10 luglio: Sante Rufina e Seconda, martiri

La Chiesa commemora oggi due sorelle che rifiutarono di rinnegare la fede in Cristo e per questo vennero uccise

A Roma al nono miglio della via Cornelia, sante Rufina e Seconda, martiri (dal Martirologio)

Oggi, 10 luglio, la Chiesa cattolica celebra Sante Rufina e Seconda, martiri. Secondo la tradizione agiografica, Rufina e Seconda erano due giovani sorelle cristiane e il padre, il senatore Asterio, le aveva promesse in spose a due loro correligionari, Armentario e Verino. Questi ultimi, quando l’imperatore Valeriano (253 – 260) diede nuovo impulso alle persecuzioni anticristiane, rinnegarono la loro fede, invitando anche Rufina e Seconda a farlo.

Di fronte al loro rifiuto, le denunciarono alle autorità: le giovani tentarono di fuggire e raggiungere l’Etruria, ma vennero arrestate e condotte dinanzi al prefetto Gaio Giunio Donato il quale, dopo averle sottoposte a vari tormenti per convincerle ad abiurare, le condannò a morte. Le sorelle vennero condotte in un luogo chiamato Silva Nigra, sulla Via Cornelia, al nono miglio da Roma, dove Rufina venne decapitata, mentre Seconda fu picchiata fino alla morte: in onore del loro martirio e di quello dei santi Marcellino e Pietro, il posto venne ribattezzato Silva Candida; la matrona Plautilla, avvertita in sogno, diede sepoltura ai corpi delle martiri.

Papa Giulio I (337 – 352), nel IV secolo, fece erigere una basilica che nel V secolo venne elevata a sede episcopale: la diocesi di Selva Candida, o di Santa Rufina, venne unita durante il pontificato di Callisto II (1119 – 1124) a quella suburbicaria di Porto, che assunse il nome di Sede suburbicaria di Porto-Santa Rufina. Della basilica e del piccolo agglomerato urbano che sorse intorno non rimane nulla, se non dei pavimenti a mosaici ora esposti al Museo dell’Alto Medioevo all’Eur.

Nel 1153 il cardinale Conrado, futuro Papa Anastasio IV, rinvenne sotto l’altare della basilica restaurata i resti delle due Martiri, che fece trasportare nel battistero lateranense dove fu loro dedicata una cappella.

Altri Santi che la Chiesa commemora il 10 luglio

Santi Felice, Filippo, Vitale, Marziale, Alessandro, Silano e Gennaro, martiri – A Roma, santi martiri Felice e Filippo nel cimitero di Priscilla, Vitale, Marziale e Alessandro in quello dei Giordani, Silano in quello di Massimo, e Gennaro in quello di Pretestato: della loro congiunta memoria si rallegra la Chiesa di Roma, in un solo giorno glorificata da tanti trionfi, perché da tanta messe di esempi trae il sostegno di un’abbondante intercessione. (dal Martirologio)

Sante Anatolia e Vittoria, martiri – In Sabina nel Lazio, sante Anatolia e Vittoria, martiri. (dal Martirologio)

Santi Gennaro e Marino, martiri – In Africa, santi Gennaro e Marino, martiri. (dal Martirologio)

Sant’Apollonio di Sardi, martire – A Konya in Licaonia, nell’odierna Turchia, sant’Apollonio di Sardi, martire, che si tramanda abbia subito il martirio della crocifissione. (dal Martirologio)

Santi Leonzio, Maurizio, Daniele, Antonio, Aniceto, Sisinio e altri, martiri – A Nicopoli nell’antica Armenia, santi Leonzio, Maurizio, Daniele, Antonio, Aniceto, Sisinio e altri, martiri, che sotto l’imperatore Licinio e il governatore Lisia furono sottoposti a supplizi di ogni genere. (dal Martirologio)

Santi Biánore e Silvano, martiri – In Pisidia, nell’odierna Turchia, santi Biánore e Silvano, martiri. (dal Martirologio)

San Pascario, vescovo – A Nantes in Bretagna, san Pascario, vescovo, il quale accolse sant’Ermelando, che aveva chiamato dal convento di Fontenelle, insieme a dodici compagni e lo inviò sull’isola di Indre perché vi fondasse un monastero. (dal Martirologio)

Sant’Amalberga – A Tamise nelle Fiandre, nel territorio dell’odierno Belgio, sant’Amalberga, alla quale san Villibrordo impose il velo delle vergini consacrate. (dal Martirologio)

San Pietro Vincioli, sacerdote e abate – A Perugia, san Pietro Vincioli, sacerdote e abate, che ricostruì la fatiscente chiesa di San Pietro e vi aggiunse un monastero, in cui, fra molti contrasti, ma con grande pazienza, introdusse le consuetudini cluniacensi. (dal Martirologio)

San Canuto, martire – A Odense in Danimarca, san Canuto, martire, che, re ardente di zelo, incrementò nel suo regno il culto divino, sovvenne alle condizioni del clero e, dopo aver fondato le Chiese di Lund e di Odense, fu infine ucciso da alcuni rivoltosi. (dal Martirologio)

Santi Antonio Nguy n (Nam) Quynh e Pietro Nguy n Khac Tu, martiri – Nella città di Dong Hoi nell’antico An Nam, ora Viet Nam, santi Antonio Nguy n (Nam) Quynh e Pietro Nguy n Khac Tu, martiri, che, catechisti, furono strangolati per la fede in Cristo sotto l’imperatore Minh Mang. (dal Martirologio)

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