Papa Francesco: “La nostra gioia dipende solo dall’amore!”
L’abbraccio del Papa ai bambini poveri e disabili della Papua Nuova Guinea: “Nessuno è un peso”
Port Moresby – Lasciata la Nunziatura Apostolica, Papa Francesco si trasferisce in auto alla Caritas Technical Secondary School dove, alle ore 17.00 (09.00 ora di Roma), si reca in visita ai bambini disabili e meno fortunati accuditi da Street Ministry e Callan Services.
La Caritas Technical Secondary School (CTSS) è una scuola femminile fondata dalle Suore della Carità di Gesù nel 1995. L’istituto si propone di insegnare i valori cristiani e di preparare le giovani donne a un futuro impiego o consentire loro di avviare una piccola attività che porterà benefici alla loro famiglia e al loro Paese.
Al Suo arrivo all’ingresso principale dell’indoor stadium il Papa è accolto dall’Arcivescovo di Port Moresby, Em.mo Card. John Ribat, M.S.C., dalla Superiora della Comunità delle Caritas Sisters of Jesus e dalla Direttrice della Scuola.
Due bambini in abito tradizionale gli porgono un omaggio floreale. Quindi attraversa la navata centrale mentre il coro esegue un canto e, dopo un giro tra i bambini e gli studenti della scuola, prende posto sul palco.
Dopo il saluto di benvenuto del Cardinale Arcivescovo di Port Moresby e l’esecuzione di una danza tradizionale, un bambino di Callan Services e un bambino di Street Ministry pongono due domande al Papa cui fa seguito una danza tradizionale. Il Santo Padre rivolge ai bambini alcune parole di saluto e, dopo la benedizione, lo scambio dei doni e la foto di gruppo, il Cardinale Arcivescovo di Port Moresby, la Superiora della Comunità delle Caritas Sisters of Jesus e la Direttrice della Scuola congedano il Papa all’ingresso principale mentre il coro intona un canto. Di seguito riportiamo le parole pronunciate dal Pontefice ai bambini:
Complimenti a voi che avete cantato e ballato: lo fate bene!
Carissimi sorelle e fratelli, buonasera!
Saluto Sua Eminenza, che ringrazio per le parole che mi ha rivolto, la Superiora della Comunità, la Direttrice, tutti i presenti, laici e religiosi, e specialmente voi bambini, che siete meravigliosi!
Sono molto contento di incontrarvi e di condividere con voi questo momento di festa. Ringrazio anche i vostri compagni, che mi hanno fatto due domande impegnative.
Uno di loro mi ha chiesto: «Perché non sono come gli altri?». Davvero mi viene una sola risposta a questa domanda ed è: «Perché nessuno di noi è come gli altri: perché siamo tutti unici davanti a Dio!». Perciò, non solo confermo che “c’è speranza per tutti” – come è stato detto – ma aggiungo anche che ciascuno di noi, nel mondo, ha un ruolo e una missione che nessun altro può svolgere e che questo, anche se comporta delle fatiche, dona allo stesso tempo un mare di gioia, in modo diverso per ogni persona. La pace e la gioia è per tutti.
È vero, tutti abbiamo dei limiti, delle cose che sappiamo fare meglio, e altre che invece facciamo fatica o non possiamo fare mai, ma non è questo che determina la nostra felicità: piuttosto è l’amore che mettiamo in qualsiasi cosa facciamo, doniamo e riceviamo. Donare amore, sempre, e accogliere a braccia aperte l’amore che riceviamo dalle persone che ci vogliono bene: è questa la cosa più bella e più importante della nostra vita, in qualsiasi condizione e per qualsiasi persona… anche per il Papa, sapete? La nostra gioia non dipende da altro: la nostra gioia dipende dall’amore!
E questo ci porta all’altra domanda: «Come possiamo rendere più bello e felice il nostro mondo?». Certamente con la stessa “ricetta”: imparando giorno per giorno ad amare Dio e gli altri con tutto il cuore! E cercando di apprendere – anche a scuola – tutto quello che possiamo, per farlo nel modo migliore, studiando e impegnandoci al massimo in ogni opportunità che ci viene offerta per crescere, migliorare e affinare i nostri doni e le nostre capacità.
Avete mai visto come si prepara un gatto quando deve fare un bel salto? Prima si concentra e punta tutte le sue forze e i suoi muscoli nella direzione giusta. Magari lo fa in un momento veloce, e non lo notiamo nemmeno, ma lo fa. E così anche noi: concentrare tutte le nostre forze sulla meta, che è l’amore di per Gesù e in Lui per tutti i fratelli e le sorelle che incontriamo sulla nostra strada, e poi con slancio riempire tutto e tutti con il nostro affetto! In questo senso, nessuno di noi è “di peso” – come avete detto –: tutti siamo doni bellissimi di Dio, un tesoro gli uni per gli altri!
Grazie, bambini, grazie tante per questo incontro, e grazie a tutti voi che lavorate insieme, qui, con amore. Tenete sempre accesa questa luce, che è un segno di speranza non solo per voi, ma per tutti quelli che incontrate, e pure per il nostro mondo, a volte tanto egoista e preoccupato delle cose che non contano. Tenete accesa la luce dell’amore! E, mi raccomando, pregate anche per me! (foto © Vatican Media)
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