Sinodo, il Papa: non un’agenda da imporre ma doni da offrire
Il Pontefice apre la XVI Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi con una solenne messa in piazza San Pietro: “Senza ascoltare gli altri e Dio finiremo per chiuderci in dialoghi tra sordi. Le soluzioni ai problemi da affrontare non le abbiamo noi, ma Lui”
Città del Vaticano – Non un’agenda da imporre ma doni da offrire. Sotto un cielo che minaccia pioggia, in una piazza San Pietro semideserta, Papa Francesco apre la XVI Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi con una solenne celebrazione eucaristica.
Sul sagrato della basilica vaticana sfilano in processione, oltre ai presuli, anche i laici, le religiose e i religiosi che compongo l’Assemblea che da questo pomeriggio, e fino a domenica 27 ottobre, si riuniranno nell’Aula Paolo VI per discutere della sinodalità che, come si legge sul sito Synod.va, è “il modus vivendi et operandi specifico della Chiesa, popolo di Dio, che rivela e dà sostanza al suo essere come comunione quando tutti i suoi membri camminano insieme, si riuniscono in assemblea e prendono parte attiva alla sua missione evangelizzatrice”.
Nell’omelia Francesco ricorda che il Sinodo “non è un’assemblea parlamentare, ma un luogo di ascolto nella comunione”. Nel concreto, l’auspicio del Papa, “badiamo a non trasformare i nostri contributi in puntigli da difendere o agende da imporre, ma offriamoli come doni da condividere, pronti anche a sacrificare ciò che è particolare, se ciò può servire a far nascere insieme qualcosa di nuovo secondo il progetto di Dio”.
Altrimenti “finiremo per chiuderci in dialoghi tra sordi, dove ciascuno cerca di ‘tirare acqua al proprio mulino’ senza ascoltare gli altri, e soprattutto senza ascoltare la voce del Signore. Le soluzioni ai problemi da affrontare non le abbiamo noi, ma Lui”, rimarca il Pontefice.
Rivolgendosi a tutti i membri che parteciperanno ai lavori dell’Assemblea sinodale, Bergoglio afferma: “Ciascuno, qui, si sentirà libero di esprimersi tanto più spontaneamente e liberamente, quanto più percepirà attorno a sé la presenza di amici che gli vogliono bene e che rispettano, apprezzano e desiderano ascoltare ciò che ha da dire”.
Infine, l’annuncio di una giornata di preghiera, digiuno e penitenza a un anno esatto dalla riaccensione del conflitto in Terra Santa tra Israele e Palestina per invocare da Dio il dono della pace. Un annuncio che arriva a sorpresa e parlando a braccio alla fine dell’omelia: “Dobbiamo volgere lo sguardo al mondo. Ce n’è bisogno mentre fuochi di guerra continuano a sconvolgere popoli e nazioni. Domenica prossima mi recherò nella basilica di Santa Maria Maggiore per pregare il Rosario e per rivolgere alla Vergine un’accorata supplica. Chiedo anche a voi di unirvi a me in quella occasione. Il giorno dopo, 7 ottobre, vi invito a vivere una giornata di preghiera e digiuno per la pace nel mondo”. (foto © Vatican Media)
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