Papa in Indonesia: l’unica bussola del cristiano è la Parola di Dio
Il Pontefice celebra messa nello Stadio di Giacarta e saluta gli indonesiani: “Non stancatevi di sognare e costruire ancora una civiltà della pace! Osate sempre il sogno della fraternità”. Domani la partenza per la Papua Nuova Guinea
Giacarta – Si conclude con la Messa nello stadio “Gelora Bung Karno” di Giacarta la prima tappa del lungo Viaggio Apostolico in Asia e Oceania di Papa Francesco.
Alle 16 locali (11 ora di Roma), lasciata la Nunziatura Apostolica, il Pontefice ha fatto rotta verso l’impianto sportivo situato nel cuore della capitale indonesiana. Accolto da applausi scroscianti, ha effettuato alcuni giri in papamobile dispensando sorrisi e benedicendo neonati e bambini.
Vestiti i paramenti sacri, Francesco ha presieduto la celebrazione eucaristica nella memoria di Santa Teresa di Calcutta. “L’incontro con Gesù ci chiama a vivere due atteggiamenti fondamentali: ascoltare la Parola e vivere la Parola”, ha detto il Santo Padre nell’omelia davanti a 70mila persone.
“Prima ascoltare – ha ammonito -, perché tutto nasce dall’ascolto, dall’accogliere il dono prezioso della sua amicizia. Ma poi è importante vivere la Parola ricevuta. La Parola che ci viene donata e che ascoltiamo chiede di diventare vita, di trasformare la vita, di incarnarsi nella nostra vita. Questi due atteggiamenti essenziali”.
Il cuore dell’uomo, ha sottolineato Francesco, “è sempre alla ricerca di una verità capace di sfamare e saziare il suo desiderio di felicità. In mezzo allo stordimento e alla vanità delle parole umane, c’è bisogno della Parola di Dio, l’unica che è bussola per il nostro cammino, l’unica che tra tante ferite e smarrimenti è in grado di ricondurci al significato autentico della vita”.
“Il primo compito del discepolo non è quello di indossare l’abito di una religiosità esteriormente perfetta, di fare cose straordinarie o impegnarsi in imprese grandiose. Il primo passo consiste nel sapersi mettere in ascolto dell’unica Parola che salva”, ha rimarcato.
“Con la stessa umiltà e la stessa fede di Pietro, anche a noi è chiesto di non restare prigionieri dei nostri fallimenti. Questo è molto brutto. I fallimenti ci prendono – ha aggiunto a braccio -. Ma per favore, non restiamo intrappolati nelle reti dei nostri fallimenti”.
“Questo, fratelli e sorelle, vorrei dire anche a voi, a questa Nazione, a questo meraviglioso e variegato arcipelago: non stancatevi di sognare e costruire ancora una civiltà della pace! Osate sempre il sogno della fraternità”, ha concluso il Pontefice.
Terminata la funzione, dopo l’indirizzo di omaggio dell’Arcivescovo Metropolita di Giacarta, il cardinal Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo, e prima della benedizione finale, il Papa ha rivolto ai fedeli e ai pellegrini presenti un ultimo saluto e alcune parole di ringraziamento: “Nel libro degli Atti degli Apostoli si dice che nel giorno della Pentecoste a Gerusalemme c’è stato un grande chiasso, e tutti facevano chiasso nel predicare il Vangelo. Mi raccomando, cari fratelli e sorelle: fate chiasso!”.
“La mia visita in mezzo a voi volge al termine e voglio esprimere la mia gioiosa gratitudine per la squisita accoglienza che mi è stata riservata – ha aggiunto -. Cari fratelli e sorelle, Dio vi benedica e vi faccia crescere e perseverare nella pace e nell’amore fraterno!”.
Quindi ha fatto rientro in auto alla Nunziatura Apostolica. Domani lascerà l’Indonesia per raggiungere in aereo Port Moresby, capitale della Papua Nuova Guinea. (foto © Vatican Media)
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