11 settembre: Santi Proto e Giacinto, martiri
La Chiesa commemora oggi due fratelli che avrebbero convertito al cristianesimo la loro padrona
A Roma nel cimitero di Basilla sulla via Salaria antica, deposizione dei santi martiri Proto e Giacinto, che il papa san Damaso celebrò nei suoi versi, recuperando i loro tumuli nascosti sotto terra. In questo luogo, circa quindici secoli dopo sono stati nuovamente ritrovati il sepolcro intatto di san Giacinto e il suo corpo consumato dal fuoco. (dal Martirologio)
Il loro culto come santi risale almeno al IV secolo ed è documentato dalla Depositio martyrum, che ricorda il loro dies natalis l’11 settembre e la loro sepoltura nel cimitero di Basilla lungo l’antica via Salaria, e da un’iscrizione di papa Damaso I, che ricorda la sistemazione della loro tomba a opera del pontefice.
Secondo una passio tarda e leggendaria, erano due fratelli, schiavi eunuchi di santa Eugenia, e avrebbero convertito al cristianesimo la loro padrona; furono uccisi sotto l’impero di Valeriano.
Le loro reliquie erano già venerate presso l’altare dei Santi Cosma e Damiano nella basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini a Roma, ma nel 1845 l’archeologo gesuita Giuseppe Marchi rinvenne la tomba inviolata di san Giacinto nella catacomba di Sant’Ermete (identificata grazie alla lapide con l’iscrizione d[e]p[ositum] III idus septe[m]br[es] | Yacinthus | martyr). Le ossa furono traslate nella cappella della nuova sede del Collegio di Propaganda Fide.
Altri Santi che la Chiesa commemora l’11 settembre
Santi martiri Felice e Regola – A Zurigo nell’odierna Svizzera, santi martiri Felice e Regola. (dal Martirologio)
San Pafnuzio, vescovo – Commemorazione di san Pafnuzio, vescovo in Egitto: fu uno di quei confessori della fede, condannati alle miniere sotto l’imperatore Galerio Massimino, dopo che fu loro cavato l’occhio destro e tagliato il tendine del piede sinistro; prese in seguito parte al Concilio di Nicea, dove lottò strenuamente per la fede cattolica contro gli ariani. (dal Martirologio)
San Paziente, vescovo – A Lione in Francia, san Paziente, vescovo, che, mosso da carità, distribuì gratuitamente il frumento alle città disposte lungo il Rodano e la Saône per soccorrere le popolazioni oppresse dalla fame e si impegnò a fondo in un apostolato di conversione degli eretici e di cura dei bisognosi. (dal Martirologio)
San Sacerdote, vescovo – A Parigi in Francia, transito di san Sacerdote, vescovo di Lione, che visse nell’amore e nel timore di Dio e morì in questa città, dove era giunto per un concilio. (dal Martirologio)
San Daniele (Deiniol Wyn), vescovo e abate – Nell’isola di Bardsey sulla costa del Galles settentrionale, san Daniele (Deiniol Wyn), vescovo e abate di Bangor. (dal Martirologio)
Sant’Adelfio, abate – Nel monastero di Luxeuil in Borgogna, ora in Francia, transito di sant’Adelfio, abate del monastero di Remiremont, che lavò a lungo nelle lacrime la discordia di un breve momento. (dal Martirologio)
San Leudíno, vescovo – A Toul in Austrasia, ora in Francia, san Leudíno, vescovo, che visse dapprima da uomo sposato e prese poi la decisione di ritirarsi a vita monastica, al pari di sua moglie Odilia. (dal Martirologio)
Sant’Elia, detto lo Speleota – Nel monastero di Aulinas in Calabria, sant’Elia, detto lo Speleota, insigne cultore della vita eremitica e cenobitica. (dal Martirologio)
San Giovanni Gabriele Perboyre, sacerdote – Nella città di Wuchang nella provincia dello Hebei in Cina, san Giovanni Gabriele Perboyre, sacerdote della Congregazione della Missione e martire, che per predicare il Vangelo assunse un aspetto conforme alle consuetudini del luogo, ma allo scoppio della persecuzione fu sottoposto durante una lunga carcerazione a varie torture e, infine, appeso a una croce e strangolato con un laccio. (dal Martirologio)
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