14 dicembre: San Giovanni della Croce, sacerdote e dottore della Chiesa

Oggi si ricorda il fondatore spagnolo dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi

Memoria di san Giovanni della Croce, sacerdote dell’Ordine dei Carmelitani e dottore della Chiesa, che, su invito di santa Teresa di Gesù, fu il primo tra i frati ad aggregarsi alla riforma dell’Ordine, da lui sostenuta tra innumerevoli fatiche, opere e aspre tribolazioni. Come attestano i suoi scritti, ascese attraverso la notte oscura dell’anima alla montagna di Dio, cercando una vita di interiore nascondimento in Cristo e lasciandosi ardere dalla fiamma dell’amore di Dio. A Ubeda in Spagna riposò, infine, nel Signore. (dal Martirologio)

Al secolo Juan de Yepes Álvarez è stato il fondatore spagnolo dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi. I suoi scritti vennero pubblicati per la prima volta 1618, fu beatificato nel 1675, proclamato santo da papa Benedetto XIII nel 1726 e dichiarato dottore della Chiesa da Pio XI nel 1926. La sua memoria è celebrata il 14 dicembre. La Chiesa cattolica lo ha soprannominato Doctor Mysticus, mentre la Chiesa anglicana lo ricorda come un “Maestro della fede”.

Nacque a Fontiveros, un borgo della Castiglia, in Spagna, il padre è un nobile di Toledo, Gonzalo de Yepes, cacciato di casa e diseredato per aver sposato una povera tessitrice di seta, Catalina Álvarez.

Egli manifesta fin da piccolo inclinazione alla carità verso i poveri e ancora di più verso la preghiera contemplativa.

Nel periodo tra il 1551 e il 1559 ha una formazione culturale e artigiana nel “Colegio de los doctrinos” di Medina del Campo (Valladolid), dove si è trasferita la famiglia. Successivamente fa il falegname, il sarto, il pittore e l’intagliatore, l’accolito della Chiesa della Maddalena, il commesso e l’aiutante infermiere nell’Ospedale della Concezione.

Nel 1563 entra nell’Ordine Carmelitano e tra il 1564 e il 1568 compie gli studi all’Università di Salamanca.

Nel 1567 è ordinato presbitero e tra settembre e ottobre dello stesso anno incontra Santa Teresa d’Avila, da cui è conquistato in vista dell’inizio della riforma dell’ordine dei Carmelitani; a sua volta Santa Teresa lo prese in grande considerazione, chiamandolo il suo “piccolo Seneca”, con scherzoso ma affettuoso riferimento alla sua corporatura esile e definendolo “padre della sua anima”.

Il 9 agosto 1568, dopo numerosi colloqui con Teresa, va a Valladolid per la fondazione del primo convento di Carmelitane Scalze e vi rimane fino a ottobre, informandosi dettagliatamente sulla nuova vita riformata; all’inizio di ottobre va a Duruelo (Segovia), adattandovi un cascinale a primo convento dei Carmelitani Scalzi; il 28 novembre, I domenica d’Avvento, vi inaugura la vita riformata.

Tra le varie sofferenze, fisiche e spirituali, che deve sperimentare a seguito della sua adesione alla riforma, spicca in particolare l’imprigionamento, il 2 dicembre 1577, nel carcere del convento dei Carmelitani Calzati di Toledo, per un incidente di cui venne ritenuto erroneamente responsabile: vi rimase rinchiuso per più di otto mesi, sottoposto a maltrattamenti e torture fisiche, psicologiche e spirituali, trovando peraltro l’ispirazione per comporre alcuni dei suoi poemi mistici più noti e riuscendo alla fine a fuggire, tra le 2 e le 3 del mattino del 17 agosto 1578, in modo assai avventuroso.

Nel 1584 termina a Granada la prima redazione del Cantico Spirituale, mentre in questi anni redige e perfeziona i suoi principali trattati spirituali.

Nell’ultimo periodo della sua vita viene abbandonato dalla maggior parte dei suoi seguaci. Il 28 settembre 1591 parte ammalato per Úbeda (Jaén), dove trascorre gli ultimi mesi di vita. Alle ore 12 della notte tra il venerdì 13 e il sabato 14 dicembre 1591 muore a Úbeda, in Spagna, a 49 anni di età. Il suo corpo fu traslato a Segovia nel 1593.

Fu beatificato da Papa Clemente X nel 1675, canonizzato da Papa Benedetto XIII il 27 dicembre 1726 e dichiarato dottore della Chiesa nel 1926. Attualmente la festa ricorre il 14 dicembre mentre fino al 1970 era il 24 novembre. In occasione del IV centenario della morte Papa Giovanni Paolo II pubblicò la lettera apostolica Maestro della fede

Altri Santi che la Chiesa commemora il 14 dicembre

Santi martiri Eróne, Atéo e Isidoro, con il piccolo Dióscoro
Ad Alessandria d’Egitto, commemorazione dei santi martiri Eróne, Atéo e Isidoro, con il piccolo Dióscoro di dodici anni, dei quali, durante la persecuzione di Decio, i primi tre furono mandati dal giudice al rogo, in quanto, pur dilaniati da vari supplizi, persistevano armati di invitta costanza nella fede; san Dioscoro, invece, dopo essere stato più volte fustigato, morì fatto a brandelli. (dal Martirologio)

Santi Tirso, Leucio, Callinìco e compagni, martiri – Ad Apollonia in Bitinia, nell’odierna Turchia, santi Tirso, Leucio, Callinìco e compagni, martiri, che si tramanda abbiano subito la passione al tempo dell’imperatore Decio. (dal Martirologio)

Santa Dróside, martire – Ad Antiochia in Siria, santa Dróside, martire, che san Giovanni Crisostomo afferma sia stata arsa sul rogo. (dal Martirologio)

Santi Ares, Promo ed Elia, martiri – Ad Ascalona in Palestina, santi Ares, Promo ed Elia, martiri, che, volendo passare dall’Egitto in Cilicia per fare visita ai confessori di Cristo durante la persecuzione dell’imperatore Massimino e dare loro aiuto, furono arrestati a Cesarea, atrocemente privati degli occhi e mutilati dei piedi e poi condotti ad Ascalona, dove, per ordine del governatore Firmiliano, terminarono il loro martirio, Ares sul rogo, gli altri decapitati. (dal Martirologio)

San Pompeo, vescovo – A Pavia, san Pompeo, vescovo, che, successore di san Siro, dopo pochi e pacifici anni passò al Signore. (dal Martirologio)

San Nicasio, vescovo – A Reims nella Gallia belgica, nell’odierna Francia, passione di san Nicasio, vescovo, che insieme alla sorella Eutropia, vergine consacrata a Cristo, al diacono Fiorenzo e a Giocondo fu ucciso durante una incursione di alcuni pagani davanti alla porta della basilica da lui stesso fondata. (dal Martirologio)

Sant’Agnello, abate – A Napoli, sant’Agnello, abate del monastero di San Gaudioso. (dal Martirologio)

San Venanzio Fortunato, vescovo – A Poitiers in Aquitania, ora in Francia, san Venanzio Fortunato, vescovo, che narrò le gesta di molti santi e celebrò in eleganti inni la santa Croce. (dal Martirologio)

San Folcuino, vescovo – Nel territorio di Thérouanne nella Francia settentrionale, san Folcuino, vescovo. (dal Martirologio)

San Nimatullah al-Hardini (Giuseppe) Kassab, sacerdote – In località Klifane nel territorio libanese, san Nimatullah al-Hardini (Giuseppe) Kassab, sacerdote dell’Ordine Libanese Maronita, che, uomo insigne per spirito di preghiera e penitenza, attese all’insegnamento della teologia, all’educazione dei giovani e all’impegno pastorale. (dal Martirologio)

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