10 maggio: San Cataldo, vescovo e pellegrino
La Chiesa ricorda oggi un vescovo irlandese che per volere divino fu inviato a Taranto per rievangelizzare la città
Presso Taranto, san Cataldo, vescovo e pellegrino, che si ritiene venuto dalla Scozia. (dalla Scozia)
La Chiesa ricorda oggi un vescovo irlandese morto in Puglia, dove ancora oggi è molto venerato, ovvero San Cataldo. Di lui sappiamo che era figlio di Euco Sambiak e Aclena Milar. Abitavano in un castello nella città irlandese nota con il nome di Rachau. La famiglia divenne cattolica grazie ai missionari venuti dalla Gallia. Fu proprio dai due genitori che Cataldo ricevette l’educazione cristiana, assieme all’amore per la preghiera, la mortificazione e lo spirito di sacrificio.
Alla loro morte Cataldo decise di donare tutta la propria eredità ai poveri e divenne discepolo di san Carthagh, abate di Rathan in Irlanda. Ordinato prima sacerdote e poi vescovo da san Patrizio, decise di recarsi a visitare la Terra Santa in abito da pellegrino. A Taranto sarebbe giunto per volere divino: infatti si racconta che durante il soggiorno in Terra Santa, mentre era prostrato sul Santo Sepolcro, gli sarebbe apparso Gesù che gli avrebbe detto di andare a Taranto per rievangelizzare la città in mano al paganesimo.
Salpò su una nave greca diretta in Italia. Si racconta che durante il viaggio il Vescovo avrebbe lanciato un anello in mare per placare una tempesta, e in quel punto del Mar Grande si sarebbe formato un citro, cioè una sorgente d’acqua dolce chiamata “Anello di San Cataldo”.
Giunto a Taranto, il presule iniziò subito la sua opera evangelizzatrice, facendo abbattere i templi pagani e soccorrendo i bisognosi. In quel periodo si recò anche nei paesi limitrofi, tra cui Corato, liberando la città dalla peste. Morì a Taranto un 8 marzo tra il 475 e il 480 e fu seppellito nella chiesa di San Giovanni in Galilea, allora duomo della città, e lì il suo corpo fu dimenticato per parecchi anni.
La tradizione vuole che nel 1071, mentre si scavavano le fondamenta per la riedificazione della cattedrale della città distrutta dai saraceni nel 927, sia stata ritrovata una tomba importante, contenente una croce pettorale aurea (attualmente conservata al Museo Diocesano di Taranto), elemento comune a molti corredi funebri altomedioevali, e un corpo, che si volle identificare con quello di Cataldo; successivamente al ritrovamento sulla croce pettorale fu incisa l’iscrizione “Cataldus” Nel 1107 il vescovo Rainaldo traslò solennemente le reliquie sotto l’altare maggiore, mentre nel 1151 il vescovo Giraldo le collocò in un’urna d’argento nel transetto destro.
Dal ritrovamento del corpo il culto di san Cataldo si sviluppò nella fede dei tarantini, che gli dedicarono il luogo del ritrovamento e lo elessero patrono della città. La tradizione gli attribuisce numerosi miracoli compiuti a Taranto, tra i quali si rammentano i più importanti: avrebbe restituito la vista ad un fanciullo e fatto tornare in vita un muratore, avrebbe guarito inoltre un cieco e una giovane pastorella muta. Viene invocato contro le guerre, le epidemie e la morte improvvisa.
Altri Santi che la Chiesa commemora il 10 maggio
San Giovanni d’Avila, sacerdote – A Montilla nell’Andalusia in Spagna, san Giovanni d’Avila, sacerdote, che percorse tutta la regione predicando Cristo e, sospettato ingiustamente di eresia, fu gettato in carcere, dove scrisse la parte più importante della sua dottrina spirituale. (dal Martirologio)
San Giobbe – Commemorazione di san Giobbe, uomo di mirabile pazienza in terra di Hus. (dal Martirologio)
San Dioscoride, martire – A Mira in Licia, nell’odierna Turchia, san Dioscoride, martire. (dal Martirologio)
Santi Alfio, Filadelfio e Cirinio, martiri – A Lentini in Sicilia, santi Alfio, Filadelfio e Cirinio, martiri. (dal Martirologio)
San Gordiano, martire – A Roma sulla via Latina, san Gordiano, martire, che fu sepolto nella cripta, dove già da tempo si veneravano le reliquie di sant’Epimachio martire. (dal Martirologio)
Santi Quarto e Quinto, martiri – Nello stesso luogo, commemorazione dei santi Quarto e Quinto, martiri. (dal Martirologio)
San Comgall, abate – In Irlanda, san Comgall, abate, che fondò il celebre monastero di Bangor e fu padre sapiente e guida prudente di una grande schiera di monaci. (dal Martirologio)
Santa Solangia, vergine – Presso Bourges nella regione dell’Aquitania, in Francia, santa Solangia, vergine, che si tramanda abbia affrontato il martirio per conservare la sua castità. (dal Martirologio)
San Guglielmo, sacerdote – A Pontoise presso Parigi in Francia, san Guglielmo, sacerdote, che, inglese di nascita, divenuto parroco, rifulse per lo zelo verso le anime e per lo spirito di pietà. (dal Martirologio)
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