Udienza generale, diffuso il testo della catechesi preparata dal Papa

In tarda mattinata diffuso il testo che il Pontefice avrebbe dovuto leggere all’Udienza generale di oggi in Aula Paolo VI. Il Papa: “Maria ha portato al mondo Gesù, Speranza dell’umanità: lo ha nutrito, lo ha fatto crescere, lo ha seguito lasciandosi plasmare per prima dalla Parola di Dio”

Città del Vaticano – “La Vergine è pellegrina di speranza, nel senso forte che diventa la ‘figlia del suo Figlio’, la prima sua discepola. Maria ha portato al mondo Gesù, Speranza dell’umanità: lo ha nutrito, lo ha fatto crescere, lo ha seguito lasciandosi plasmare per prima dalla Parola di Dio”. Questo quanto si legge nel testo della catechesi che Papa Francesco, ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma dal 14 febbraio per una polmonite bilaterale, avrebbe dovuto pronunciare oggi in Aula Paolo VI per la tradizionale Udienza generale del mercoledì.

Il Pontefice, continuando il ciclo di catechesi dedicato alla vita di Gesù letta alla luce dei temi del Giubileo Ordinario che la Chiesa sta vivendo, si sofferma sull’ultimo dei racconti dell’infanzia di Cristo narrati nel Vangelo di Luca, ovvero il ritrovamento di Gesù nel Tempio. Un testo che presenta “un dialogo molto interessante tra Maria e Gesù, che ci aiuta a riflettere sul cammino” compiuto dalla Vergine, “un itinerario spirituale lungo il quale è avanzata nella comprensione del mistero del suo Figlio”.

Il Vescovo di Roma ricorda tutte le tappe, dall’annunciazione alle lacrime versate sotto la Croce, fino alla scelta di Maria di restare a Gerusalemme dopo la Risurrezione “come Madre dei discepoli, sostenendo la loro fede in attesa dell’effusione dello Spirito Santo”.

Ecco perché il Papa definisce Maria “pellegrina di speranza”. E a tal proposito cita quanto scritto da Benedetto XVI al numero 41 dell’Enciclica Deus caritas est: Maria “è veramente a casa sua, ne esce e vi rientra con naturalezza. Ella parla e pensa con la Parola di Dio […]. Così si rivela, inoltre, che i suoi pensieri sono in sintonia con i pensieri di Dio, che il suo volere è un volere insieme con Dio. Essendo intimamente penetrata dalla Parola di Dio, ella può diventare madre della Parola incarnata”.

Tuttavia, fa notare il Pontefice, “questa singolare comunione con la Parola di Dio non le risparmia però la fatica di un impegnativo ‘apprendistato'”, come appunto il rimprovero che Maria e Giuseppe rivolgono al Gesù dodicenne. La risposta che arriva non viene compresa però: “Il mistero del Dio fatto bambino supera la loro intelligenza”. Terminano così i racconti dell’infanzia, “con le ultime parole di Maria, che ricordano la paternità di Giuseppe nei confronti di Gesù, e con le prime parole di Gesù, che riconoscono come questa paternità tragga origine da quella del Padre suo celeste, del quale riconosce il primato indiscusso”. (foto © Vatican Media) 

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