggiunta alle celebrazioni nei giorni fissi, ci sono alcuni giorni delle festività mobili in cui viene fatto particolare ricordo della Santa Croce. La chiesa cattolica compie l’adorazione liturgica della Croce nel giorno in cui vi fu infisso Gesù, cioè durante gli uffici del Venerdì Santo[6], mentre la chiesa ortodossa celebra un’ulteriore venerazione della Croce la terza domenica della Grande quaresima. In tutte le chiese greco-ortodosse, durante il Giovedì santo, una copia della Croce viene portata in processione affinché la gente la possa venerare.

Altri Santi che la Chiesa commemora il 14 settembre

Deposizione di san Cornelio, papa e martire – A Roma sulla via Appia nella cripta di Lucina nel cimitero di Callisto, deposizione di san Cornelio, papa e martire, che si oppose con forza allo scisma di Novaziano, riaccogliendo con grande carità nella comunione ecclesiale molti dissidenti; esiliato, infine, a Civitavecchia dall’imperatore Gallo, patì, come dice san Cipriano, ogni possibile supplizio. La sua memoria si celebra dopodomani. (dal Martirologio)

Martirio di san Cipriano, vescovo – A Cartagine, nell’odierna Tunisia, martirio di san Cipriano, vescovo, illustre per santità e dottrina, che in tempi funestissimi governò ottimamente la Chiesa, confortò nelle tribolazioni i confessori della fede e, sotto gli imperatori Valeriano e Gallieno, dopo un duro esilio, fu per ordine del proconsole trafitto con la spada davanti a un densa folla, portando così a termine il suo martirio. La sua memoria si celebra dopodomani. (dal Martirologio)

San Materno, vescovo – A Colonia, in Germania, san Materno, vescovo, che condusse alla fede in Cristo gli abitanti di Tongeren, Colonia e Treviri. (dal Martirologio)

Morte di san Giovanni Crisostomo, vescovo – A Gumenek nel Ponto, nell’odierna Turchia, anniversario della morte di san Giovanni Crisostomo, vescovo, la cui memoria si celebra il giorno precedente a questo. (dal Martirologio)

San Pietro, abate – Nel monastero di Beauvale nel territorio di Besançon in Francia, transito di san Pietro, che, da abate cistercense passò a reggere con ardente zelo la sede di Moûtiers, alla quale era stato elevato, promuovendo con fervore la concordia tra le popolazioni. (dal Martirologio)

Sant’Alberto, vescovo – Ad Akko in Palestina, sant’Alberto, vescovo, che, trasferito alla Chiesa di Vercelli a quella di Gerusalemme, scrisse una regola per gli eremiti del monte Carmelo e, mentre celebrava la festa della Santa Croce, fu trafitto con la spada da un uomo malvagio da lui rimproverato. (dal Martirologio)

Santa Notburga, vergine – Nel villaggio di Eben nel Tirolo, santa Notburga, vergine, che, casalinga, servì Cristo nei poveri, lasciando ai contadini un modello di santità. (dal Martirologio)

San Gabriele Taurino Dufresse, vescovo e martire – Nella città di Chengdu nella provincia di Sichuan in Cina, san Gabriele Taurino Dufresse, vescovo e martire, che pose termine con il martirio della decapitazione a un operoso ministero, a cui aveva atteso per quarant’anni. (dal Martirologio)

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