1 agosto: Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, dottore della Chiesa
La Chiesa oggi commemora il vescovo italiano che compose la celebre canzone natalizia “Tu scendi dalle stelle”
Memoria di sant’Alfonso Maria de’ Liguori, vescovo e dottore della Chiesa, che rifulse per la sua premura per le anime, i suoi scritti, la sua parola e il suo esempio. Al fine di promuovere la vita cristiana nel popolo, si impegnò nella predicazione e scrisse libri, specialmente di morale, disciplina in cui è ritenuto un maestro, e, sia pure tra molti ostacoli, istituì la Congregazione del Santissimo Redentore per l’evangelizzazione dei semplici. Eletto vescovo di Sant’Agata dei Goti, si impegnò oltremodo in questo ministero, che dovette lasciare quindici anni più tardi per il sopraggiungere di gravi malattie. Passò, quindi, il resto della sua vita a Nocera dei Pagani in Campania, tra grandi sacrifici e difficoltà. (dal Martirologio)
La Chiesa oggi commemora il Doctor Magnificus, vescovo italiano proclamato Dottore della Chiesa da Pio IX nel 1871. Pio XII nel 1950 gli conferì il titolo di “celeste Patrono di tutti i confessori e moralisti”. E’ il fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore.
Nacque a Marianella nei pressi di Napoli, il 27 settembre 1696, di famiglia nobile, primo di otto figli nati da Giuseppe De’ Liguori e Anna Maria Caterina Cavalieri.
Il padre, un nobile cavaliere del seggio di Portanova nonché ufficiale superiore della marina militare, lo affidò sin da piccolo a precettori di rango, tra cui il pittore Francesco Solimena che gli insegnò i rudimenti della sua arte in cui, negli anni a venire, Alfonso diede prova di abilità.
All’età di soli dodici anni si iscrisse all’Università di Napoli e quattro anni dopo, nel 1713 conseguì il dottorato in diritto civile e canonico (dopo aver sostenuto un esame col grande filosofo e storico Giambattista Vico), cominciando ad esercitare la professione di avvocato già all’età di sedici anni grazie ad una speciale dispensa vicereale.
Nel 1718 ottenne la nomina a giudice del “Regio Portulano” di Napoli e dopo pochi anni era già ambasciatore del viceré cardinale Altan.
Le sue frequentazioni alla Confraternita dei Dottori presso l’Oratorio dei Filippini con l’assunzione del compito di visitare e di assistere i malati del più grande ospedale di Napoli, chiamato degli Incurabili, furono l’occasione che gli permisero di avviarsi sul cammino verso il seminario.
Un cammino tuttavia non facile, vista l’opposizione del padre che lo voleva sposo di una lontana parente, ma facilitato dalla delusione professionale patita da Alfonso in seguito alla sconfitta in un processo di Filippo Orsini Gravina, da lui patrocinato, contro Cosimo III Granduca di Toscana.
Fu così che, il 27 agosto 1723 deponendo la sua spada da cavaliere ai piedi della statua della Madonna della Mercede pronunciò le parole che lo portarono verso il sacerdozio: “mi impegno a entrare fra i Padri dell’Oratorio”.
Fu ordinato sacerdote il 17 dicembre 1726, all’età di trent’anni e, come risultato di un compromesso con il padre, sempre contrario alla sua scelta, non poté entrare nell’ordine dei Filippini, divenendo sacerdote diocesano con residenza nella casa paterna.
Non limitando la sua predicazione alle chiese, organizzò delle riunioni serali (le cosidette “Cappelle serotine”), chiamando a raccolta i fedeli più umili a cui spiegava il Vangelo con modi semplici davanti alla chiesa di Santa Teresa degli Scalzi. Le riunioni vennero inizialmente ostacolate dalle autorità civili e religiose ma, in seguito alla caparbietà del sacerdote e dei suoi fedeli, furono approvate dal Cardinale Pignatelli.
Nel 1730, per riprendersi dai postumi di una malattia ai polmoni, fu inviato dai medici sulle alture di Scala e Ravello, nel salernitano, dove iniziò la sua opera di divulgazione della Parola di Dio ai poveri contadini.
Nel 1732 lasciò definitivamente Napoli ritirandosi nuovamente a Scala dove fondò la Congregazione del Santissimo Redentore (conosciuti anche come Redentoristi), approvata nel 1749 da Papa Benedetto XIV.
La vita della nuova Congregazione fu travagliata a causa dei divieti tipici di un’epoca alquanto ostile agli ordini religiosi, ma il sacerdote, forte della sua esperienza giuridica, escogitando la formula di Congregazione religiosa, pienamente legale nel Regno di Napoli, riuscì a reggere a tutte le pressioni contrarie.
I Redentoristi, con la loro predicazione improntata alla semplicità apostolica, raggiunsero con le loro missioni vaste zone del Regno giungendo sino in Italia centrale ed in Polonia.
Negli anni successivi alla fondazione della Congregazione, Alfonso si dedicò alla stesura di numerose opere ascetiche, dogmatiche, morali ed apologetiche, tra cui la Theologia moralis (1753-1755) e “La pratica del confessore” (1755). Fu anche compositore di molte canzoni in lingua italiana e dialettale, tra cui la famosissima “Tu scendi dalle stelle”. Nel 1762 fu consacrato vescovo di Sant’Agata de’ Goti da Papa Clemente XIII.
Dovette abbandonare l’incarico nel 1775 per problemi di salute (soffriva di una forma di artrite che gli incurvò la spina dorsale).Si trasferì nella casa dei Redentoristi di Pagani, dove rimase fino alla morte che lo colse il 1 agosto 1787.
Fu beatificato nel 1816 e canonizzato nel 1839. Pio IX lo proclamò nel 1871 Dottore della Chiesa mentre Pio XII nel 1950 gli conferì il titolo di “celeste Patrono di tutti i confessori e moralisti”. (fonte Cathopedia)
Altri Santi che la Chiesa commemora il 1 agosto
Santi sette fratelli Macabei, martiri – Commemorazione della passione dei santi sette fratelli martiri, che ad Antiochia in Siria, sotto il regno di Antioco Epifane, per aver osservato con invitta fede la legge del Signore furono messi crudelmente a morte insieme alla loro madre, la quale patì per ognuno dei suoi figli, ma, come si racconta nel secondo Libro dei Maccabei, in tutti conseguì la vittoria della vita eterna. Insieme si celebra la memoria di sant’Eleázaro, uno degli scribi più stimati, uomo già di età avanzata, che nella stessa persecuzione si rifiutò di cibarsi, per sopravvivere, di carne proibita, preferendo una morte gloriosa a una vita ignominiosa, e precedette per questo di buon grado gli altri al supplizio, lasciando un mirabile esempio di virtù. (dal Martirologio)
San Secondino, martire – A Roma al tredicesimo miglio della via Prenestina, san Secondino, martire. (dal Martirologio)
San Felice, martire – A Gerona nella Spagna settentrionale, san Felice, martire nella persecuzione dell’imperatore Diocleziano. (dal Martirologio)
Sant’Eusebio, vescovo – A Vercelli, anniversario della morte di sant’Eusebio, vescovo, la cui memoria si celebra domani. (dal Martirologio)
Sant’Esuperio, vescovo di Bayeux – A Bayeux nella Gallia lugdunense, ora in Francia, sant’Esuperio, venerato come primo vescovo di questa città. (dal Martirologio)
San Severo, sacerdote – Nella regione dell’Aquitania in Francia, san Severo, sacerdote, che donò i suoi beni per la costruzione di chiese e per il servizio ai poveri. (dal Martirologio)
Santi Friardo e Secondello, eremiti – Nell’isola di Besné presso Nantes in Francia, santi Friardo e Secondello diacono, eremiti. (dal Martirologio)
San Giónato, abate – A Marchiennes nella Gallia belgica, in Francia, san Giónato, abate, discepolo di sant’Amando. (dal Martirologio)
Sant’Etelvoldo, vescovo – A Winchester in Inghilterra, deposizione di sant’Etelvoldo, vescovo, che tradusse la celebre “Concordia dei monaci” per il rinnovamento della disciplina monastica, che aveva appreso da san Dunstano. (dal Martirologio)
Santi Domenico Nguy n Van Hanh (Diêu) e Bernardo Vu Van Due, sacerdoti e martiri – Nella città di Nam Dinh nel Tonchino, ora Viet Nam, santi Domenico Nguy n Van Hanh (Diêu), dell’Ordine dei Predicatori, e Bernardo Vu Van Due, sacerdoti e martiri, decapitati per Cristo sotto l’imperatore Minh Mang. (dal Martirologio)
San Pietro Giuliano Eymard, sacerdote – Nel villaggio di La Mure nella regione dell’Isère in Francia, anniversario della morte di san Pietro Giuliano Eymard, sacerdote, la cui memoria si celebra domani. (dal Martirologio)
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