1 ottobre: Santa Teresa di Gesù Bambino, vergine e dottore della Chiesa

Oggi la Chiesa commemora la Santa soprannominata Doctor Amoris. Patrona dei missionari dal 1927, il 19 ottobre 1997, è stata dichiarata Dottore della Chiesa: è stata la terza donna a ricevere tale titolo dopo Santa Teresa d’Avila e Santa Caterina da Siena

Memoria di santa Teresa di Gesù Bambino, vergine e dottore della Chiesa: entrata ancora adolescente nel Carmelo di Lisieux in Francia, divenne per purezza e semplicità di vita maestra di santità in Cristo, insegnando la via dell’infanzia spirituale per giungere alla perfezione cristiana e ponendo ogni mistica sollecitudine al servizio della salvezza delle anime e della crescita della Chiesa. Concluse la sua vita il 30 settembre, all’età di venticinque anni. (dal Martirologio)

Thérèse Martin, ultimogenita dei santi Luigi Martin e Maria Zelia Guerin, nacque il 2 gennaio 1873 in rue Saint-Blaise 42, ad Alençon. In gioventù entrambi i suoi genitori avevano desiderato abbracciare la vita consacrata, desiderio che nessuno dei due poté realizzare.

La dimensione religiosa fu molto presente nella loro vita matrimoniale. I coniugi Martin sono venerati come beati dalla Chiesa cattolica. A metà marzo 1873, Thérèse fu data a balia presso una contadina, Rosa Taillè, dove visse per circa un anno. Thérèse Martin rimase orfana di madre all’età di quattro anni.

Alla morte di Marie-Azélie, lo zio Isidore Guerin, fratello della madre, fu nominato co-tutore delle cinque sorelle Martin. Il 15 novembre 1877, Louis Martin si trasferì a Buissonnets, nella periferia di Lisieux, per stare più vicino al cognato, che a Lisieux gestiva una farmacia. La cugina minore, Marie, fu compagna di giochi di Thérèse e ne diventò una delle sue allieve quando alla santa fu affidato l’incarico di maestra delle novizie.

Un rapporto quasi filiale legava Thérèse alle sue sorelle maggiori, Pauline e Marie. Nel 1882, quando Pauline entrò nel monastero delle carmelitane, la crisi innescata dalla morte della madre si acuì e Thérèse giunse a somatizzare il suo stato psichico. Avrebbe desiderato seguire la sorella in convento, ma ciò le fu negato per la sua giovane età. Questa prima crisi si risolse nel giro di pochi mesi, ma si ripresentò con l’ingresso in convento dell’altra sorella, Marie, nel 1886.

Nella notte del successivo Natale, Thérèse risolse la sua nevrosi e maturò in lei il desiderio di diventare suora carmelitana, seguendo le orme delle sorelle.

Thérèse Martin seguì, per circa due mesi, sul quotidiano La Croix lo svolgersi del processo di Enrico Pranzini, che aveva assassinato tre donne. Thèrèse, in una sorta di sfida personale contro il male e quasi per provare la solidità della sua fede prese come compito quello di convertire il “grande criminale” coinvolgendo in quest’azione di preghiera anche sua sorella Celine. Gli sforzi di Thérèse furono in un certo senso ricompensati quando apprese dal giornale che, sul patibolo, Pranzini si pentì delle sue azioni e baciò il crocifisso dopo un primo rifiuto.

All’età di 14 anni Teresa decise quindi, seguendo l’esempio di Teresa d’Avila, di farsi monaca. Sebbene le monache del Carmelo avessero dato il loro parere favorevole e il padre e con qualche difficoltà anche lo zio avessero dato la loro autorizzazione, per la sua giovane età trovò l’opposizione del parroco di Saint-Jacques, il reverendo Delatroètte, che le consigliò di rivolgersi al Vescovo. Nel novembre 1887 il vescovo di Bayeux, Flavien-Abel-Antoinin Hugonin, le negò il permesso e lei intraprese con il padre Louis e la sorella prediletta Celine un viaggio a Roma per rivolgere questa sua richiesta direttamente a papa Leone XIII.

Nel 1887, per i 50 anni di sacerdozio di papa Leone XIII, le diocesi di Coutances e di Bayeux organizzarono un pellegrinaggio a Roma, dal 7 novembre al 2 dicembre. Al viaggio partecipò un gruppo di 197 pellegrini, tra cui i Martin.

A Roma, durante l’udienza con Leone XIII, nonostante il divieto di parlare in presenza del Papa imposto dal vescovo di Bayeux, Teresa si inginocchiò davanti al Pontefice, chiedendogli di intervenire in suo favore per l’ammissione in convento. Il Papa tuttavia non diede l’ordine auspicato, ma le rispose che, se la sua entrata in monastero era scritta nella volontà di Dio, questo desiderio si sarebbe certamente adempiuto.

Sulla via del ritorno il vescovo cambiò opinione su Thérèse e diede il proprio permesso. A poco più di quindici anni, il 9 aprile 1888, Thèrèse assunse il nome di “Teresa del Bambin Gesù”, aggiungendovi in seguito “del Volto Santo”. Il suo nome completo da religiosa fu dunque “Teresa del Bambin Gesù del Volto Santo”.

In monastero conobbe la fondatrice del carmelo di Lisieux, Madre Genoveffa, al secolo Claire Bertrand. Quest’anziana monaca fu modello di vita monastica e riferimento teologico per Teresa. Fu lei infatti che la esortò a coltivare il valore della pace e attorno a questo tema Teresa ricamò il suo pensiero teologico.

Nel 1893 fu nominata vice-maestra delle novizie, in aiuto alla priora madre Maria Gonzaga. Nel 1894, dopo una lunga convalescenza, Louis Martin morì e Celine che lo aveva accudito, entrò nello stesso Carmelo dove già si trovano le sorelle.

Nell’aprile 1896 la suora contrasse la tubercolosi, malattia che nel giro di diciotto mesi la portò alla morte. A partire dall’8 luglio 1897 Teresa lasciò definitivamente la sua cella per l’infermeria del monastero. La religiosa morì il 30 settembre, tra le 19 e le 20. Il giorno dopo il suo corpo venne esposto nel coro, dietro le grate.

Davanti al feretro sfilarono fino alla domenica sera parenti, amici e fedeli facendo toccare al corpo esanime di Teresa rosari e medaglie, secondo l’usanza di quei tempi. La mattina del 4 ottobre un carro funebre trainato da due cavalli condusse la salma nel nuovo cimitero delle Carmelitane e ne occupò il primo posto.

Altri Santi che la Chiesa commemora il 1 ottobre

San Piatone, sacerdote – A Séclin nella Gallia belgica, ora in Francia, san Piatone, venerato come sacerdote, evangelizzatore del territorio di Tournai e martire. (dal Martirologio)

Santi Verissimo, Massima e Giulia, martiri – A Lisbona in Portogallo, santi Verissimo, Massima e Giulia, martiri. (dal Martirologio)

San Romano, diacono – A Costantinopoli, san Romano, diacono, che per la sua sublime arte nel comporre inni sacri in onore del Signore e dei santi meritò il soprannome di Melode. (dal Martirologio)

San Nicezio, vescovo – A Treviri nella Renania, nel territorio dell’odierna Germania, san Nicezio, vescovo, che, come attesta san Gregorio di Tours, veemente nella predicazione, terribile nei rimproveri, fermo nell’insegnamento, fu colpito dall’esilio sotto il re dei Franchi Clotario. (dal Martirologio)

San Bavone, monaco – A Gand nelle Fiandre, nell’odierno Belgio, san Bavone, monaco, che fu discepolo di sant’Amando; abbandonato il mondo, distribuì i suoi beni ai poveri e si ritirò nel monastero fondato in questo luogo. (dal Martirologio)

San Vasnolfo, monaco – A Condé-sur-l’Escault nell’Hainault sempre nell’odierno Belgio, san Vasnolfo, monaco, di origine scozzese. (dal Martirologio)

San Gerardo Edwards, sacerdote e martire – A Canterbury in Inghilterra, san Gerardo Edwards, sacerdote e martire, che, ordinato in Francia e tornato in patria, dopo una lunga carcerazione, terminò il suo martirio sul patibolo durante la persecuzione della regina Elisabetta I. Insieme a lui subirono la passione i beati Roberto Wilcox e Cristoforo Buxton, perché sacerdoti, e Roberto Widmerpool, per aver aiutato un sacerdote. (dal Martirologio)

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