Tregua a Gaza, il Papa: “Tutti possano dire sì al dialogo, alla riconciliazione e alla pace”

Il Pontefice all’Angelus: “Sia gli israeliani che i palestinesi hanno bisogno dei chiari segni di speranza. Auspico che le autorità politiche di entrambi, con l’aiuto della comunità internazionale possano raggiungere la giusta soluzione per i due Stati”

Città del Vaticano – Dopo oltre 15 mesi di guerra, a Gaza tacciano finalmente le armi. Le bombe non cadono più. La tregua, annunciata nei giorni scorsi, è iniziata, anche se in ritardo di tre ore a causa di “problemi tecnici” nell’invio e nella ricezione della lista dei nomi dei primi ostaggi che oggi saranno rilasciati. E Papa Francesco, al termine dell’Angelus (leggi qui), ha espresso gratitudine “a tutti i mediatori” per i risultati raggiunti. “È un bel lavoro questo di mediare perché si faccia la pace. E anche ringrazio tutte le parti coinvolte in questo importante risultato”.

“Auspico che quanto è stato concordato venga rispettato dalle parti e che tutti gli ostaggi possano tornare finalmente a casa per riabbracciare i loro cari. Prego tanto per loro, per le loro famiglie”, ha aggiunto il Pontefice, chiedendo “che gli aiuti umanitari raggiungano ancora più velocemente la popolazione di Gaza, che ne ha tanta urgenza. Sia gli israeliani che i palestinesi hanno bisogno dei chiari segni di speranza. Auspico che le autorità politiche di entrambi, con l’aiuto della comunità internazionale possano raggiungere la giusta soluzione per i due Stati. Tutti possano dire sì al dialogo, sì alla riconciliazione, sì alla pace”. Una pace che il Papa ha chiesto di invocare nella preghiera affinché giunga anche nella “martoriata Ucraina, Myanmar”, e “per tutte le popolazioni che soffrono per la guerra”.

Parlando di speranza, il Vescovo di Roma ha anche ricordato che giorni fa “è stata annunciata la liberazione di un gruppo di detenuti dalle carceri cubane. Si tratta di un gesto di grande speranza che concretizza una delle intenzione di questo anno giubilare. Auspico che nei prossimi mesi si continui a intraprendere nelle diversi parti del mondo iniziative di questo genere”. Infine, l’appello alla preghiera all’inizio della Settimana per l’unità dei cristiani affinché da Dio giunga “il dono prezioso della piena comunione tra i cristiani”.

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