Un altro Angelus in “smart” per Francesco, il Papa: “Sto meglio ma non posso leggere tutto”

Per la seconda domenica consecutiva il Papa prega l’Angelus da Santa Marta ma rassicura: “Sto migliorando ma la voce ancora non mi va”. Poi l’appello per la pace in Terra Santa: “Raggiungere al più presto un nuovo accordo per il cessate-il-fuoco e trovare soluzioni diverse rispetto alle armi”

Città del Vaticano – “Sto meglio ma non posso ancora leggere”. Papa Francesco, con la voce affaticata, appare sorridente sui maxi schermi di piazza San Pietro, dove si sono radunati circa 15mila fedeli, per il secondo Angelus consecutivo in “smart”. A causa di una infiammazione polmonare, contratta da più di una settimana, il Pontefice rinuncia ad affacciarsi alla finestra e la catechesi della tradizionale preghiera mariana della domenica la affida nuovamente a mons. Braida, officiale della Segreteria di Stato.

Dal salottino di Santa Marta (domenica scorsa la preghiera era stata recitata nella cappella) il Santo Padre però rassicura sulle sue condizioni di salute: “Anche oggi non potrò leggere tutto: sto migliorando, ma ancora la voce non mi va”. E il microfono passa quindi al monsignore.

L’Angelus della I domenica d’Avvento: “Vigilare significa tenere pronto il cuore”

Nel commentare il breve Vangelo che la liturgia ci propone in questo inizio del cammino d’Avvento, la riflessione si concentra su una parola pronunciata da Gesù che è la chiave di tutto: “Vegliate”. Ma come dobbiamo intenderla? Di certo, non come “un atteggiamento motivato dalla paura di un castigo imminente. Non è questo il senso della vigilanza cristiana!”. E Gesù lo spiega con una parabola, parlando di un padrone che tornerà e dei suoi servi che lo attendono. La loro, è una vigilanza non di paura ma “di desiderio. Si tengono pronti al suo ritorno perché gli vogliono bene, perché hanno in animo di fargli trovare, quando arriverà, una casa accogliente e ordinata: sono contenti di rivederlo, al punto che ne aspettano il rientro come una festa per tutta la grande famiglia di cui fanno parte”.

È con questa attesa carica di affetto che vogliamo anche noi prepararci ad accogliere Gesù: nel Natale che celebreremo tra poche settimane; alla fine dei tempi, quando tornerà nella gloria; ogni giorno, mentre Egli ci viene incontro nell’Eucaristia, nella sua Parola, nei fratelli e nelle sorelle, specialmente nei più bisognosi.

In queste settimane – il monito -, “prepariamo con cura la casa del cuore, perché sia ordinata e ospitale. Vigilare, infatti, significa tenere pronto il cuore. È l’atteggiamento della sentinella, che nella notte non si lascia tentare dalla stanchezza, non si addormenta, ma rimane desta in attesa della luce che verrà. Il Signore è la nostra luce ed è bello disporre il cuore ad accoglierlo con la preghiera e ad ospitarlo con la carità, i due preparativi che, per così dire, lo fanno stare a suo agio”.

L’appello per la pace

Tramite mons. Braida, il Papa lancia poi l’ennesimo appello per la pace in Terra e Santa: “In Israele e Palestina la situazione è grave. Addolora che la tregua sia stata rotta: ciò significa morte, distruzione, miseria. Molti ostaggi sono stati liberati, ma tanti sono ancora a Gaza. Pensiamo a loro, alle loro famiglie che avevano visto una luce, una speranza di riabbracciare i loro cari”. E tuona: “A Gaza c’è tanta sofferenza; mancano i beni di prima necessità. Auspico che tutti coloro che sono coinvolti possano raggiungere al più presto un nuovo accordo per il cessate-il-fuoco e trovare soluzioni diverse rispetto alle armi, provando a percorrere vie coraggiose di pace”.

Il pensiero del Pontefice va poi all’Asia: “Desidero assicurare la mia preghiera per le vittime dell’attentato avvenuto questa mattina nelle Filippine, dove una bomba è esplosa durante la Messa. Sono vicino alle famiglie, al popolo di Mindanao che già tanto ha sofferto”. Francesco volge quindi lo sguardo alla penisola arabica: “Anche se a distanza, seguo con grande attenzione i lavori della COP 28 a Dubai. Sono vicino. Rinnovo il mio appello perché ai cambiamenti climatici si risponda con cambiamenti politici concreti: usciamo dalle strettoie dei particolarismi e dei nazionalismi, schemi del passato, e abbracciamo una visione comune, impegnandoci tutti e ora, senza rimandare, per una necessaria conversione ecologica globale”.

Quindi, riprendendo il microfono, chiede a tutti di pregare per lui: “A tutti auguro buona domenica e buon cammino di Avvento. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”

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