Papa Francesco: Quella dell’Immacolata è “la bellezza che salva il mondo”

Nella basilica vaticana il Pontefice presiede la Santa Messa nella solennità dell’Immacolata concezione con i 21 nuovi Cardinali creati ieri durante il Concistoro. Il Pontefice: “Quella di Maria non è una bellezza lontana, troppo alta, irraggiungibile. Anche noi la riceviamo in dono nel Battesimo. Coltiviamola”

Città del Vaticano – Quella di Maria Immacolata è la “bellezza che salva il mondo”. Lo dice Papa Francesco che questa mattina, in una basilica vaticana gremita da migliaia di fedeli, celebra messa con i 21 nuovi Cardinali creati nel Concistoro di ieri (leggi qui).

La loro provenienza, come sottolineato dal Pontefice, “esprime l’universalità della Chiesa che continua ad annunciare l’amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini della terra” e “manifesta l’inscindibile legame tra la Sede di Pietro e le Chiese particolari diffuse nel mondo”.

Nella lunga omelia, il Vescovo di Roma ricorda la Costituzione Apostolica Ineffabili Deus dell’8 dicembre 1854, con la quale Pio IX proclamava il dogma dell’Immacolata Concezione, poi le parole di Paolo VI, che nel descrive l’Immacolata, disse che la Madre di Dio mostra a ogni essere umano “ciò che abbiamo tutti in fondo al cuore: l’immagine autentica dell’umanità […] innocente, santa, […] perché il suo essere è tutto armonia, candore, semplicità; è tutto trasparenza, gentilezza, perfezione; è tutto bellezza”.

Una bellezza che Papa Francesco analizza sotto tre aspetti della vita di Maria, aspetti “che ce la rendono vicina e familiare: quelli di figlia, di sposa e di madre”. Ma anche di donna, perché, aggiunge a braccio, “non c’è salvezza senza la donna. Anche la Chiesa è donna”.

Ma quella di Maria, ammonisce il Pontefice, non è “una bellezza lontana, troppo alta, irraggiungibile. Anche noi la riceviamo in dono, nel Battesimo, quando veniamo liberati dal peccato e fatti figli di Dio. E con essa ci è affidata la chiamata a coltivarla” per essere “uomini e donne del ‘grazie’ e del ‘sì’, detti con le parole, ma soprattutto con la vita”.

L’Immacolata non è un mito, una dottrina astratta o un ideale impossibile: è la proposta di un progetto bello e concreto, il modello pienamente realizzato della nostra umanità, attraverso cui, per grazia di Dio, possiamo tutti contribuire a cambiare in meglio il nostro mondo.

Al contrario, nel mondo di oggi continua “la pretesa del primo peccato”, ovvero quello “di voler essere ‘come Dio'”. Un peccato che “ferisce l’umanità”, una “presunzione di autosufficienza” che “non genera né amore, né felicità”.

“Chi esalta come conquista il rifiuto di ogni legame stabile e duraturo, infatti, non dona libertà. Chi toglie il rispetto al padre e alla madre, chi non vuole i figli, chi considera gli altri come un oggetto o come un fastidio, chi ritiene la condivisione una perdita e la solidarietà un impoverimento, non diffonde gioia né futuro”, tuona il Santo Padre, che ammonisce severamente: “A cosa servono i soldi in banca, le comodità negli appartamenti, i finti ‘contatti’ del mondo virtuale, se poi i cuori restano freddi, vuoti, chiusi? A cosa servono gli alti livelli di crescita finanziaria dei Paesi privilegiati, se poi mezzo mondo muore di fame e di guerra, e gli altri restano a guardare indifferenti? A cosa serve viaggiare per tutto il pianeta, se poi ogni incontro si riduce all’emozione di un momento, a una fotografia che nessuno ricorderà più nel giro di qualche giorno o qualche mese?”.

Infine, una preghiera per i nuovi Cardinali, “fratelli a cui ho chiesto di assistermi nel servizio di Pastore della Chiesa universale – le parole del Papa -. Vengono da tante parti del mondo, portatori di un’unica Sapienza dai molti volti, per contribuire alla crescita e alla diffusione del Regno di Dio. Affidiamoli in modo particolare all’intercessione della Madre del Salvatore”. Nel pomeriggio il Pontefice si recherà a piazza di Spagna per il tradizionale omaggio all’Immacolata. (foto © Vatican Media) 

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